Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

La Radioscacchistica

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(Riccardo M.)
“La Radioscacchistica” è il titolo di un breve articolo apparso sul numero di novembre del 1925 del periodico “L’Italia Scacchistica”. Mi piace qui riportarlo integralmente, come curiosità e testimonianza storica, con un piccolo commento a latere.

“Adoperiamo questa brutta parola per esprimere l’importantissima applicazione della radiotelefonia alla propaganda ed all’insegnamento della cultura scacchistica. Se quest’applicazione rappresenta per gli scacchisti italiani solo, purtroppo, una lontana speranza, essa è ormai un fatto compiuto per gli scacchisti tedeschi.

Numerose sono, specialmente nel nord della Germania, le società radioscacchistiche, già unite in associazione, col loro organo settimanale, il “Funkschach” e le loro stazioni trasmittenti. Abbiamo sottocchio il programma della settimana 12-18 ottobre e vi notiamo il nome di ben dodici stazioni trasmittenti con accanto indicata la loro lunghezza d’onda, il giorno e l’ora della conferenza o del corso di scacchi (ve ne sono per principianti e per provetti) ed il nome del conferenziere.

Basta accennare che fra questi vi è anche l’ex campione mondiale, Emanuele Lasker, che il 15 ottobre u.s. ha fatto sentire da Berlino a chi sa quante migliaia di uditori, scacchisti e non scacchisti, in Germania ed altrove, la sua dotta parola sul tema “L’estetica negli scacchi”, per comprendere l’importanza veramente straordinaria che hanno queste conferenze per la propaganda scacchistica.

Quando si avrà nella patria del grande Guglielmo Marconi una simile organizzazione?

Per i possessori d’un apparecchio radiotelefonico e che hanno familiarità con la lingua tedesca diamo l’indirizzo del “Funkschach”, il di cui abbonamento dall’ottobre al dicembre 1925 costa Mk 2: Funkwerbung Norag, Hamburg 36, Brosse Bleichen 53.”

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Un commentino è inevitabile. Nel 1925 i “possessori d’un apparecchio radiotelefonico” in Italia erano ben pochi.

Eppure il redattore di quella nota (che non si firmava ma che riteniamo possa essere stato il direttore Stefano Rosselli del Turco) pareva già sognare la grande propaganda scacchistica attraverso l’utilizzo di quelle “moderne” tecnologie.

Se lui avesse saputo che oggi avremmo avuto praticamente in tutte le case d’Italia circa trecentosessanta canali televisivi a colori trasmettere di tutto e ininterrottamente, di certo avrebbe pensato che almeno su uno (uno solo!) di quelli sarebbe lì a far sentire ogni tanto la sua “dotta parola” a “migliaia di uditori” qualche valido campione di scacchi. E che la propaganda del gioco degli scacchi sarebbe stata, ai nostri giorni, finalmente una realtà. E invece …. Zero

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Eh, già: il 1925 era pure l’anno di altre propagande, come la “battaglia del grano”)

Mio nonno materno, il quale, guarda caso, di cognome era un “Marconi”, diceva giustamente, e a proposito di “grano”, che “chi ha il pane non ha i denti”, oppure (lasciatemi aggiungere): “non ha la testa”.

Vabbeh, in compenso oggi abbiamo internet, nel bene e nel male, e sappiamo quali siano le sue potenzialità e il suo utilizzo, dai …

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