Aspetta… questa posizione l’ho già vista!
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"Torneo di scacchi" (Foto di Boris Ignatovich del 1935)
(Uberto D.)
Comodo sapere come si gioca una certa posizione, vero? Eliminando idee “peccaminose” che prevedono sbirciatine proibite (avete capito a cosa mi riferisco, no?), l’unico modo è aver già visto quella disposizione di pezzi e ricordare come quel Grande Maestro continuò verso la vittoria (ovvero la patta, se è quello il massimo che si può ottenere). “Va bene, ma… come faccio a ricordarmi tutte le posizioni che ho visto, Uberto?” Semplice: non puoi e nessuno può.
Eppure c’è un modo per ridurre le sequenze di mosse da ricordare: capire gli elementi-chiave di una posizione e della continuazione giusta, e mantenere solo queste “bandierine” in memoria, fidandosi della capacità di “unire i puntini” in partita e ricostruire come giocare.
E’ come imparare il percorso per andare da casa al circolo di scacchi che sta dall’altra parte della città senza memorizzare ogni svolta, ogni semaforo e il nome di ogni strada, ma conoscendo bene solo quelle due o tre svolte critiche o quei sensi unici che servono.
Pur ammettendo che in questo modo si rischiano enormi cantonate in alcune varianti di apertura dove la tattica la fa da padrone e il minimo errore fa la differenza, è memorizzando strutture pedonali, piani tipici di gioco, motivi e temi combinativi, quadri di matto, stratagemmi vari per indebolire la posizione dell’avversario, manovre tecniche nei finali e studi che si forma quella cultura scacchistica che sta alla base di tante decisioni alla scacchiera.
Il problema, ovviamente, è quello di essere in grado di recuperare dalla memoria proprio quella posizione o quello studio, assieme alle idee di base che ci aiuteranno a trovare la mossa giusta. No, non è facile e neanche i Grandi Maestri ce la fanno sempre.
Nel recente Campionato Europeo Open a Squadre 2021, Alireza Firouzja ha ottenuto un eccellente risultato, anche grazie alla vittoria del 9° turno su Mamedyarov. Vediamo la fase cruciale della partita, partendo dal finale di Torri nel quale Firouzja ha un pedone in più.

Alireza Firouzja – Shakhriyar Mamedyarov
Campionato Europeo Open a Squadre 2021, 9° turno
21.11.2021, Terme Catez (SLO)
Posizione dopo 48. Rf1
In questa posizione il Nero ha cercato di impedire al Re Bianco di attraversare la 3ª traversa ma, con la sua ultima mossa, Firouzja ha iniziato la manovra di aggiramento via g2-h3 che gli permetterà di sostenere l’avanzata del pedone “g”. Il Re di Mamedyarov non potrà intervenire a contrastare questa manovra a causa del “taglio” sulla colonna f, quindi… come potrebbe tentare di difendersi?
Dopo più di 15 minuti di riflessione (un’enormità visto che la partita era già nella fase finale), Mamedyarov non ha trovato nulla di meglio di
Come i commentatori più attenti hanno fatto notare subito dopo la partita, la posizione del diagramma si era già vista in un altra partita, giocata ben 113 anni prima!
Richard Teichmann – Semion Alapin
Torneo di Praga, 14° turno
05.06.2, Praga (AUH)
Posizione dopo 69. Rf1
Incredibile, vero? Stessa identica posizione, venutasi a creare dopo un’identica mossa del Bianco. Il forte Alapin fu però in grado di trovare la manovra giusta per pattare. Ecco il sorprendente seguito:
Insomma Alapin nel 1908 giocò il finale molto meglio di uno dei migliori GM odierni che non solo non aveva nel suo archivio mentale lo schema di difesa di quella partita, ma non ha neanche considerato la mossa Tf3 e le varianti conseguenti allo scambio delle Torri.
Si potrebbe correttamente fa notare che più di un secolo fa i finali venivano giocati con molto più tempo a disposizione, ma è anche vero che un quarto d’ora di riflessione di un GM dei nostri giorni in una posizione con così pochi pezzi e poche opzioni doveva essere più che sufficiente per analizzare la posizione correttamente.
Firouzja ha ringraziato e intascato il punto, ma la lezione per Mamedyarov (e per tutti noi) è quella di cercare di studiare le partite e gli studi del passato e di mettere da qualche parte i loro concetti in modo poterli quanto meno considerare durante le analisi alla scacchiera.
Se proprio non si ha il dono dell’intuito, la capacità di identificare le corrette “mosse candidate” e di saperne analizzare gli sviluppi immediati è già moltissimo per evitare di lasciare mezzi punti per strada.