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A lezione di finali da Carlsen

3 min read

Norway Chess 2021 - Carlsen-Firouzja (Foto di Lennart Ootes)

(Uberto D.)
La capacità di Carlsen di vincere finali patti per la maggior parte degli altri GM è ormai quasi proverbiale. La sua tecnica, associata alla fiducia nei propri mezzi e alla inimitabile abilità di creare sempre problemi ed offrire scelte difficili agli avversari, gli ha garantito negli anni molti mezzi punti in più di quelli che le posizioni sulla scacchiera facessero prevedere.

Il recente Norway Chess 2021 non era partito bene per il Campione del Mondo, che dopo il girone di andata aveva ottenuto (senza contare i risultati degli spareggi Armageddon) quattro patte e una sconfitta (con Karjakin). Al sesto turno Carlsen ha incrociato i pezzi con Firouzja in un incontro dei tanti che li vedranno affrontarsi nei prossimi anni (qualcuno comincia già a contare quanto manca ad un match mondiale tra di loro). Era ovviamente una partita che il norvegese doveva vincere a tutti i costi, ma dopo 24 mosse le cose non gli erano particolarmente favorevoli.

Carlsen – Firouzja
Norway Chess 2021, Stavanger (NOR), 14.09.2021
Mossa al Bianco

D’accordo che al Norway Chess dell’anno scorso Firouzja aveva perso un finale facilmente patto con una svistaccia, ma, a parte la crescita del ragazzo nell’ultimo anno, qui non si vede proprio quale dovrebbe essere il modo per organizzare qualcosa che sbilanci la posizione in favore del Bianco.

Anche se la debolezza in a6 è seria e duratura, una sola debolezza non è sufficiente per vincere quindi Carlsen deve provare a creare qualcos’altro sul lato di Re od organizzare la penetrazione del Re sul lato di Donna per attaccare anche gli altri pedoni.

Come prima cosa, va definita la struttura dei pedoni sul lato di Re, puntando a mettere i pedoni su casa nera e, se possibile, creare un pedone passato sulla colonna h. È inutile correre con il Re al centro della scacchiera visto che, a causa del pedone g2 attaccato, il Re nero arriverà prima.

Firouzja gioca 33… g6 (Foto di Lennart Ootes)

Firouzja calcola freneticamente la sua 41a mossa (Foto di Lennart Ootes)



Riprendiamo la partita di Carlsen per vederne la conclusione.

Firouzja abbandona (Foto di Lennart Ootes)

Una vittoria affascinante per i suoi risvolti psicologici, oltre che per quelli tecnici. Ancora una volta Carlsen ha mostrato ciò che nel 2013 il GM Jonathan Rowson aveva definito in inglese “nettlesomeness“, che potrei tradurre in italiano con “capacità di irritare” o, in termini più concreti, “capacità di creare problemi (all’avversario)”. Firouzja si è trovato a dover prendere decisioni inaspettate, magari in posizioni che riteneva ormai pari e che quindi lo avevano indotto a una certa rilassatezza.

Ritengo questa abilità di Carlsen collegata a ciò che disse Karpov quando perse il suo primo incontro (blitz) contro il norvegese in un torneo Rapid a Reykjavik nel 2004: “Il ragazzo produce idee e questo è sorprendente per un giocatore così giovane” (Carlsen aveva 13 anni). E’ proprio questa capacità di produrre idee che gli consente di trovare il modo di porre sempre problemi nuovi agli avversari che, spesso, cedono.

Firouzja ha commentato di aver ricevuto una “eccellente lezione” della quale avrebbe fatto tesoro per il futuro. Magari questo finale ha insegnato qualcosa anche a noi…


Tutte le foto di questo post sono di Lennart Ootes e state recuperate dalla pagina Facebook del torneo Norway Chess.

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3 thoughts on “A lezione di finali da Carlsen

  1. Mi scuso se la domanda suona stupida, sono un totale principiante: perché Firouzja ha deciso di abbandonare? Perché aveva poco tempo o perché ormai la partita era persa?
    Non c’era ancora possibilità di finire Re contro Re?
    Articolo molto interessante!

    1. No, Giordano, il Nero deve cambiare gli Alfieri altrimenti il pedone va a Donna e il finale di soli Re e pedoni è facilmente vinto perché il Bianco guadagnerà anche il pedone b5. Firouzja ha quindi abbandonato perché la partita era irrimediabilmente persa.
      Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il post.

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