Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

I pedoni minacciosi

4 min read

(Daniel Perone)
Se facciamo l’operazione aritmetica 2 + 2 oppure quella di 2 x 2  il risultato è sempre 4. C’è qualche differenza ? Ovviamente nessuna rispetto al risultato finale ma c’è da notare che ciascuno di questi semplici calcoli rappresenta un modo diverso di arrivare allo stesso risultato e che, appunto, permettono di esprimere lo stesso pensiero in modi differenti.

Avete mai visto qualcosa di simile accadere sulla scacchiera ?

Pochi giorni fa mentre prendevo del mate – bevanda tipica rioplatense molto diffusa in Argentina – rileggevo il  libro postumo “Selección de mis Estudios” dell’ingegnere uruguaiano Oscar Carlsson  in cui si trovano utili insegnamenti sul gioco che, logicamente, possono aiutare il progredire delle nuove generazioni.

Dovete sapere che Carlsson è stato uno dei componenti della giuria riguardante la selezione degli studi per l’Album F.I.D.E. 1998-2000 ed è pertanto comprensibile che le opere da lui presentate in questo suo volume, contengano delle tecniche di livello magistrale e mostrino esempi degni di considerazione, come l’utilizzo corretto tanto del materiale quanto dei giusti tempi delle mosse che riguardano le combinazioni; mosse che vanno giocate in quel preciso momento e non un secondo dopo.

Con questo intendo anche la segnalazione delle opportune sottigliezze e le raffinatezze che senz’altro sorprendono per la loro semplicità; attenzione, non voglio che questo sia  frainteso, la semplicità non è un difetto, anzi è una qualità, giacché permette di apprezzare le originali idee proposte dall’autore, che non si verificano solo nella strategia degli studi ma sono anche presenti nelle matrici utilizzate.

Ma perché parlo della semplicità delle matrici ? Perché non appena leggiamo il libro,  noi lettori, scopriamo  che grazie a qualche modifica le opere diventano nuovi studi, una nuova “generazione della stessa famiglia”. Nonostante mantengano le caratteristiche del  loro “antenato” ciascuno dei nuovi studi ha una sua “personalità” ed una vita propria ben differenziata. Su questo argomento ho scritto in precedenza una manciata di articoli, tra i quali L’ascesa di un problema pubblicato su questo stesso blog.

Adesso andiamo agli schemi.  Devo ammettere che sono stato colpito dallo studio N.34. Mi riferisco all’opera che non solo appartiene all’album FIDE 1989-1991 ma che  illustra anche la copertina del libro sopra citato, in cui lo schema coi pedoni neri,   isolati e minacciosi, pronti a colpire quando uno meno se lo aspetta, attirano l’attenzione del lettore (giocatore, problemista o studista che sia), e sono la parte più importante della strategia del Nero. Le isole pedonali si ripetono in maniera similare anche negli studi N.80, N.87 e N.95. Ed ecco!, senza pensare che ci troviamo di fronte ad una  tetralogia [1] o, meglio, il suo  leitmotiv,[2], che facilita la linea creativa delle composizioni e, probabilmente, è davvero così. Comunque allo stesso tempo consente di mantenere le caratteristiche strategiche e tattiche, senza  abbassare il livello della qualità artistica che rimane intatta.

A quanto pare non soltanto io sono stato attratto dalla matrice, poiché le opere N.80 e  N.87 sono state  realizzate da Oscar Carlsson e Luis Parenti, mentre lo studio N.95 appartiene al binomio Oscar Carlsson – Zoilo Caputto.

Non è casuale che  questi due grandi esponenti della studistica mondiale si siano avvicinati attratti dal tema delle “isole minacciose”.  Al di là di tutto ciò che abbiamo già detto, vale la pena chiedersi: è così tanto ricca questa posizione ? No, almeno non più ricca di altre posizioni. E allora ? È difficile esprimere a parole, però secondo me il motivo per cui  ci attrae – e sicuramente ha attratto tutti e tre i compositori –  è l’aspetto artistico del diagramma, l’effetto accattivante, suggestivo e gradevole agli occhi che hanno i pedoni raggruppati. Raggruppamenti che cambieranno di forme e persino la quantità dei fantaccini in agguato; comunque, in tutti e quattro i casi continueranno ad essere la costante preoccupazione del Bianco.

Devo ammettere che ho provato soddisfazione quando presentai  questi studi a due dei miei alunni che, sebbene siano bravi giocatori, non riuscirono a vincere col bianco.  Nonostante ciò ambedue risultarono soddisfatti dell’esperienza e hanno saputo riconoscere “il linguaggio” dei compositori.

Ecco i suddetti esempi che permettono di apprezzare i differenti effetti causati dai raggruppamenti delle strutture pedonali del Nero:

Oscar J. Carlsson (N.34)
Ajedrez de Estilo 1989
(Album F.I.D.E. 1989-1991)

(6+5)                                                                     +


Oscar J. Carlsson y Luis Parenti (N.80)
Shahmat 1986, Czerniak MT
5ª Menzione Onorevole

(6+6)                                                                     +


Oscar J. Carlsson e Luis Parenti (N.87)
L’Italia Scacchistica 1991
1º Premio

(5+5)                                                                     +


Oscar J. Carlsson y Zoilo R. Caputto (N.95)
Studistica 2000
3ª Lode

(6+5)                                                                     +


L’indomani, ossessionato dal pensiero dei diagrammi, ho fatto una piccola indagine “casalinga” e ben presto ho trovato due altri lavori che, pur avendo le “isole minacciose” sono state indirizzate verso l’incantesimo dello stallo. Vediamoli:

Horneker
Springaren 2005/2006
2ª Lode

(4+5)                                                                     =


Bartosh (dopo Carlsson – Parenti, N.87)
Ivan Bondar 50 JT 2008
Menzione Onorevole Speciale

(5+5)                                                                     =


[1] Nell’antica Grecia, insieme di quattro drammi, cioè tre tragedie (trilogia) e un dramma satiresco (in luogo del quale poteva essere presentata una tragedia a lieto fine).

[2] Motivo conduttore; nell’ambito musicale o letterario è un tema ricorrente.

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