Fischer – Spassky 20 anni dopo: il match del 1992 in Jugoslavia (1)
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Robert Fischer e Boris Spassky a Sveti Stefan (Montenegro), 1992. Foto: Archiv Josip Adžić.
(Adolivio Capece)
La strada per la tanto auspicata sfida di rivincita fra Bobby Fischer e Boris Spassky fu agitata, tortuosa e lunga. Troppo lunga. Due tappe che tracciano la via del ritorno di Fischer al gioco sono contenute in due diverse interviste rilasciate da Spassky, una nel 1988 e una nel 1990. Vediamole.
Boris Spassky, ottobre 1988
“Ho incontrato Bobby Fischer poche settimane fa a Pasadena; abbiamo fatto una lunga passeggiata insieme, gli ho offerto il pranzo. È a corto di soldi, non gioca più a scacchi e non sta molto bene fisicamente.
È mia intenzione proporre alla Associazione Grandi Maestri la creazione di un fondo a favore di Fischer; non è serio che un campione della sua levatura debba vivere in pratica in povertà. Certo Bobby non accetterà mai l’elemosina, è troppo orgoglioso. Ma sono certo che sia possibile trovare un modo per fargli avere il denaro di cui ha bisogno.
Non credo abbia voglia di tornare a giocare a scacchi; gli piace seguire gli avvenimenti del gioco, ma non gli interessa più il lato agonistico. Forse un giorno si riuscirà a convincerlo a tornare per una esibizione, o più semplicemente per farsi rivedere dai suoi fans, ma non è sicuro. Ha troppe fobie, troppi timori di essere perseguitato da ebrei, KGB, neonazisti e simili.
Perché si sia allontanato così definitivamente dal mondo degli scacchi non lo so e forse non lo sa neppure lui. Dopo la conquista del titolo mondiale, che mi ha strappato nel 1972, Bobby ha vissuto un momento di rigetto del gioco, un momento di saturazione totale che non è più riuscito a superare. È crollato psico-fisicamente, come può succedere ad un atleta autore di uno sforzo sovraumano, subito dopo aver tagliato il traguardo.
Non c’è altra spiegazione, o almeno io non ne vedo altra, se non forse quella inconscia di ritirarsi imbattuto, come a volte succede nel pugilato. Però così facendo Bobby ha rinunciato a molto denaro, denaro che di certo oggi gli farebbe comodo”.
Boris Spassky, luglio 1990
“Ho incontrato di nuovo Bobby Fischer a Bruxelles, insieme al grande maestro olandese Jan Timman e all’organizzatore belga Bessel Kok. Fischer è stato ospite di Kok per tre giorni, dopo essere arrivato in gran segreto da Pasadena.
Sta abbastanza bene e non ha intenzione di tornare a giocare; in realtà a Bruxelles ha affermato che potrebbe essere interessato a giocare un match di rivincita con me, ma sono io a non essere interessato alla cosa.
Viceversa Bobby non ha alcuna intenzione di affrontare Gary Kasparov o Anatolij Karpov, che continua a considerare più deboli: nei tre giorni a Bruxelles abbiamo analizzato insieme varie partite dei due Kappa e Bobby ne ha confutato parecchie varianti.”
Non fu possibile sapere da Spassky come mai Fischer si sia sobbarcato il viaggio da Pasadena a Bruxelles, dato che sembra poco probabile che lo abbia fatto solo per incontrare Spassky, Timman e Kok.
Ma Bessel Kok è il miliardario che finanziava l’Associazione Grandi Maestri e forse gli ha dato del denaro o forse ha discusso con Fischer la possibilità di realizzare su vasta scala l’orologio per il gioco brevettato da Bobby stesso.
E a posteriori c’è stata un’altra spiegazione: che Bobby abbia accettato l’invito perché aveva intenzione di recarsi poi in Germania a cercare notizie sulle proprie origini… .
Passano altri due anni e …
… a fine luglio 1992 Belgrado annuncia che Bobby Fischer aveva accettato di giocare un incontro con Boris Spassky. Due separati periodi di gioco, il primo a Sveti Stefan, storica cittadina presso Budva, in Montenegro, inizio il 2 settembre, la seconda a Belgrado. Compenso pattuito per Bobby: 5 milioni di dollari!
Motivazione ufficiale del ritorno alle gare dell’americano: una “cotta” per Zita, una ragazzina diciannovenne nord americana di origine ungherese (la famiglia della ragazza è originaria di Budapest) che il quarantanovenne ex campione del mondo di scacchi vorrebbe sposare al più presto: ma per farlo ha bisogno di soldi.
Garry Kasparov ha dichiarato: “Se Fischer tornasse alle gare sarebbe davvero magnifico. Purché giochi ancora come vent’anni fa.”
Poi Kasparov, che in occasione dei campionati del mondo a squadre degli scacchi a Manila si era battuto perché la squadra della Jugoslavia non fosse ammessa al torneo nel rispetto del boicottaggio Onu, ha aggiunto: “In nessuno sport, finora, si sono mai pagati 5 milioni di dollari per l’esibizione di un ex campione: secondo me è solo una manovra politica”.

Di un possibile ritorno alle gare di Fischer si parlava comunque da almeno un paio di anni e più volte la cosa sembrava ormai fatta, ma poi è saltata all’ultimo momento. Una occasione si è avuta in aprile 1992: Fischer aveva sottoscritto un contratto per giocare nella città andalusa di Linares; compenso pattuito oltre 4 miliardi di lire, ma pochi giorni prima del via Bobby aveva fatto sapere di volere il doppio e quindi non se n’era fatto nulla.
Intanto erano stati annunciati gli arbitri per Belgrado: il tedesco Lothar Schmidt e lo slavo Svetozar Gligoric.
A quanto pare Fischer era già a Belgrado da un paio di settimane, in agosto, e si stava allenando intensamente: viveva in una villa alla periferia della città guardata a vista da decine di guardie; aveva già ispezionato la sala gioco facendo apportare varie modifiche.
È stato persino fotografato! Ingrassato, molto stempiato per non dire quasi calvo, il volto incorniciato da una barbetta riccia che parte dalle basette, baffi, il Fischer del 1992 ricordava quello del match di Reykjavik solo vagamente.
Intanto era stato diffuso l’invito ad assistere al match; vi era scritto testualmente: “Il campione del mondo di scacchi Robert James “Bobby” Fischer invita al match di rivincita contro l’ex campione del mondo Boris Spassky”.
Come se nel frattempo Anatolij Karpov e Garry Kasparov (campione del mondo FIDE nel 1992) non fossero esistiti…
Si giocarono 30 partite. Fischer prese il largo vincendone 4 quasi di fila fra la settima e l’undicesima. E fu un match senza storia: 10 vittorie di Fischer contro 5 di Spassky. Ma fu anche un match che (inevitabilmente e giustamente) non ebbe quel successo che organizzatori e giocatori forse si attendevano.
(continua)
Nella seconda parte di questo articolo vedremo due partite della sfida, con le note dell’epoca, la prima da Sveti Stefan, la seconda da Belgrado. A presto!