Tanti talenti in famiglia Penrose (2)
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(Riccardo M.)
(segue dall’altroieri) … All’età di 12 anni Jonathan Penrose s’iscrisse all’ Hampstead Chess Club e a 14 anni divenne campione britannico “under 18”. Una sicura promessa!
A 17 anni era già fra i primi dieci giocatori del suo Paese ed aveva sconfitto due importanti “vecchi” dell’epoca: Bogoljubov e Tartakower. Ciò accadeva a Southsea nel 1950.
La sua prima partecipazione al torneo di Hastings è del 1950-51, dove si classificò 4°-7° con 4,5 punti su 9, gli stessi punti del pluricampione italiano Vincenzo Castaldi, col quale pattò in 70 mosse un finale di Torri con un pedone in meno.
Ecco i risultati dei suoi successivi “Hastings” (si tenga conto che questo torneo ha avuto sempre appena 10 partecipanti a partire dal 1922 e fino al 1970-71): vittoria nel 1952-53 a pari merito con Yanofsky, Medina e Golombek; 9° nel 1955-56 e nel 1956-57; 7° nel 1957-58; 4° nel 1961-62 (dietro Botvinnik, Gligoric e Flohr); 6° nel 1966-67.
Avevamo scritto che Jonathan Penrose ha vinto il campionato britannico per ben dieci volte, dal 1958 al 1963 e poi dal 1966 al 1969: in questa speciale classifica supera di una lunghezza Henry Atkins e di tre Michael Adams. Difficilmente questo suo record sarà presto battuto!
Si può certamente dire che egli non abbia avuto rivali nel suo Paese negli anni ’50 e ’60. Il titolo di Maestro Internazionale lo ottenne nel 1961, ma all’epoca era considerato della forza di un grande maestro. A frenarne l’ulteriore salto di qualità fu soltanto l’aver scelto di rimanere un dilettante e l’aver quindi partecipato a pochissimi tornei internazionali. Rifiutò spesso inviti a prestigiosi tornei, restando sempre prioritario nella sua vita il lavoro accademico: lui è stato un docente di psicologia e non deve aver mai considerato gli scacchi niente di più che un gioco. Tra l’altro non mi risulta che, al contrario della più parte dei giocatori, Jonathan Penrose abbia mai, prima di oggi, scritto qualcosa di scacchi.
Jonathan tuttavia difese i colori della Gran Bretagna in ben 9 Olimpiadi fra il 1952 e il 1974, spesso con ottimi risultati. Alle Olimpiadi di Lipsia 1960 prevalse sul campione del mondo in carica Mikhail Tal, diventando il primo giocatore britannico, dopo Blackburne (che nel 1899 batté Lasker), a sconfiggere il campione in carica. A Varna 1962 ottenne un bel 12,5 su 17 (9 vinte e una perduta) e a Lugano 1968 terminò imbattuto con 10 vittorie e 5 patte, uno score inferiore solo a quello dell’allora campione mondiale Petrosian. Sia a Varna sia a Lugano vinse la medaglia d’argento individuale giocando sulla prima scacchiera! Nonostante questo bel risultato singolo, la Gran Bretagna si classificò appena al 14° posto a Varna 1962 e al 16° a Lugano.
Lugano ’68 fu un po’ il “canto del cigno” per Jonathan, che l’anno successivo giunse appena terz’ultimo a Palma de Majorca in una delle sue rarissime puntate all’estero.
Alle Olimpiadi di Siegen 1970 ebbe un momento di crisi nervosa ed uno svenimento dopo aver perduto una partita molto tesa, e da quel momento cessarono le sue partecipazioni individuali ai tornei. Preferì dedicarsi al gioco per corrispondenza, dove divenne G.M. nel 1983 e dove contribuì a far vincere il suo Paese nella nona edizione (1982-87) del Campionato mondiale, conquistando la medaglia d’oro sulla prima scacchiera.
La FIDE nel 1993 gli conferì comunque il titolo di Grande Maestro.
In proposito, da più parti si legge che questo sarebbe stato un titolo “honoris causa”. Il maestro e scrittore inglese Leonard Barden tenne invece più tardi a sottolineare che tali fonti (compreso Wikipedia) sono in errore, in quanto la proposta di nominare Jonathan Penrose Grande Maestro venne sottoposta alla FIDE già alla fine degli anni ’70 proprio in conseguenza di alcuni risultati, quali il torneo di Enschede del 1963 e le Olimpiadi di Lugano del 1968, all’epoca non sufficientemente considerati. Sembra che al riguardo sia stato decisivo, dopo ben 15 anni, il parere favorevole del noto arbitro internazionale Lothar Schmid, che consentì di superare certe voci critiche che incredibilmente erano sorte addirittura da parte di suoi connazionali i quali avevano messo in evidenza i risultati negativi del giocatore alle Olimpiadi di Siegen 1970 e di Nizza 1974 e le sue scarsissime partecipazioni a tornei lontano dalla Gran Bretagna. Barden si riferiva in particolare a Raymond Keene, uno che, al contrario di Penrose, giocò tantissimo all’estero.
Scriveva George Botterill su British Chess nel 1983: “Penrose è stato una delle figure di spicco nella storia degli scacchi britannici. Eppure anche molti che lo incontrarono non se ne resero conto perché lui è un personaggio silenzioso e modesto”.
Senza dubbio a Jonathan non mancava la classe, gli mancava però, a parte il professionismo, anche la cattiveria, quello che è chiamato “istinto omicida” e l’ambizione di primeggiare nello scacchismo internazionale.
A testimoniare il valore del mite Jonathan Penrose ci sono altresì dei buoni risultati in scontri diretti con alcuni grossi nomi dell’epoca quali Portisch (1 vinta e 2 patte) o Mecking (2 vinte e una patta).
Questa è la sua famosa partita contro Tal alle Olimpiadi di Lipsia 1960.
A Lipsia 1960 Jonathan mancò per un soffio l’occasione di mettere nel sacco un altro futuro campione del mondo: Bobby Fischer, che si salvò con una quasi miracolosa patta (potete vederli in azione nella foto di apertura della prima parte di questo articolo)
Se quella contro di Tal è senza dubbio la partita più nota di Jonathan Penrose, c’è una simpatica miniatura che ho piacere di mostrarvi e nella quale cadde vittima Walter Veitch nel corso del campionato britannico del 1950:

In conclusione (e scherzi d’apertura a parte), di talento in famiglia Penrose ce n’è stato e, come abbiamo visto ieri, ce n’è ancora in abbondanza.
Complimenti a tutti!
(2 – fine)