Non è solo Oro quello che luccica
Faustino Oro
(Uberto Delprato)
Faustino Oro è sicuramente la notizia del giorno, della settimana, del mese e forse anche dell’anno. Le sue gesta alla scacchiera (più giovane MI di sempre) e online (ha battuto Carlsen e Nakamura alle cadenze più rapide) hanno già riempito media e social, che lo definiscono, a 10 anni, “El pibe de Oro”, come fu fatto per il suo sicuramente più famoso connazionale Diego Armando Maradona.
Che il ragazzino abbia talento lo dimostra il modo con cui gioca, prima ancora dei suoi risultati, e il fatto che abbia imparato a giocare a scacchi a 7 anni durante il lockdown dovuto al COVID non fa che testimoniare anche la rapidità con la quale impara e mette in pratica.
Fino a qua tutto bello, ma proviamo a guardare oltre la facciata luccicante che si vede. Non lo dico per sminuire i risultati presenti e futuri di Faustino, ma solo per far capire come dietro grandi prestazioni ci sia sempre molto lavoro e come il talento, da solo, non può bastare.
Sappiamo tutti quanto i genitori delle sorelle Polgar le abbiano educate a “respirare” scacchi fin dai primi anni, facendole crescere in maniera equilibrata (come le vite che le tre sorelle stanno vivendo dopo la fine delle loro carriere scacchistiche dimostrano), ma comunque con giornate cadenzate da esercizi, tornei e lezioni.
Ad Arona, qualche giorno fa, Ramesh suggeriva la pianificazione teoricamente corretta per un giovane per arrivare al titolo di GM attorno ai 15 anni: iniziare a 5 anni e dedicare circa 20 ore a settimana agli scacchi, in modo da raggiungere il simbolico traguardo delle 10.000 ore di applicazione, soglia che si dice sia quella da superare per diventare “esperti” in una materia. Ovviamente, più tempo di qualità viene dedicato e maggiore è la voglia di imparare del ragazzo, migliore è il risultato (a parità di talento).
Quanto tempo pensate dedichi agli scacchi Faustino Oro? Due ore al giorno, magari quattro? La risposta l’ha data suo padre Alejandro a Carlos A. Ilardo, giornalista del giornale online argentino Infobae: 55 ore a settimana! Esatto, sono quasi 8 ore al giorno domenica inclusa che, a 10 anni, significa una dedizione praticamente assoluta. Di fatto le 55 ore non sono tutte di studio, ma sentite la scaletta: 20 ore di gioco, 15 ore di calcolo, 8 ore di tattica e 12 ore di lezione con i suoi quattro insegnanti.

Avete letto bene: quattro insegnanti (Jorge Rosito, Roberto Servat, Mario Villanueva e Leandro Perdomo – tutti Maestri Internazionali), messi a disposizione dalla FADA, la federazione argentina. Ovviamente a ciò va aggiunto il tempo da dedicare alla scuola, all’apprendimento dell’inglese e ai suoi hobby, come il calcio. È chiaro il ragazzo si diverte con gli scacchi e il padre lo dice chiaramente: “Se fosse per lui, giocherebbe sempre a scacchi!”.
I genitori di Faustino, Alejandro e Romina, hanno abbandonato le loro carriere lavorative in Argentina e si sono trasferiti in Europa, precisamente a Badalona (Spagna), per assecondare e sostenere la crescita del figlio, cercando di creare le migliori condizioni perché possa crescere felice e migliorare in quella che è la sua vera passione. Faustino si lamenta che gli mancano la “milanesa” e i gelati argentini, ma per il resto l’ambiente competitivo europeo è sicuramente di aiuto dal punto di vista degli stimoli scacchistici.
Insomma, l’eccellenza negli scacchi non esiste senza il duro lavoro, come tutti i grandi giocatori possono testimoniare, ognuno a modo suo. Certo, è vero anche che il solo lavoro non basta per diventare eccellenti (come molti più giocatori possono dimostrare), ma scoprire precocemente un talento e creare le condizioni perché si sviluppi negli anni giovanili è sicuramente la ricetta vincente.
Come ha scritto il GM Alex Colovic qualche giorno fa, il cammino di un giovane giocatore verso l’élite mondiale si può tracciare fin da quando talento e passione vengono riconosciute: i genitori concentrano tutti gli sforzi su di lui, il ragazzo viene fatto allenare in maniera intensiva, inizia a giocare in tornei nei quali comincia ad ottenere buoni risultati e aumenta il proprio Elo, viene invitato a giocare in qualche manifestazione importante, prima online e poi dal vivo, i media si accorgono di lui e gli organizzatori dei grandi tornei (sempre alla ricerca di nuovi nomi) decidono di invitarlo. Da lì in poi, se il ragazzo mantiene le promesse, tutte le strade sono aperte, fino anche al titolo mondiale.

Con tempi e modi personali, tutti i giovani in testa alle classifiche mondiali hanno seguito questo percorso ed è facile aspettarsi qualcosa di simile anche per Faustino Oro (e per Yağız Kaan Erdoğmuş, il giovanissimo talento turco diventato MI a 11 anni e GM tre mesi fa, a 12 anni).
Avanti Faustino, hai davanti ancora molti anni di divertimento con gli scacchi. Cerca solo di crescere al tuo ritmo e non perdere mai il sorriso.
(Le foto sono tutte recuperate da Infobae)
…incrociamo le dita, l’infanzia di fischer la conosciamo e anche come è andata a finire, anche lui era un genio, troppe volte i geni finiscono male, in tutti i campi, hanno una vita complicata, specialmente in età adulta.
Se io fossi genitore di un genietto degli scacchi, ne avrei paura. Farà una vita da isolato, sarà visto come diverso, e tutto per un gioco meraviglioso che lo è se resta un sano passatempo, altrimenti diventa lavoro, stress e ansia. Inoltre tutti i sacrifici del ragazzo e dei genitori potrebbero non approdare a nulla: magari a 14 anni lui molla tutto disgustato. Oppure si ferma al titolo di MI o di GM di basso livello, titoli straordinari, per carità, ma non ci campi una famiglia.