Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Pedoni passati lontani e spinte di rottura

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(Uberto D.)
Una delle frasi che più spesso ricorrono nell’analisi dei finali di pedoni è “… e il pedone passato lontano è decisivo“. Sappiamo tutti bene, in realtà, che negli scacchi tutto va contestualizzato alla posizione concreta, e che la posizione dei Re e la disponibilità di tatticismi sono fattori altrettanto decisivi. Certo, ma come fare a decidere se semplificare in un finale di Re e pedoni senza dover (o poter) calcolare tutto?

All’Open di Reykjavik dell’aprile scorso, il MF danese Tim Jaksland ha dovuto prendere questa decisione contro il rampante GM olandese Max Warmerdam e, avendo scelto di giocare una petite combinaison che gli ha consentito di riprendere il pedone che aveva di svantaggio, è entrato in un finale Re e pedoni con, appunto, un pedone passato lontano. La partita è apparentemente finita subito dopo con la vittoria del suo avversario, lasciando agli spettatori il dubbio sul perché il Bianco avrebbe abbandonato.

Vediamo assieme come può essere proseguita la partita e perché l’eventuale abbandono di Jaksland è giustificato. La tecnica che il Nero deve usare, però, è tutt’altro che banale ed è utile vederla applicata sulla scacchiera.

Tim Jaksland – Max Warmerdam
Reykjavik Open 2022, 1° turno, 6 aprile 2022


Ora inizia la fase più tecnica dell’analisi: come giudicare il finale di Re e pedoni che si verrà a creare?

Il Bianco ha il pedone passato “lontano”, che però è facilmente controllato del Re nero. D’altra parte, il Nero ha la maggioranza 4 vs 3 sul lato di Re e potrà crearsi un pedone passato che, con la sequenza di spinte più spontanea, sarà sulla colonna e, quindi molto vicino al Re bianco. Bisogna calcolare!

La prima decisione per il Nero è se c’è bisogno dell’intervento del Re a sostegno dei pedoni (o per andare ad attaccare il pedone f2), oppure se i pedoni possono fare da soli. Vediamo.

E’ facile capire che il Re nero non può andare ad attaccare la base della catena in f2 perché il pedone a3 andrebbe a Donna indisturbato. Ecco come potrebbe andare se il Re si dirigesse verso est:


Torniamo a questa posizione e analizziamo l’alternativa in cui i pedoni avanzano da soli. Si inizia con 51… h6, puntando sul fatto che il Re bianco è costretto a perdere due tempi per catturare il Cavallo.

Una risorsa da ricordare nei finali di pedone!


Come applicare queste idee

Se avete colto le idee dietro l’analisi della partita precedente, non dovreste avere dubbi su come giocare qui con il Nero. Si tratta sempre di posizione tratta da una partita di torneo, stavolta giocata ben 28 anni fa alle Olimpiadi di Mosca. Come ben sappiamo, certe idee non hanno scadenza!

La decisione principale che il Nero deve prendere è se cambiare le Torri o no, valutando quindi se giocare 48… Ta5+ ed entrare in un finale di Re e pedoni oppure 48… Th5 per guadagnare il pedone h2.

Provate a ragionare sulla posizione del diagramma, immaginate cosa avreste giocato e poi cliccate sul bottone qui sotto per vedere come è proseguita la partita.

La maggioranza di pedoni neri sul lato di Re sarà in grado di produrre un pedone passato, mentre il Re Nero saprà bloccare il pedone c agevolmente. Il problema, però, è che il Nero deve trovare il modo di crearsi un pedone passato lontanto del Re Bianco, altrimenti la partita finirà patta. Vediamo come Yasser Seirawan riusci a realizzare questo piano.

Filemon Cruz – Yasser Seirawan
Olimpiadi di Mosca, 11 dicembre 1994, Turno 10


Spero che questi finali vi siano piaciuti e che in futuro saprete utilizzare il meccanismo delle spinte di rottura nei finali di pedone grazie anche al ricordo di queste due partite.

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