Aleksandr Kazimirovič Toluš
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(Riccardo Moneta)
Il giocatore di cui parliamo oggi, Aleksandr (o Alexander) Tolush, non è forse il più noto fra gli scacchisti sovietici dello scorso secolo. Però è stato uno dei pochissimi che ha potuto vantarsi di aver dato scacco matto ad un campione che raramente perdeva e che ancor più raramente subiva il matto in partita: Mikhail Botvinnik. Ecco, più che altro per curiosità, come accadde, premettendo che in questa occasione Botvinnik non ha di certo mostrato il meglio di sé.
Tolush — Botvinnik
Mosca 1944, 13° Campionato dell’URSS
(posizione dopo il tratto 40 del nero: Cc6-d8)
Una distrazione da parte del neo campione Botvinnik, che fu sconfitto pure da Bronstein ma che s’impose in quel torneo con ben 12,5/16, mentre Tolush, che in quei giorni vestiva la divisa militare, fu appena settimo e con un risultato del tutto particolare: una sola patta a fronte di 8 vittorie e 7 sconfitte! Bisognerebbe in proposito aggiungere, ad onor del vero, che Mikhail Botvinnik in quel difficile periodo fu piuttosto avvantaggiato dalla circostanza di essere stato esonerato dal servizio militare.
Tolush è invece ricordato in Russia più come un ottimo allenatore che come giocatore: allenò Paul Keres per circa 8 anni fra il 1947 e il 1955, e fra il 1952 e il 1960 anche Boris Spassky. A lasciare su di lui un ricordo scritto fu anche la moglie Valentina, la quale nel 1983, ovvero 14 anni dopo la morte di Aleksandr, ne pubblicò la biografia, contenente una raccolta di 92 sue partite.
Ripercorriamo brevemente le tappe principali della sua vita e della sua carriera. Aleksandr Kazimirovic Tolush nacque a San Pietroburgo il primo maggio del 1910. Dovrebbe essere un bel giorno, il primo di maggio, un giorno di primavera ricco di buoni auspici. Ma non fu così semplice la vita del giovane Aleksandr, che perse il padre quando aveva 15 anni e che fu osteggiato dal nuovo patrigno quando quest’ultimo si accorse che la notte, anziché dormire, Sasha (così lo chiamavano) leggeva stupidi “libracci di scacchi”.
Sasha lasciò presto la scuola, non finì neppure le medie, imparò il mestiere di calzolaio, così come aveva voluto la famiglia, ma non trascurò i libri. Di giorno lavorava, la sera studiava. Divenne un autodidatta e, fra una partita di pallone (l’altro suo hobby che pare gli abbia procurato seri problemi alle gambe) e l’altra, crebbe l’interesse per gli scacchi.
Tolush si mise in luce soprattutto come brillante giocatore tattico, fin dai suoi primi successi, il Campionato RSFSR a Gorky nel 1935 e il Campionato di Leningrado (nuovo nome di San Pietroburgo) nel 1937 e 1938.
Quelli, alla vigilia della seconda guerra mondiale, non erano anni facili per gli scacchi e i suoi appassionati. Nel giugno del 1941 Aleksandr si offrì volontario per il fronte durante l’assedio di Leningrado e nelle pause delle operazioni belliche cercava di interessare i compagni di lotta tenendo qualche simultanea.
Dopo la guerra ripresero i tornei e vennero altri successi per Aleksandr, che vinse i campionati della sua città nel 1946 e 1947, mettendo in mostra eccellenti doti di combattente. “Non sarò mai campione del mondo, ma voglio provare a diventare, almeno una volta, il campione del mio Paese”, era il sogno di Aleksandr. Effettivamente Tolush dimostrò di saper lottare alla pari con i grandi suoi connazionali degli anni ’50 (ed erano davvero tanti!), partecipando con notevoli risultati e per ben 10 volte alla finale di Campionato sovietico.
Ma, forse anche perché gli anni migliori della giovinezza gli erano alle spalle, riuscì appena a sfiorarlo quell’ambito titolo: fu 5° nel 1947 (dietro Keres, Boleslavski, Bondarevski e Smyslov), 5° nel 1948 (dietro Bronstein, Kotov, Furman e Flohr), 2° nel 1950 (a mezzo punto dal vincitore Keres e alla pari con Aronin e Lipnitsky), 4° nel 1952 (dietro Botvinnik, Geller e Boleslavsky) e 4° nel 1953 (dietro Botvinnik, Taimanov e Geller).
