Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

#CarlsenCaruana – Sotto il segno di Magnus

8 min read

(Uberto D.)
Dopo tutta l’eccitazione e l’agitazione delle settimane scorse, oggi è un giorno strano. Si susseguono commenti, impressioni, giudizi, analisi… ma per me è un po’ come il 7 gennaio: si torna alla normalità dopo le feste. L’eco di quello che è stato il match ancora riverbera e continuerà a farlo in questi giorni che rimangono, come gli ultimi 5 anni, sotto il segno di Magnus.

[Magnus (Foto WorldChess)]

Molto è stato detto e molto si dirà sull’andamento del mondiale, sulle 12 patte e sulla decisione deliberata di Carlsen di fare patta nelle ultime due partite e giocarsi tutto nello spareggio Rapid. Mi sembra corretto riportare qui il succo di alcune delle affermazioni di Carlsen durante l’ultima conferenza stampa e durante la premiazione:

  • tutte le partite del match sono state giocate per vincere, tranne la 12ª
  • se avessi vinto la prima partita, sarebbe stato tutto un altro match
  • per quelle che erano le mie informazioni e per come mi sentivo durante la 12ª partita, la decisione di pattare era quella giusta
  • se avessi perso il mondiale agli spareggi, avrei sicuramente rimpianto quella decisione, ma al momento in cui l’ho presa ho deciso che era quella che mi dava maggiori possibilità di vincere il match
  • ognuno può avere le proprie opinioni, anche se stupide (la domanda faceva riferimento ai commenti di Kasparov e Kramnik sulla capacità di Carlsen di giocare un spareggio con la mentalità vincente, visto come era andata la partita 12 – Magnus si è voluto togliere un bel sassolino dalla scarpa…)
  • ho avuto una lunga carriera da professionista e gioco a scacchi da ancora più tempo; ho sempre fatto quello che ho ritenuto meglio per me, senza dare ascolto ai consigli di altri
  • questo atteggiamento mi ha portato a vincere anche questo titolo mondiale

Insomma un Carlsen che ha rivendicato la sua decisione di lunedì scorso come quella più pratica, a prescindere dalla posizione sulla scacchiera. Detto per inciso, il sito Chess.com ha organizzato un torneo tra i più forti programmi scacchistici del momento, usando sempre come posizione iniziale quella della 12ª partita nella quale è stata concordata la patta: ebbene, il risultato più frequente è stata una patta. Ciò non vuol dire nulla rispetto alla decisione che l’uomo Carlsen avrebbe potuto prendere (continuare a giocare e cercare di vincere), ma dice molto sul giudizio affrettato che molti hanno dato sul vantaggio che Carlsen avrebbe avuto al momento della patta.

Può piacere o no il modo con cui Carlsen ha vinto il mondiale o il modo con il quale il norvegese ha spiegato la sua decisione, ma il fatto è che Carlsen, in un 2018 avaro di successi per lui e in cui ha mostrato un gioco tutt’altro che impeccabile, si è confermato Campione del Mondo, senza che Caruana sia riuscito a batterlo in nessuna delle 12 partite.

La conferenza stampa dopo la fine dello spareggio (Foto WorldChess)

E qui veniamo al secondo gruppo di considerazioni, che riguardano i due giocatori. Dopo la conclusione dello spareggio, hanno avuto entrambi parole di stima per l’altro e sono sicuro che siano sincere. Magnus ha tenuto a precisare che:

  • Caruana è stato l’avversario più diffiicle che ha dovuto incontrare in un match mondiale
  • Gli è stato alla pari per tutto il match e devono essere considerati sullo stesso piano per la sezione a cadenza lenta del match
  • Non sarà questa l’ultima volta che vedremo Caruana giocare per il titolo di Campione del Mondo

Si potrebbe pensare che sia facile dirlo dopo aver vinto, ma sono certo che Carlsen lo pensa davvero e bisogna dargli atto di aver sempre parlato bene di Caruana.

Allo stesso modo, e in maniera anche più ammirevole visto come è andata a finire, Caruana ha conquistato molti tifosi per il modo assolutamente signorile con il quale ha affrontato la sconfitta e le terribili conferenze stampa che richiedono la presenza dello sconfitto. In molti dubitano che Carlsen si sarebbe comportato allo stesso modo a parti invertite. Il suo pensiero, a caldo, si può sintetizzare in

  • Oggi nulla è andato per il verso giusto
  • Magnus ha vinto meritatamente e si è dimostrato più forte nello spareggio
  • Ci sono molte lezioni da trarre da questa sconfitta

Entrambi i giocatori hanno identificato nella prima partita la chiave di volta dello spareggio. L’aver vinto ha sbloccato Carlsen, che ha detto di sentirsi molto più calmo e positivo all’inizio della seconda partita.

