Not Smart Enough?! – preamble/preambolo
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PICTURE BY BRYANT ARNOLD / IMMAGINE DI BRYANT ARNOLD
Teaching under 3?
Not smart enough? – even smarter!
Skills and knowledge in touch!
In a series of posts, Sabine will lead us on an awesome journey
Insegnare gli scacchi prima dei 3 anni?
Non intelligenti abbastanza? – addirittura più intelligenti!
Abilità e sapere a braccetto!
Con una serie di post, Sabine ci guiderà attraverso un viaggio sorprendente
(Sabine)
When and how to teach chess to young children has been discussed intensively and often controversially all over the world. With this introduction I would like to get the interested reader into the mood for the following posts “Not smart enough – even smarter” parts I to III, that will be published in the next weeks.
This series of articles does not claim to define THE best time period for the first learning experience or to describe THE best “teaching method”, but wants to bring you closer to the absolutely inseparable connection between the mental development of young children and the embedded learning of chess.
To understand this seemingly obvious fact it requires the recognition of the complete different kind of all-embracing infantile learning with all senses (to truly grasp with grasping movements). We need a more detailed examination and comprehension of the parallelism between the absorbent mind, the sensitive periods of toddlers, their phases of highest possible concentration (polarity of attention) and the stepwise understanding of chess. If and only if we truly ignite the flame.
When we reflect on the timewise different enfolding inner blueprint of each child, we realise that our work is not to “teach“ but to “guide”, it is just to prepare ourselves and the environment!
(Sabine)
Sul quando e sul come insegnare gli scacchi ai bambini piccoli si discute da tempo, e spesso in maniera accesa, in ogni parte del mondo. Con questa introduzione, vorrei invogliare i lettori interessati all’argomento a leggere i miei successivi post “Not smart enough – even smarter”, suddiviso in 3 parti, che verranno pubblicate nelle prossime settimane.
Questa serie di articoli non pretende di definire IL miglior momento per la prima esperienza di apprendimento, né di descrivere IL miglior metodo di insegnamento, ma vuole portarvi più vicino ai collegamenti assolutamente inseparabili tra gli stadi dello sviluppo della mente dei bambini e i meccanismi di apprendimento degli scacchi.
Per comprendere quello che potrebbe sembrare ovvio, sarà necessario riconoscere il modo assolutamente differente con il quale i bambini imparano, usando tutti i sensi (letteralmente “apprendere cercando di afferrare”). Avremo bisogno di guardare e comprendere in maggior dettaglio il parallelismo tra la mente assorbente, i periodi sensitivi del bambini, le fasi di massima concentrazione (polarità dell’attenzione) e la crescente comprensione degli scacchi. Se e solo se davvero riusciamo ad accendere la “fiamma interiore”.
Quando ci fermiamo a riflettere sulle personali e profonde caratteristiche di ogni bambino, ci accorgiamo come il nostro ruolo non sia quello di “insegnare” ma quello di “guidare”, solamente quello di preparare noi stessi e l’ambiente attorno al bambino!
Attendo con ansia il seguito per provare, se è il caso, ad applicarlo ad un nipotino di pochi anni!!
PS: l’illustrazione mi lascia però un poco perplesso: colori smorti e grigiore per la parte “razionale”, sinistra, del cervello; colori più vividi e accattivanti per la parte, diciamo così, artistica/emotiva destra.
C’è già una valutazione implicita in questa scelta grafica?
Per quel poco che ne so, in base agli studi più recenti la suddivisione delle “funzioni” del cervello tra i due emisferi non è così netta e così chiara come evidenziato dalla figura.
Caro Fabrizio,
grazie per il tuo commento.
Spero davvero in un scambio interessante di esperienze.
Ho scelto quella immagine perché per me rappresenta la bellezza degli scacchi. Il gioco in sé sembra basato su una componente grigia, analitica e strategica. Ma appena viene aggiunto il colore della creatività, della passione e dell’intuito ecco apparire partite fantastiche. E… sì, hai ragione: il collegamento neurologico tra i due emisferi del cervello è differente da come può sembrare biologicamente.