Pushkov vs Puškin
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(Riccardo M.)
Per una riedizione dell’antica rubrica di Marco su Zeitnot “Trucchi, trappole & gambetti” (qualcuno la ricorda?), potrebbe calzare questo trappolone di quel vecchio “trappolaro” di Nikolai Pushkov.
Gli anni passano e lui proprio oggi, nato a Tambov il 26 novembre del 1946, ne compie 72. Ma l’ex campione europeo senior (si era a Kaunas nel 2012) ne tira fuori ogni tanto una delle sue, e senza per fortuna dover mai sfidare nessuno a duello, al contrario di quanto disgraziatamente accadde oltre centottanta anni fa al suo più illustre connazionale, e quasi omonimo, Aleksandr Puškin.
Siamo al campionato mondiale a squadre senior (over 65) svoltosi a Creta nell’aprile/maggio del 2017. Terzo turno. Quarta scacchiera. Avversario del GM russo è lo svedese Bengt Hammar del team “Svezia-1”.

Pushkov ha gettato l’amo con 35. e7.
Hammar, secondo i motori, avrebbe dovuto giocare 35. …h6. Invece cade nel trappolone: 35. … Te8?? 36. Cd6 1-0.
Infatti dopo la cattura del pedone e7 si avrebbe lo scacco di Torre in b8 e il doppio di cavallo in f5. Non era affatto difficile da vedere, ma l’età (75), lo zeitnot e i riflessi non hanno di certo aiutato lo svedese.
La Svezia, capitanata da Renman, conquistò il bronzo in quel campionato a Creta, con l’argento alla Francia di Vaisser e l’oro ovviamente allo squadrone russo: Sveshnikov, Vasiukov, Balashov, Zhelnin e, appunto, quel “trappolaro” di Pushkov, il quale seppe raggiungere il suo massimo Elo (2562) nel 2000, all’età di 54 anni!
Nikolai Viktorovich Pushkov è stato il primo GM russo della regione di Rostov sul Don (1995) e dal 1998 è arbitro internazionale.
Di quel Pushkov di Creta, così combattente, sarebbe stato contento anche il suo quasi omonimo poeta e drammaturgo Puskin (Mosca 1799-San Pietroburgo 1837).
Forse non tutti sanno che Alexandr Puskin, l’autore del “Boris Godunov” e di “La figlia del capitano“, fu “un fanatico degli scacchi“. Così ne parlavano James e Fox su “The Complete Chess Addict” (Londra 1987, trad. di Cinzia Corti per SugarCo ed.srl)):
“Una volta Puskin scrisse alla sua bellissima moglie Natalia: “Grazie, mia cara, per aver imparato a giocare a scacchi. E’ una necessità per ogni famiglia ben organizzata”. Purtroppo gli scacchi non occupavano a sufficienza la bella Natalia; infatti come risultato del suo gran flirtare, il povero vecchio Puskin si trovò coinvolto in un duello fatale: la notte che precedette il suo incontro col Destino, la passò giocando a scacchi. Quando il suo rivale, d’Anthès, apparve, Puskin prese un cavallo dalla scacchiera dicendo “Questo ufficiale minaccia di darmi scacco matto. Bisogna che lo uccida”. Sfortunatamente per la letteratura (e per gli scacchi) gli è andata male”.

A San Pietroburgo si può visitare l’appartamento-museo di Aleksandr Puskin; nello studio c’è la sua scrivania con i suoi oggetti personali, da un campanello di bronzo a un tagliacarte d’avorio a una sciabola d’argento. E poi i suoi amati libri, tanti, ben quattromila. Fra questi non dovrebbero mancare le due copie di “Schachmatnaja igra“, scritto nel 1824 da Aleksandr Petrov, un libro (pietra miliare dello scacchismo russo dell’800) che lessero pure Tolstoj e Turgenev e sul quale studiò Mikhail Chigorin.