L’ultima grande occasione la ebbe nel 1957, già quarantasettenne, quando prima dell’ultimo turno era in testa alla pari con Tal. Purtroppo per lui, perse lo scontro diretto col campione di Riga e finì soltanto al quarto posto, alla pari con Spassky e scavalcato anche da Bronstein e Keres.
Nel frattempo Tolush aveva guadagnato (1950) il titolo di maestro internazionale e poi (1953) quello di Grande Maestro a seguito del suo miglior risultato di sempre, ovvero il primo posto nel torneo internazionale di Bucarest, dove seppe mettere in fila grossi nomi quali Petrosian, Smyslov, Boleslavsky, il suo giovanissimo allievo Spassky e Laszlo Szabo, ottenendo ben 14 punti su 19 partite (+10 =8 -1).

Tolush era una persona tutta di un pezzo, senza mezze misure, negli scacchi come nella vita; il pareggio non lo cercava mai, era sempre interessato a giochi complicati, ricchi di tensione e di tattica. Fondamentale era sempre ‘avere l’iniziativa’, così sosteneva. Può sembrare strano per un attaccante come lui, eppure ha sempre preferito utilizzare sistemi chiusi di apertura.
A proposito di Spassky, così un giorno Boris scrisse di Tolush: “Il mio gioco giovanile era troppo asciutto e noioso, mancava la tattica, io ero troppo legato all’infallibilità delle leggi posizionali, agli insegnamenti di Nimzowitsch. Kazimirych (così lo chiamavano gli amici) mi ha rivelato un altro mondo, un mondo magico di combinazioni. Ed è stata una svolta che si è rivelata fondamentale per la mia carriera. Confesso però che io sono stato uno studente difficile, in quanto privo di disciplina e di organizzazione, mentre Tolush, peraltro persona dall’inesauribile umorismo e arguzia, era ordinato, onesto e preciso fino alla pedanteria, qualità che egli pretendeva dai suoi allievi”.
Tolush è stato allenatore, fra gli altri, di Ludmila Rudenko (1904-1986) negli anni in cui la scacchista ucraina (e campionessa di nuoto) fu campionessa mondiale di scacchi, cioè fra il 1950 e il 1953.
Tolush tenne una rubrica scacchistica sul quotidiano “Vecherniy Leningrad” e fu commentatore radiofonico. Nel 1965 divenne anche Maestro Internazionale per Corrispondenza. Ancora nel 1968, quindi all’età di 58 anni, brillava con un incredibile secondo posto nel torneo di Keszthely alle spalle di Lajos Portisch. Morì nella sua Leningrado il 3 marzo del 1969.
Ho parlato delle capacità combinative di Tolush. Concludo pertanto l’articolo con due fra i suoi numerosi gioielli.
Tolush – Blagidze
Jerevan, 1956
Il Nero ha posizionato gran parte delle sue truppe sul lato di Donna. Come approfittarne per l’attacco sul lato di Re? Così:
Una curiosità: il conduttore dei pezzi neri, il maestro Alexander Blagidze, fu campione della Georgia tre volte, nel 1950, 1953 e 1957, proprio in quelli che furono forse i tre migliori anni della carriera di Tolush.
Tolush – Mititelu
Varsavia, 1961
Si sente in giro profumo di matto o di guadagno decisivo di materiale già dopo appena 19 mosse.
Infatti dopo 21… Rh8 e 22.Cf6 il Nero potrà parare il matto solo spostando il proprio cavallo dalla casa f8, ma così lascerebbe la Regina in presa e quindi resterebbe con un pezzo in meno. Chissà se il M.I. rumeno Gheorghe Mititelu, che ha compiuto 88 anni lo scorso 30 ottobre, ricorda ancora questa partita!
P.S. L’immagine con Flohr, Tolush e Tal è stata postata su Twitter da Sergey Kim.
Fonti principali del presente post: articoli vari da “academic.ru”, “chessok.net”, “vk.com” e “I luoghi degli scacchi” di C.Sericano e R.Moneta.