Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

“L’immortale” di Boston

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(Topatsius)
Boston non è uno dei “Luoghi degli scacchi” degli amici Claudio e Riccardo. Nei loro volumi troverete New York, Cambridge Springs, Lone Pine, Las Vegas, Philadelphia, Syracuse, Pasadena, Lake Hopatcong, New Orleans e Bradley Beach. Ma non Boston.

E nemmeno Boston ci risulta che sia stata fra le città preferite da Samuel Reshevsky (1911-1992), la cui famiglia, di origini polacche, si trasferì negli anni 20 negli Stati Uniti. Reshevsky si laureò a Chicago, dove trovò lavoro come ragioniere, e morì a New York. Delle città sopra descritte è semmai (a parte New York), Syracuse quella più accostabile al suo nome, visto che vi vinse uno dei suoi migliori tornei, quello del 1934 con un ragguardevole “12 su 14”, affrontando e battendo, fra gli altri, anche l’italiano Mario Monticelli.

Ma è a Boston che Reshevsky giocò quella che disse di considerare una delle sue più belle partite. Intendiamoci: cos’è una bella partita? Una Carlsen-Caruana perfetta come un orologio svizzero e che termina patta in 40 mosse senza mai aver visto un sia pur minimo vantaggio di uno dei due? O una Velimirovic-Planinc dove ne succedevano di tutti i colori? E’ una questione di gusti e di ciò che ognuno di noi cerca nel gioco degli scacchi: più la perfezione o più il divertimento?

Nella partita che oggi vi presento il divertimento è assicurato, anche se, naturalmente, lo scoppiettante Reshevsky fu agevolato assai da qualche debole tratto del suo avversario. Tra l’altro è noto come Reshevsky non sia stato proprio un attaccante nato, tanto che lui un giorno affermò di apprezzare molto, fra i vari campioni del mondo del secolo scorso, il gioco posizionale e preciso di Petrosian.

E lui era uno che di campioni se ne intendeva, eccome! Forse detiene pure un bel record (o ci è vicino): quello di aver sconfitto, nell’arco della sua carriera, ben 7 campioni del mondo, ovvero Lasker, Capablanca, Alekhine, Euwe, Botvinnik, Smyslov, più il suo acerrimo “nemico” Bobby Fischer. Peccato che non sia mai riuscito a battere Petrosian, Spassky e Karpov!

Ecco la partita che ho definito “L’immortale di Boston”:

Uma vitória espetacular”, commenta Rafael Leitão sul suo Blog. Ed è una partita abbastanza nota, che, tra l’altro, il sito “Viralchess.com” inserisce fra le 250 “immortali” di ogni tempo. L’immortale di Boston!

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