Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

[R] Una Partida de Ajedrez en 1492

4 min read
R I S T A M P A

(UnoScacchista)
Che gli scacchi fossero una presenza regolare nelle giornate dei nobili del XV secolo lo sappiamo e che i Reali di Spagna avessero ormai adottato quel gioco appreso dagli invasori arabi, anche. E’ stato già raccontato da molti come gli scacchi ebbero un ruolo nel finanziamento della spedizione di Cristoforo Colombo verso le Indie (una citazione su tutte, quella di Paolo Bagnoli e del suo “Scacchi”).

Oggi vi voglio portare più vicino a quei momenti, andando a riprendere alcuni articoli in spagnolo di inizio secolo scorso, che elaborano, a loro volta, le cronache dell’epoca.

Cristoforo Colombo, forte della sua convinzione che era possibile raggiungere le Indie attraverso il “Mare Oceano”, aveva già tentato, senza successo, di convincere Re Giovanni II del Portogallo a finanziare il suo viaggio. Quando questi scelse invece di tentare la via per le Indie costeggiando l’Africa (obiettivo poi raggiunto da Vasco de Gama superando quello che fu chiamato il Capo di Buona Speranza), Colombo decise di tentare con i Reali spagnoli e, attorno al 1485, si recò con suo figlio Diego in Spagna, nel regno di Castiglia. Attraverso i buoni uffici del confessore della regina, riuscì a convincere Isabella di Castiglia delle virtù e dei benefici che il progetto avrebbe potuto portare alla Spagna. Il problema era che il progetto di Colombo era molto costoso e le casse reali erano state prosciugate dalle spese per la Guerra di Granada, che pure aveva garantito una fondamentale vittoria dei Cristiani contro i Mori.

Isabella, La Cattolica
Isabella La Cattolica
Studio per il quadro “La Rendiciòn de Granada” di Francisco Pradilla y Ortiz
Da “America hispana”, 1920, nr.3

La regina Isabella, per fortuna di Colombo, non si era comunque arresa ed era in attesa di un’opportunità più propizia per suggerire di nuovo l’impresa al consorte, Re Ferdinando II di Aragona (“Il Cattolico”). Ed è qui che gli scacchi cominciano a far parte della storia, come narrata da Hernando del Pulgar, segretario, biografo e cronista di re Ferdinando II, e autore della “Crónica de los señores reyes católicos don Fernando y doña Isabel de Castilla Aragon“.

Cronica... (copertina)
Crónica de los Señores Reyes Católicos
Don Fernando y Doña Isabel de Castilla y de Aragón

Hernando del Pulgar
Da “Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes

Seguiremo il racconto di come gli scacchi ebbero un ruolo nella scoperta dell’America dalle pagine della rivista culturale América Hispana, che nel suo n.3 del 1920 include un articolo a firma E.P. Duclos dal titolo “Una Partida de Ajedrez en 1492“.

Re Ferdinando II era un vero appassionato di scacchi e, appena possibile, si divertiva a giocare con le sue “solite vittime”, tra cui Juan Rodriguez de Fonseca, il cappellano reale.

Fonseca approfittò con abilità delle distrazioni del Re...
“Fonseca approfittò con abilità delle distrazioni del Re…”
Illustrazione dall’articolo “Una Partida de Ajedrez en 1492” di E.P.Duclos
Da “America hispana”, 1920, nr.3

Quel pomeriggio, mentre stavano giocando, Frate Juan Perez chiese alla regina, di cui era il confessore, a che punto fosse arrivata la discussione sulla proposta di Colombo. Quando Isabella chiese al Re se avesse preso una decisione a tal riguardo, quest’ultimo, infastidito, rispose che le avrebbe risposto solo dopo aver terminato la sua partita, perché era in una situazione difficile e stava per perdere.

La regina capì che quello non era il momento adatto e aspettò che il gioco continuasse, sperando che la posizione sarebbe migliorata e, con essa, anche lo stato d’animo del Re. E il miracolo avvenne.

Quando tutto ormai sembrava perduto e Ferdinando II stava per abbandonare in vista dello scacco matto imminente, Isabella vide una combinazione vincente e si avvicinò al Re, dicendogli che aveva ormai vinto, grazie a uno scacco matto in quattro brillanti mosse.  Il Re, rincuorato, riprese a riflettere, fino a quando trovò la combinazione vincente.

Ferdinando II-Fonseca
“Il Bianco dà scacco matto in 4 mosse”
Illustrazione dall’articolo “Una Partida de Ajedrez en 1492” di E.P.Duclos
Da “America hispana”, 1920, nr.3

[Nota di UnoScacchista: in realtà lo scacco matto è in 5 mosse – si veda il diagramma]

Diagramma Ferdinando II-Fonseca
Il Bianco muove e matta in 5 mosse: 1. Tg8+ Txg8 2. Tf8+ Txf8 3. e7+ Tf5 4. Axf5+ De6 5. Axe6 matto o 5. e8=D matto

Grazie a questa vittoria, insperata e brillante, Ferdinando II divenne di ottimo umore, tanto che diede la sua approvazione al progetto di Colombo.

La regina Isabella, vera artefice di questa decisione, mandò subito a chiamare il navigatore per comunicargli la buona notizia, dando così il via all’impresa che avrebbe portato alla scoperta del Nuovo Mondo. Impresa che, 525 anni dopo, ci fa ancora celebrare ogni 12 Ottobre la fine del Medio Evo e l’inizio dell’Era Moderna.

Se solo fosse così facile convincere i governanti di oggi a mettere in pratica una buona idea…


L’articolo completo di E.P.Duclos “Una Partida de Ajedrez en 1492“, disponibile grazie all’Istituto per le Raccolte Digitali Ibero-Americane, è scaricabile da qui.

Si ringrazia sentitamente il prof. José Pecora per il suo articolo “Gracias al ajedrez Colón pudo descubrir América” pubblicato il 31 Agosto 2016 sul blog unoytres: senza la sua preziosa sintesi, non avrei potuto scrivere questo post.

La storia del suggerimento insperato dato al potente di turno ricorda molto quella della “Bella Dilaram“, vero? Ma la storia ci ha abituato a corsi e ricorsi…

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2 thoughts on “[R] Una Partida de Ajedrez en 1492

  1. La storia di Colombo e Isabella mi pare si trovi già nell’Usigli (1860). È una delle tante leggende, probabilmente risalente all’Otticento, fiorite intorno al gioco degli scacchi.

    1. Buongiorno, Mario.
      Visto che il libro “Crónica de los Señores Reyes Católicos Don Fernando y Doña Isabel de Castilla y de Aragón” di Hernando del Pulgar (la cui prima pagina è mostrata nel post) è del 1780, se di leggenda si tratta è nata prima dell’Ottocento.

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