Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Scaccobollo – GRECIA 1955

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(Roberto C.)
Come tutti sanno l’asino è stato utilizzato sin dall’epoca antica come animale da trasporto per la sua grande resistenza. Ed è altresì arcinoto che si tratta di un animale piuttosto testardo, cosa che lo ha reso ingiustamente indicato come di scarsa intelligenza, al punto che gli vengono sempre accostati gli studenti meno capaci; l’origine di questa metafora, risalente alla fine del XVI secolo nell’ambiente latinista dell’Università e della Collège de France, ha generato molte frasi.

Chi non conosce la frase “Ma allora sei proprio un Asino!” oppure ‘E qui casca l’asino!‘, e chi non ricorda quelle lunghe orecchie d’asino cresciute durante la notte a Pinocchio e Lucignolo, poi diventati due somari e portati alla piazza del mercato per essere venduti?

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Ad esempio il pons asinorum latino si traduce come ‘il ponte degli asini’ ed ‘è un modo di dire a coloro che non capiscono, che se non capiscono, non è per la mancanza di spiegazioni, ma perché essi stessi hanno scarsa intelligenza o non fanno abbastanza sforzo per attenzione o concentrazione. Al contrario, è un invito ironico di non fermarsi alla difficoltà di un ragionamento, ma di considerare che questa difficoltà è la soluzione stessa’.

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Questo modo di dire è utilizzato con anche dagli inglesi che dicono bridge of asses per indicare ‘a problem that severely tests the ability of an inexperienced person’ ovvero ‘un problema che prova severamente la capacità di una persona inesperta’.[1]

La curiosa espressione viene anche usata per indicare una cosa molto facile da dimostrare; sempre restando al francese ‘c’est le pont aux ânes’ vuol proprio dire ‘una domanda facile alla quale solo gli asini non sanno rispondere’. In fin dei conti si fa sempre riferimento al povero animale e vi invito a leggere ‘Il pittore di asini’ qui per conoscere il poeta romanesco Cesare Pascarella (1858-1940) che, con la sua irrequietezza da ragazzino, scappò via da un seminario a Frascati…

E ora, invece, ci credereste che esistono accostamenti all’asino anche nel linguaggio scolastico ? “Il Teorema di Pitagora era noto un tempo come “il ponte degli asini”, il ponte che riusciva ad essere superato solo da chi dimostrava di possedere sufficienti attitudini per il pensiero astratto e per un metodo deduttivo da applicare a procedimenti matematici quali erano quelli proposti dai pitagorici”;[2] mentre nella geometria euclidea ‘il teorema diretto dei triangoli isosceli afferma che gli angoli opposti i due lati uguali di un triangolo isoscele sono congruenti, è conosciuto anche come pons asinorum’.

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Nel 1955, per il 3° Congresso mondiale dei Pitagorici (i seguaci di Pitagora[3], oggi si direbbe followers), fu emessa una serie di quattro valori filatelici. Quello dal facciale di 3,50 dinari e dai colori bianco e nero, denominato ‘PONT AUX ANES’, dimostra graficamente il Teorema di Pitagora avvalendosi di tre piccole scacchiere di 3, 4 e 5 caselle di lato (3×3 = 9 caselle, 4×4 = 16 caselle e 5×5 = 25 caselle, ovvero la somma delle caselle degli altri due quadrati).

La scacchiera da 5 x 5 ha inoltre la particolarità di essere la più piccola a permettere un giro completo del Cavallo degli Scacchi toccando una sola volta ogni casella. Questo non è di certo un Asino!

Anche questo scaccobollo non fa parte propriamente della tematica scacchistica poiché non è stato emesso per un evento riferito al gioco degli scacchi. (Qui la rubrica precedente)


[1] Lucchesi G., Senza AI ne BAI, 2015
[2] Rocco Giuseppe, IL TEOREMA DI PITAGORA – La nascita del pensiero matematico.
[3] Pitagora (Samo, tra il 580 e il 570 – Metaponto, 495 a.C. circa), filosofo greco antico, matematico, taumaturgo, astronomo, scienziato, politico e fondatore a Crotone della Scuola pitagorica, è noto ai più per il suo Teorema sui lati di un triangolo rettangolo.


[Per questo argomento seguiremo quanto già scritto sulle maggiori riviste scacchistiche italiane da vari autori (Ariodante Agostinucci, Oscar Bonivento, Giuseppe Scoleri Cardelli, ecc.) nonché i vari cataloghi italiani ed esteri presenti anche sul web.]

 

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