Chessboxing !
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Dina Belenkaya e Andrea Botez sul ring
(Renato Tribuiani)
Il G.M. Inglese David Howell, nella quotidiana rubrica di scacchi su “The Times”, riporta eccezionalmente un evento di Chessboxing (Mogul Chessboxing Championship) svoltosi a Los Angeles il dicembre scorso.
Le gare si sono disputate al Galen Center alla presenza di 10.000 spettatori paganti , insieme ad altri milioni collegati on-line.
In uno di questi incontri (un mix di 11 brevi rounds alternati di scacchi e boxe) si è esibito con scarso successo il M.I. inglese Lawrence Trent, opposto al G.M. canadese Aman Hambleton, finendo al tappeto durante il primo round.
Il momento più eccitante e drammatico dell’intera manifestazione è giunto con l’incontro tra due affascinanti concorrenti femminili: la canadese Andrea Botez con i pezzi bianchi e la russa-israeliana Dina Belenkaya con i neri (l’intera partita con le immagini delle concorrenti, insieme al regolamento completo del Chessboxing, sono reperibil sul Web).
La russa prende ben presto il sopravvento negli scacchi, per quanto entrambe non vedano lo scacco matto in una mossa: 29… Cxf2 (Howell sottolinea come le sberle non giovino all’attenzione). Comunque, nel diagramma successivo, si ripresenta il matto in una mossa, ma il gong impedisce di eseguirla in tempo.
Si assiste da ora, nell’ultimo turno di boxe, ad una caccia selvaggia. La Botez, dominata nel gioco, può sovvertire il pronostico solo “abbattendo” la rivale col K.O.
Il pubblico eccitato scopre, suo malgrado, quanto possa essere pericolosamente affascinante godere dell’espressione della pura violenza che miri all’annichilimento psico-fisico dell’avversario.

La neurologia e la boxe
Il neurologo olandese Dick Swaab (“Noi siamo il nostro cervello” – 2010, Elliott Edizioni) non è certo un beniamino per i cultori della Boxe, a causa delle sue battaglie nel proporre la cancellazione radicale di questo sport.
Nel capitolo XIII, al punto 1, titola: “Una neuropornografia: la boxe”. In esso ripercorre tutti i dubbi e le certezze negative che in letteratura scientifica accompagnano la boxe, anche di carattere dilettantistico (amatoriale), come nel chessboxing.
Gli interessati ammettono di non sottovalutare i pericoli accertati dalla traumatologia, ma ribattono che la pratica della boxe è una scelta volontaria: se la Società civile tollera l’uso dell’alcol, del fumo, delle droghe (“modica quantità per uso personale”), abitudini nocive che causano dipendenza, si può essere anche più indulgenti verso la boxe che preserva dopotutto, la possibilità di recedere dalla scelta (decisione che Lawrence Trent avrà certamente valutato dopo l’esperienza di Los Angeles!).

The Show must go on
La Federazione Scacchistica Italiana si dichiara orgogliosa di offrire il proprio patrocinio ai prossimi Campionati mondiali di Chessboxing programmati a Riccione nel corso di quest’anno. Si rimane perplessi di fronte alla notizia di un imprevedibile ‘coup de foudre’tra gli scacchi e la boxe, una coppia strampalata di attività agli antipodi, simboleggianti l’amore e l’odio propri delle relazioni amorose: l’una celebra le qualità del cervello, l’altra si adopera per minarle. Comunque, o forse proprio per questo, si prevede a Riccione un successo mediatico e di pubblico presente, addirittura superiore a quello raccolto a Los Angeles.
Amici scacchisti che hanno assistito, almeno on-line, a tale specie di manifestazioni, confessano di aver vissuto emozioni contrastanti ma continue (le pause tra un round e l’altro, alternati, rinforzano il senso di aspettativa, effetto impossibile nel seguire separatamente un incontro monocorde di solo scacchi o solo boxe). Alcuni hanno riferito di provare persino un quasi imbarazzante senso di gradevole “voyeurismo” nel caso dell’incontro testé descritto!
Nuove nuvole all’orizzonte

La figura è tratta da “Atlante di Neuroscienze di NETTER”, edizione 2022. La linea aggiunta a mano dallo scrivente, che attraversa orizzontalmente lo spazio subaracnoideo, localizza la posizione della SLYM (membrana simil linfatica subaracnoidea). La scoperta risale a gennaio 2023 presso la University di Rochester Medical Center di New York.
Una delle suggestive ipotesi è che serva a mantenere il liquido cerebro-spinale che circola all’interno del cervello, separato da quello “sporco”, avviato allo scarico e contenente le temibili proteine beta-amiloide e Tau.
Si teme, data l’estrema fragilità di tale membrana, che colpi al capo possano danneggiarla, causando rottura del flusso liquorale, lasciando via libera alle infiammazioni, alla sclerosi multipla e alla finora insospettata possibile causa traumatica dell’Alzheimer!
Si attendono tempestive rassicurazioni dalla Medicina!