Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Un’antica e divertente simultanea

Samuel Reshevsky in una simultanea tenuta all'età di 8 anni (Francia, 1920)

(Riccardo Moneta)
Vi siete mai divertiti con una ‘simultanea’? Intendo dire: a seguire una ‘simultanea’? E allora oggi vi presentiamo un ampio stralcio di un vecchio articolo de “L’Alfiere di Re”, che è quasi una cronaca diretta di una ‘simultanea’ tenuta il 4 giugno 1922 a Palermo dal maestro Giuseppe Cancelliere.

L’articolo era a firma “Pedoncino”, di certo pseudonimo (allora non si diceva “nickname”) di uno dei redattori della meritoria rivista mensile siciliana (che erano il Cancelliere stesso e poi T.R. Dawson, C. Guidelli, A.M. Lanza, F.G. Lipari, A. Mari, V. Noto e P. Raccuglia).

E’ molto divertente e gustoso l’articolo (allora non si diceva “post”) perché, contrariamente al silenzioso brusìo e ticchettio di passi e pezzi protagonisti di una simultanea seguita dal vivo, qui pare quasi di assistere alla telecronaca di una partita di calcio con rovesciamenti continui di fronte, tiri in porta, finte, attacchi sulle ali o sfondamenti al centro, fischi arbitrali, gol e autogol. E poi c’è la partecipazione plaudente di un folto pubblico (300 persone!) di tifosi in ogni momento pronti a meravigliarsi per le prodezze o le cappellate dei loro beniamini.

Ne è uscito un quadretto molto vivace che in piccoli particolari vede anche il riflettersi, rafforzato dallo stile serio e nello stesso tempo dinamico dell’estensore della cronaca, della società di quegli anni, perfino nei sentimenti, pertanto gradevole da assaporare specialmente per gli storici.

E così troviamo i soci dei due circoli palermitani rivali che uniscono le loro forze nella preparazione dell’evento e che poi cedono con magnanimità il loro posto di giocatore a qualsiasi ‘amatore’ della città, troviamo il timido copiarsi l’un l’altro le mosse d’apertura fra i partecipanti evidentemente meno agguerriti e che pavidamente rifiutano ogni gambetto offerto dal Maestro, troviamo il vanesio professor Porcasi, che arriva ‘da fuori’ portandosi una claque (e che un destino solidale non punisce), troviamo la piccola giovane colonia di dotti e furbi immigrati ungheresi. Troviamo quel concedersi, anche nel bel mezzo dell’evento e nella pausa di dieci minuti permessa dalla Giuria (maiuscola), a piaceri serali ottocenteschi da Caffè quali ‘tartine e vermuth’ e vediamo il ‘valoroso’ eroe del giorno, Cancelliere, che finalmente può sedersi, dopo ben 6 ore e tre quarti di battaglie, davanti al Parlapiano suo ultimo avversario della interminabile serata.

Il pubblico, come accade nella foto di copertina, non mancava mai di assistere numeroso e con partecipativo interesse a tali esibizioni, tra mormorii di sorpresa e ammirazione: faceva parte della coreografia, e lo spettacolo era assicurato come e di più di un grande torneo di grandi maestri. Proprio come in quella foto iniziale, dove appare un promettente bambino di 8 anni di nome Samuel Reshevsky, a Parigi nel 1920 e già dalla parte giusta della scacchiera, quella dello sfidante!

Difficilmente, al contrario della simultanea parigina di Reshevsky, sarà stato presente un fotografo ad immortalare l’evento di Palermo 1922, ma chissà invece che in fondo a qualche cassetto qualche nostro lettore siciliano non conservi una ingiallita fotografia del proprio nonno o bisnonno impegnato nel gioco o fra il pubblico in quella manifestazione organizzata dalla “Accademia Scacchistica Palermitana“ e dagli “Amici di Caissa”. Nel caso, sa come trovarci!

Il Comitato organizzatore, costituitosi appena otto giorni prima, era composto dal Presidente dell’Accademia, comm. Somma, e dal Segretario rag. Testa, coadiuvati dai signori Ugo Lo Valvo, socio della stessa, Giuseppe Trapani e Vincenzo Bellavia del gruppo “Gli amici di Caissa”, che era l’altro circolo della città di Palermo.

Il protagonista-sfidante era, come detto, il professore di matematica Giuseppe Cancelliere (1889-1959), un valido maestro (di sicuro il miglior giocatore siciliano negli anni ’20) che ottenne un buon 3° posto al Torneo di Viareggio del 1921 e un discreto 9° posto al Torneo internazionale di Trieste nel 1923. Insomma, si trattava senz’altro di uno dei più forti giocatori italiani dell’epoca. Cancelliere fu anche il fondatore della rivista “L’Alfiere di Re”, che proprio nel 1922 da foglio quindicinale si era trasformato in più robusto mensile.

