AGONisticamente vostri
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(foto di UnoScacchista)
Da quando la AGON Ltd è diventata il partner ufficiale della FIDE per l’organizzazione degli eventi collegati al Campionato del Mondo di Scacchi (operando sul web tramite il sito World Chess), sono cambiate molte cose nel modo in cui sono organizzati i grandi eventi scacchistici.
Al di là della abilità di AGON di organizzare, pubblicizzare e diffondere sul web tutto quanto ruota attorno a questi eventi (il ciclo 2012-2013 del Grand Prix, il match del Campionato del Mondo del 2014 tra Carlsen e Anand, il Campionato del mondo Rapid e Blitz del 2015 e la finale del torneo dei Candidati del 2016 che ha condotto al match Carslen-Karjakin), noi spettatori internettiani abbiamo assistito a un’offerta di qualità molto spesso non all’altezza e sempre al di sotto di quanto offerto da altri siti scacchistici commerciali.
Io personalmente sono stato alla prima giornata del Mondiale Rapid del 2105 a Berlino e molte scelte logistiche sono state a dir poco infelici. Una su tutte l’impossibilità di seguire le partite sulle prime quattro scacchiere (Carlsen ha giocato sempre sulla stessa scacchiera per decisione degli sponsor): non essendo sufficientemente frustrante la mancanza di maxischermi dietro le scacchiere, i giocatori erano stati posti su una pedata rialzata, in modo che anche stando vicino alla scacchiera (per quanto consentito) non era possibile avere una visuale accettabile della scacchiera. Pensate che c’era chi seguiva le partite via internet con il proprio smartphone pur essendo di fronte alla scacchiera!
Ma la controversia più rilevante è stata ed è tuttora quella sul divieto di ritrasmissione delle mosse da parte dei siti scacchistici, grandi o piccoli, a meno che non acquistino i diritti da AGON. La notizia della settimana scorsa è che la Corte di Mosca ha respinto la causa intentata da AGON contro il sito Chess24 per aver trasmesso in diretta le partite del Torneo dei Candidati. Il giudizio sulla causa, del valore di circa 300.000 Euro e gemella delle altre due avviate da AGON contro i siti Chessbomb e Chessgames, ha confermato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che le mosse delle partite di scacchi appartengono al “pubblico dominio”, ovvero sono “fatti” che ricadono sotto il diritto di cronaca e, come tali, non sono di proprietà di nessuno nè possono subire limitazioni nella loro diffusione.
Ne ho parlato rapidamente a Leuven, durante la tappa del Grand Chess Tour, con Malcolm Pein (organizzatore) e Peter Doggers (Chess.com): entrambi sono convinti che il valore commerciale degli scacchi non sta nella diffusione delle partite in sè, ma in quello che viene offerto “attorno” agli eventi, alla creazione di una ambiente confortevole e stimolante per gli spettatori presenti e all’offerta di commenti e contenuti di valore per chi guarda gli eventi on-line. Inutile dire che sono completamente d’accordo.
Pur comprendendo che AGON ha investito nell’organizzazione degli eventi, uno spettatore sceglie se acquistare un pacchetto a pagamento da chi offre i migliori servizi accessori (commenti, video, analisi con e senza computer, articoli informativi, interviste…) e non sulla base della disponibilità delle pure e semplici mosse. Il fatto che, a differenza di altri sport, conoscere i “micro-fatti” (le mosse giocate) rende possibile ricostruire in toto una partita (provateci avendo a disposizione la sequenza di dritti e rovesci di una partita di tennis!) non rende le mosse un bene commercializzabile, insomma.
Quindi tutto bene adesso per noi spettatori non paganti? Possiamo pregustarci una bella diretta delle partite da New York tramite il sito che più ci piace? Forse sì e forse no, perchè AGON ha compiuto un altro passo, stavolta preventivo: ha denunciato tre siti web alla Corte Federale USA prima dell’inizio dell’incontro tra Carlsen e Karjakin, al fine di impedirgli la ritrasmissione delle mosse. E’ molto probabile che la loro strategia sia di ottenere un verdetto favorevole visto che i tre siti non sono l’espressioni di grandi attori del settore, per poi usare questo precedente nelle cause che sicuramente intenteranno contro i grandi siti scacchistici (che nel frattempo, dopo il verdetto di Mosca, hanno già annunciato in pompa magna i loro servizi in real time). Il giudice dovrebbe pronunciarsi oggi, ma comunque la battaglia sembra non essere neanche cominciata.
Nel frattempo, speriamo che da domani le mosse (non nel senso di oggetti di cause legali ma quelle di Carlsen e Karjakin sulla scacchiera) sappiano trascendere da queste beghe e dimostrarci ancora una volta il fascino e la tensione di un match per il titolo di Campione del Mondo di Scacchi.