Il gesto di Carlsen spiega molto bene il significato della vittoria nella 1ª partita

Tutto l’opposto per Caruana, che probabilmente ha visto sfumare ogni possibilità di reggere per le prime tre partite e giocarsi il tutto per tutto nella quarta partita. Da lì in poi l’inerzia dello spareggio è stato tutto dalla parte del norvegese, che, da mastino qual è, non ha più lasciato nulla a Fabiano.

D’altra parte, dal 2007 a oggi Carlsen ha vinto TUTTI E 10 gli spareggi Rapid/Blitz che ha giocato contro giocatori di primissima fascia, come il giornalista norvegese Tarjei J. Svensen elenca:

Penso sia importante riportare quello che ha detto Carlsen a fine giornata: se avesse perso questo match, molto probabilmente non ne avrebbe giocati altri. Non ha detto che si sarebbe ritirato dagli scacchi (come in qualche modo aveva fatto intendere la sorella Ellen prima del match), ma questo suo desiderio di non farsi più carico dello stress che deriva da un Campionato del mondo spiega molto bene il suo atteggiamento via via sempre più ombroso e scontroso nelle conferenze stampa della seconda parte del match: il norvegese ha veramente temuto di perdere.

The king

C’è anche un altro passaggio che mi sembra importante sottolineare di quello che ha detto Carlsen subito dopo il match e riguarda lo spazio che le cadenze Rapid e Blitz dovrebbero conquistare nelle sfide mondiali. Tutti sappiamo che esistono classifiche e mondiali separati, ma quello che ha fatto intendere Carlsen è che il Rapid, in particolare, è un buon compromesso tra la qualità delle partite e l’impossibilità di usare troppa preparazione teorica sviluppata con il computer. Insomma, Carlsen ritiene, e lo ha sempre detto, che il valore di uno scacchista si misuri nella sua capacità di elaborare piani rapidamente riconoscendo i motivi strategici della posizione, di calcolare bene le varianti tattiche e di adattarsi velocemente e con flessibilità alle situazioni, anche impreviste, che si creano sulla scacchiera. Tutte cose che la preparazione casalinga e la memorizzazione delle varianti elaborate dai programmi scacchistici limitano troppo, di fatto riducendo la rappresentatività delle partite a cadenza lenta nello stabilire la forza di un giocatore. Idee interessanti, che vi propongo per una discussione.

D’altra parte Carlsen è un vero e proprio “mostro” nel Rapid e come Kasparov e Grischuk hanno, separatamente, fatto notare, la sua capacità di giocare ad altissimi livelli nel Rapid è ineguagliata. Secondo Kasparov, Carlsen perde solo un 15% della sua forza di gioco, mentre Grischuk ritiene che, in maniera relativa rispetto agli altri giocatori, la sua forza sia maggiore nel Rapid.

Il “team Fabi”: Fabiano, Kasimdzhanov e Chirila (foto da US Chess)

Durante il match, in molti hanno commentato i diversi stili di gioco e mi è rimasto impresso un giudizio espresso da Nakamura su Caruana: ottimo dove c’è bisogno di calcolare, non il migliore dove bisogna usare l’intuito. Se prendiamo questa definizione per buona, si spiega la scarsa predisposizione di Caruana per le cadenze rapide e lo spareggio di mercoledì non ha fatto eccezione: lunghe riflessioni, buone sequenze tattiche ma poca reattività e precisione nelle situazioni critiche per posizione o per orologio.

Di Carlsen è invece stato detto che sia prima un combattente e poi un giocatore (con Caruana l’esatto opposto). C’è del vero in questa semplificazione, se vogliamo confermata indirettamente dai giocatori quando, rispondendo a una richiesta di ispirare i giovani scacchisti con un consiglio per eccellere, Carlsen ha suggerito di “combattere sempre, perché i risultati arriveranno“, mentre Caruana ha detto di “amare gli scacchi e perseverare“. Mi sembrano due fotografie perfette di questi due ragazzi che, in maniera diversa, hanno dedicato la propria giovinezza agli scacchi arrivando alle vette più alte.

Il classico “team Magnus”: Henrik, Magnus e Peter Heine Nielsen (foto US Chess)

Entrambi i giocatori hanno ringraziato i loro teams, che adesso potranno prendersi finalmente una vacanza, Non lunga però per i secondi di Caruana, visto che tra pochi giorni Fabiano giocherà le finali del Grand Chess Tour, di nuovo a Londra. Carlsen invece probabilmente giocherà i mondiali Rapid e Blitz (recentemente confermati dalla FIDE, anche se la sede di gioco è ancora misteriosa), rimandando il prossimo appuntamento con gli scacchi “classici” al Tata Steel Chess 2019.

Ciò offre a Caruana un’occasione irripetibile di prendersi una immediata vendetta sportiva su Carlsen: superarlo in classifica Elo con un buon torneo a Londra. La trama si infittisce e sarà interessante vedere come reagirà il Campione del mondo a questo “affronto”.