E veniamo alla cronaca di “Pedoncino”, alla quale manca soltanto l’apertura con l’inno nazionale (o con la banda provinciale!). Prendete quindi la vostra vecchia radio, fatevi aiutare da Guglielmo Marconi se non sapete più accenderla, alzate il volume (ché vale la pena) e ascoltatela:

“Come si sa, precipuo scopo dell’Accademia nell’organizzare la prova, e del sig. Cancelliere che gentilmente vi si prestava, era di fare della pubblica propaganda al nostro gioco. Ed è perciò che per sede fu scelta la Birreria Italia e le iscrizioni furono lasciate libere a tutti gli amatori della Città. I quali, opportunamente avvisati a mezzo di cartelli-reclame esposti nei negozi e nei pubblici ritrovi, nonché da articoli pubblicati sui quotidiani, accorsero invero assai numerosi ad iscriversi, tanto che la cifra di 50 stabilita per i partecipanti era già coperta, la sera precedente, dai soli dilettanti, non associati ad alcuno dei due sodalizi scacchistici palermitani.

La “Birreria Italia” in via Cavour a Palermo negli anni ’50, foto di Claudio Pezzillo

Fortunatamente, non tutti si presentarono all’appello, e diciamo ‘fortunatamente’ poiché all’inizio della seduta si ebbe una sorpresa che nessuno forse si aspettava: quella di vedere una folla di amatori del nostro gioco farsi avanti chiedendo di prender parte alla seduta. Tanti scacchisti contava dunque Palermo?… La meraviglia si accrebbe quando si seppe che qualcuno era venuto persino da fuori, come il prof. Porcasi, che aveva anche condotto un vero entourage di amici e colleghi per assistere al suo scontro col formidabile avversario.

E’ facile immaginare l’imbarazzo della Commissione per accontentare tanti insperati seguaci di Caissa, e si deve esclusivamente al gesto simpatico dei soci dell’Accademia iscritti alla seduta e che volontariamente si ritirarono, se fu possibile far giocare parecchi dei sollecitanti.

Ciò naturalmente portò via del tempo e la seduta, prevista per le 15,30, non poté avere inizio prima delle 16,00”.

A questo punto Pedoncino ci descrive le fasi preliminari, coi discorsi degli organizzatori i quali ricordano che quella simultanea è anche un record per l’Italia, sia per il numero di partite, sia perché è la prima volta che si cimenta “in una prova così ardua” un Maestro italiano. Dopo la lettura del regolamento e altre formalità, c’è il via, e la cronaca di Pedoncino entra nel vivo!

“…Il dott. Cancelliere diede finalmente inizio al gioco, passando rapido da una scacchiera all’altra e giocando in tutte e2-e4, per far seguire poi f2-f4 in quelle in cui il Nero aveva risposto col pedone di Re due passi. Fu anche questa una sorpresa. Gambitti in seduta simultanea, dove il Bianco aveva semplicemente 8 o 10 secondi per riflettere, dinanzi agli 8 minuti di ciascun giocatore? Con tutto ciò, parecchi non si sono azzardati a prendere il pedone ed hanno giocato … tutti i rifiuti possibili: … Ac5, d6, Cc6, f6, d5 e chi più n’ha, più ne metta! Avrebbero dovuto seguire delle partite difformi; invece, avendo il Bianco spinto in quasi tutte d2-d4 (altro pedone in presa!) gli avversari si guardarono ancora una volta dal prendere il nuovo boccone e le partite assunsero un unico aspetto.

Il pubblico che gremiva la sala (erano presenti almeno trecento persone!) e che si accalcava dietro le spalle dei 50 giocatori, disposti opportunamente in rettangolo chiuso per dar posto alla Giuria, seguiva sorpreso questa tattica e vivaci discussioni si accendevano sottovoce.

Decisamente però il gioco si metteva favorevole per il Maestro in quasi tutte le scacchiere. In due o tre anzi, la partita, degenerata in ‘Gambetto Damiano’, minacciava di non andare al di là dell’apertura. E difatti all’ottavo giro (è trascorsa appena un’ora e 5 minuti) il primo, il n.14, cede le armi: ha perduto la Donna!

Non lontano di lì però c’è un gruppetto di tre o quattro che dà del filo da torcere. Si sparge subito la voce: sono alcuni giovani della locale colonia ungherese, che parlano di Rèti, di Breyer, di Maroczy: gente, dunque, che è addentro negli alti studi scacchistici e che in una seduta di simultanee farà sentire il suo peso. Cancelliere ha capito e si rassegna fin dalle prime mosse. Si vede anzi che non vuole sfruttarsi con essi in una seria resistenza.

