Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

… era solo un torneo estivo a Berlino

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(Riccardo M.)
Quali saranno nei prossimi anni gli avversari più pericolosi per l’umanità? Le guerre? Le pandemie? Il clima impazzito? Riusciremo fra cent’anni ancora a vivere, magari anche a parlare di Sport e a giocare a Scacchi?

Si svolgeranno regolarmente o no, tanto per non andar troppo lontano, le Olimpiadi di Tokyo nel 2021 (rinviate quest’anno)? Sarebbe, in caso negativo, la prima volta che una manifestazione olimpica già programmata e preparata non viene disputata per motivi di salute pubblica. In precedenza non si disputarono altre edizioni a causa delle due guerre mondiali (nel 1916,1940 e 1944).

La prima volta fu quindi nel 1916, per le Olimpiadi di Berlino, che avrebbero dovuto far seguito a quelle di Stoccolma 1912, quando la candidatura tedesca era svanita in extremis. Fu la Grande Guerra ad impedirle, fu un episodio ad innescare la tragedia, fu un giovane bosniaco, Gavrilo Princip, a dare con la sua pistola l’avvio della carneficina, con l’uccisione a Sarajevo dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico. Era il 28 giugno del 1914. L’Europa sarebbe stata sconvolta da una guerra terribile che causò circa 9 milioni di morti, dei quali oltre 600.000 erano italiani. Mio nonno materno se la cavò con una scheggia di bomba in gola e riuscì a sopravvivere. Ogni tanto ci penso…  e respiro profondamente e sento quanto sono fortunato se oggi il destino mi consente di pensare e parlare e, fra le altre cose, di poter essere qui a scrivere questo piccolo post.

Berlino nel 1916 doveva essere la capitale mondiale dello sport, ci si stava preparando per le Olimpiadi da tanto tempo attese in Germania, molte opere erano già state iniziate ed invece niente …. lo stesso De Coubertin, il padre dei giochi olimpici moderni, si arruolò come volontario nell’esercito francese, lasciando la direzione del C.I.O. al suo vice, un nobile svizzero che, stranamente, dimenticò di annullare ufficialmente quelle Olimpiadi (ma non di trasferire la sede del Comitato Olimpico Internazionale da Parigi a Losanna).

Berlino 1916 non resterà l’ultimo sogno infranto di una umanità che non finirà mai di comprendere i propri errori. Mentre sto scrivendo queste poche righe apprendo la notizia dei combattimenti in Nagorno Karabakh, il territorio caucasico autonomo e conteso tra Armenia e Azerbaigian, uno dei tanti focolai di guerra in giro per il mondo. E leggo che “l’esercito azero ha prima bombardato le postazioni delle forze indipendentiste armene, che avevano attaccato durante la notte, e poi ha lanciato una controffensiva… “.

Questa notizia è una nuova ferita. Armenia ed Azerbaigian sono, tra l’altro, due nazioni che proprio negli scacchi hanno una grande tradizione …. e quasi io inizio a sognare che si potrebbe utilizzare un “Armageddon”, anziché le armi, per dirimere certe contese che paiono assurde e che invece sacrificano innocenti e inconsapevoli vite umane. Lasciatemi sognare un Armageddon fra Aronian e Mamedjarov, che a fine partita si stringano la mano, analizzino insieme la partita e poi inizino a studiare per il successivo torneo e per le attese degli appassionati armeni ed azèri… Ma non si può, non è così semplice come vorrei …. almeno finché un giorno l’umanità non comprenderà che le guerre non servono a decidere chi ha ragione ma solo a vedere chi sopravviverà alle guerre stesse.

Poi mi accorgo che gli scacchi restano ugualmente vivi e immortali pure in mezzo alle tragedie, e leggo (1) che nell’estate del 1917, in una Berlino stritolata dalla guerra e privata delle Olimpiadi, sopravviveva una pubblicazione scacchistica, la “Deutsches Wochenschach”, che non si occupava di guerre e miserie ma che descriveva lo svolgersi del “Torneo Estivo” della “Società Scacchistica Berlinese”.

E allora penso che talvolta grazie agli scacchi si leniscano in minima parte le ferite, i lutti e le sofferenze rivenienti proprio da certe guerre e certe miserie. Forse gli scacchi sono stati inventati apposta per questo scopo. Per dimenticare. Mi fermo un istante a riflettere sulla buona sorte che avevano avuto quei partecipanti al “Torneo Estivo” del circolo berlinese (mentre altrove si era alla vigilia della “battaglia di Caporetto”), poi indugio su di una posizione che veniva presentata e commentata dalla “Deutsches Wochenschach”, questa:

(Kurt Maass – N.N., Berlino, estate 1917)

Oggi un finale del genere, con Alfieri di uguale colore, non lo proporrebbe nessuna rivista, tanto la vittoria appare facile per il Bianco. Ma a noi piace riportarlo ugualmente, sia come rievocazione storica sia perché sappiamo di essere seguiti anche da giocatori principianti.

Torno un attimo, per chiudere, al “fuoco olimpico”. Nell’antica Grecia i giochi di Olimpia erano anche uno strumento di pace: per consentire il loro svolgimento gli eserciti in conflitto erano soliti interrompere le ostilità. Non ci resta che sperare. Sperare che l’umanità trovi la maniera di dominare le pandemie e il clima, e di abolire le guerre.

Mi piacerebbe molto anche tornare a rivedere un’edizione olimpica a Roma (ho vaghi ricordi di quella del 1960), Roma che sarebbe già stata nel 1908 la sede che avrebbe voluto lo stesso Pierre de Coubertin (la scelta poi cadde su Londra).

Gli attuali governanti della città hanno però deciso di dare un ulteriore dispiacere al barone De Coubertin. Senza una motivazione. Succede anche questo, in specie quando si preferisce una pavida e miope patta (senza giocare) alla bellezza del gioco, all’arte, allo sport, alla competizione e all’incontro dei popoli. Era un’Olimpiade, non … era solo un torneo estivo a Berlino!


Note:
L’immagine di copertina è tratta dal film “1917” di Sam Mendes (del 2019)
(1) la traduzione dal tedesco era sul numero di novembre 1921 del quindicinale “L’Alfiere di Re”.

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