Lou e Santina Caruana, Leontxo Garcia e Mehreen Malik (manager di Caruana) in sala stampa prima degli spareggi (foto di Mike Klein)

Non mi resta che chiudere questa lunga riflessione sul mondiale con una nota personale. Questo ciclo mondiale che si è svolto in Europa mi ha offerto una opportunità unica di partecipare agli eventi più importanti e di riportare il tutto sul blog, aggiornando chi ci segue con informazioni e racconti di prima mano: è stato un privilegio che sarà difficile si ripeta.

Essere a contatto diretto con i giocatori a Berlino, partecipare alle conferenze stampa a Londra assieme ai migliori giornalisti e fotografi scacchistici del mondo, tutto è stato l’avverarsi di un sogno; l’occasione  di collaborare con Sergio Mariotti per i resoconti giornalieri sul match mondiale ha significato poi andare oltre ogni desiderio che avevo potuto immaginare sin dai tempi di Zeitnot.

La Sala stampa del mondiale, il mio “nido” durante quattro lunghe giornate a “The College”

Un ringraziamento a tutti, a Riccardo che è stato la “base romana” della redazione, a Roberto che ha continuato a mantenere il blog in contatto con i molti appassionati di scacchi sparsi per il mondo e a chi ha seguito i nostri resoconti e ha commentato sul blog e su Facebook. Spero che l’avventura sia piaciuta anche a voi e che continuerete a seguirci anche a mondiale finito.

(Foto di Giulia Delprato)

 

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10 thoughts on “#CarlsenCaruana – Sotto il segno di Magnus

  1. Le vostre cronache, i vostri aggiornamenti, sempre precisi e puntuali, e approfonditi per quanto l’incombere degli eventi permetteva, ci hanno permesso di seguire da vicino e in tempo reale tutto l’evento, sia dal punto di vista scacchistico sia da quello mediatico sia da quello umano dei protagonisti. Credo di esprimere il parere di molti se dico che vi siamo molto grati di tutto questo.

    1. Grazie per le gentili parole, Tristano, e ai molti che vorranno farci sentire il loro apprezzamento. Da semplici appassionati del gioco, la gratificazione migliore è quella di sentire che quello che facciamo è gradito.

  2. Most of us know Simon and Garfunkels song “Silence” or the modern rendition by Disturbed and all of us now the part:
    “People talking without speaking
    People hearing without listening…
    Press is press is press is press but is not always good press.
    Your articles (and I include here all of you who participated to the outcome of this set of articles)
    1. Told us so much about the games and everything, going on around this World Championship
    2. You did not only listen to the spirit of the championship but offered us an unique insight and
    3. You offered us well founded comments and explanations
    Why the song Silence? Because the games and your articles left us sometimes breathless.
    Thank you for the opportunity (at least for me) to follow the championship so closely. It would had been much harder for me to follow the games and figure out tactics and tricks.
    Sabine

    La maggior parte di noi conosce la canzone “Silence” di Simon e Garfunkels o la versione moderna di Disturbed e tutti noi conosciamo la parte:
    “La gente che parla senza parlare
    Persone che sentono senza ascoltare…..
    La stampa è la stampa è la stampa è la stampa è la stampa ma non è sempre una buona stampa.
    I tuoi articoli (e includo qui tutti voi che avete contribuito al risultato di questo insieme di articoli)
    1. Ci ha detto così tanto dei giochi e di tutto ciò che succede in questo Campionato del Mondo.
    2. Lei non solo ha ascoltato lo spirito del campionato, ma ci ha offerto una visione e un’esperienza unica.
    3. Ci hai offerto commenti e spiegazioni ben fondati
    Perché la canzone Silence? Perché i giochi e i tuoi articoli ci hanno lasciato a volte senza fiato.
    Grazie per l’opportunità (almeno per me) di seguire il campionato così da vicino. Sarebbe stato molto più difficile per me seguire le partite e capire tattiche e trucchi.
    Sabina

    1. Thank you, Sabine. Much appreciated. Reporting from the match proved to be more challenging than I thought: time pressure, need to talk about something “personal” and not just state the obvious, writing for initiated but also for non experts… And all of this while still enjoying being there and following the games.
      A lot at stake and I am thoroughly happy that I managed to convey the vibes (in particular to a native German speaker like you!)
      Ciao

      Grazie, Sabine. Apprezzo molto. Scrivere sul match si è dimostrato più complicato di quanto pensassi: poco tempo a disposizione, la necessità di aggiungere qualcosa di “personale” e non di raccontare l’ovvio, parlare agli scacchisti esperti ma anche ai principianti… e tutto ciò cercando di seguire le partite e vivere con gioia il fatto di essere lì.
      Molte sfide, e sono contentissimo che sia riuscito a trasmettere l’atmosfera del match (in particolare anche a chi legge in tedesco come te!)
      Ciao

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