Del resto, le vittime cominciano già a contarsi. Alle 17,55 è un altro, il 48, che piega e poscia, subito, il 45. La voce del ragionier Testa risuona ormai frequente: ‘Il 41 abbandona! Il 28 abbandona! Il 2 perde!’ In tutti è l’impressione d’un qualche cosa di fatale che si avvicini. Sono le 18,30 e già otto sono fuori combattimento. Il Maestro, invitato dalla Giuria, si riposa per 10 minuti.

Alla ripresa, la strage continua: i tavoli si vuotano uno dopo l’altro, poiché appena un Re cade, c’è chi sbarazza via subito la scacchiera. D’un tratto, si diffonde un mormorio. Parte dal tavolo 33, dietro il quale si accalca una vera folla. Chi vince? …. Nessuno: è il sig. Perricone Gaspare che è riuscito a dare un ‘perpetuo’: la prima patta della giornata. Ma non passa molto che un nuovo fremito serpeggia per la sala: qualcuno ha pronunziato una frase emozionante: ‘matto in quattro mosse’. Dove? A chi? …. E’ il giovanissimo Alfonso Modica, un ‘amico di Caissa’, che in piedi dinanzi la posizione, commosso, mostra il miracolo. Cancelliere non può che constatarlo e rovescia dignitosamente il suo Re. Scoppia un applauso.

Sono le 20,45 e ben 19 combattenti hanno già lasciato il terreno. Man mano che l’ora passa, però, il compito si va facendo sempre più difficile. Quelli che rimangono si difendono strenuamente e qualcuno è anche in prevalenza. Bisogna tuttavia arrivare alle 22,00 per avere un’altra vittoria: quella di Hegediis Gedeon, uno degli ungheresi.

E’ tardi, ma nessuno vuol cedere. C’è chi s’è fatto portare delle tartine e del vermuth e sgranella la sua cena come un … inglese. Testa continua a ripetere: ‘Il n. 29 abbandona; il n. 36 perde; il n. 40 riceve matto … ’. Il numero delle vittime è salito così a 31; il sig. Ignazio Fiore segna la seconda patta della giornata.

Siamo però all’epilogo: solo dodici partite rimangono ancora e fra esse almeno quattro possono già scriversi al passivo del Maestro. Cancelliere infatti fa qualche altra mossa e poi le abbandona. Testa annunzia i nomi dei vincitori: Ugo Mazzola, Edoardo Albeggiani, Ruggero Sapone, Giuseppe Finale.

Ed eccoci alla stretta finale! Sono ormai in sei, fra cui tre ‘Amici di Caissa’, che in questa seduta si sono fatti veramente onore. La fretta con cui Cancelliere passa da una scacchiera all’altra confonde qualcuno e le sorti cambiano. E’ così che il Bianco può strappare due vittorie in partite compromesse, mentre all’opposto in una, quella del ‘Caissino’ Giuseppe Aprile, prende un matto di sorpresa che meraviglia anche i presenti. L’ultima vittoria è quella del professor Porcasi e segue subito la terza patta, da parte del signor Alfredo Mingoja.

una simultanea successiva di parecchi decenni: qui siamo a Pistoia; chi riconoscete?

Sono le 22,45 e non rimane che un solo avversario: un ‘Caissino’ ancora, Giulio Parlapiano. Finalmente Cancelliere può sedere e tutti si pigiano addosso alla strenua coppia che spara le ultime cartucce. Ma la mano maestra si fa sentire e il Bianco strappa la sua ultima vittoria.

Il comm. Somma, che ha diretto tutta la seduta con lena infaticabile, proclama il risultato: 39 vinte, 3 patte e 8 perdute, e tutti i presenti improvvisano una calorosa dimostrazione al valoroso giocatore che per 6 ore e tre quarti ha saputo tener testa a tanti avversari, uscendo dalla lotta vittorioso.

L’adunata si scioglie, lasciando in tutti il vivo desiderio che una sì importante manifestazione si ripeta. Il che, ci auguriamo, sarà al più presto”.

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2 thoughts on “Un’antica e divertente simultanea

  1. Mi sembra di aver riconosciuto Mariotti nel torneo di Pistoia… l’avversario sembra mio papà ma non credo…😁 Bellissimo articolo e prologo, complimenti!👍

    1. Ti ringrazio dei complimenti, cara Francesca!
      Sì, lui è Sergio Mariotti, mentre non ho certezze sugli altri che appaiono nella foto, pur sembrandomi visi non sconosciuti.

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