I luoghi degli scacchi: Chianciano
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(Claudio S.)
In una terra così ricca di storia, di arte e di tradizioni come la Toscana, Chianciano potrebbe spiccare come uno dei pochi Comuni senza nulla di speciale da raccontare. Nessun ruolo riconosciuto nella antica Etruria, come invece fu per Chiusi, allora chiamata Clevsi e poi Clusium dai romani. Nessun avvenimento storico di rilievo durante il medioevo, nonostante la posizione potenzialmente strategica di cerniera tra la un tempo malsana Val di Chiana e la sempre ricca Val d’Orcia, testimoniata ad esempio dalla fortezza della vicina Sarteano. Nessuna vestigia rinascimentale delle quali è così ricca la provincia senese, ed in particolare le vicine Montepulciano e Pienza.
Eppure, Chianciano è stata da sempre conosciuta per le sue acque termali e, a partire dal Novecento, è diventata progressivamente più visitata grazie alle iniziative legate allo sfruttamento commerciale e terapeutico delle Fonti. Chianciano Terme, come oggi è chiamato il Comune, è sinonimo di soggiorni di cura e relax e, anche se non ha certo raggiunto grande fama internazionale o fatto notizia per i capricci di grandi celebrità, ha vissuto nel XX secolo un lungo periodo di notorietà.
Non è però mai stata per gli scacchi ciò che sono state altre stazioni termali europee nella prima metà del secolo scorso, che ospitavano regolarmente tornei internazionali di grande levatura. Anche se in maniera meno sistematica di altre località termali italiane, Chianciano è stata comunque tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta un luogo importante per il movimento scacchistico italiano: grazie al ruolo attivo del MI Stefano Tatai, Chianciano Terme ospitò infatti ben sei edizioni del Campionato Italiano Assoluto.
Chianciano, Campionato italiano 1985
Il torneo vide il successo del padrone di casa ed organizzatore Stefano Tatai, che si impose con un punto di vantaggio sul bravissimo napoletano Giacomo Vallifuoco e su Alvise Zichichi. I primi tre classificati rimasero imbattuti.
Chianciano, Campionato italiano 1987
L’edizione del 1987 fu caratterizzata da una serie di colpi di scena che esclusero dalla lotta per i primi posti due dei favoriti, Tatai e Braga.
Godena e Arlandi, gli altri due favoriti del torneo, si dovettero accontentare del terzo e quarto posto alle spalle della scatenata coppia lombarda composta da Mario Lanzani e da Renzo Mantovani, con il primo neo-campione grazie allo spareggio tecnico. Giacomo Vallifuoco si dimostrò solidissimo, e concluse con tredici pareggi su tredici partite!
Chianciano, Campionato italiano 1988
Edizione da dimenticare quella del 1988 per l’organizzatore Stefano Tatai, che non riuscì ad andare oltre il 50%.
Il titolo fu dell’italo-argentino Fernando Braga, grazie ad un migliore spareggio tecnico sull’outsider parmigiano Paolo Vezzosi.
Arlandi e Vallifuoco conclusero al terzo posto davanti a Godena e Belotti.
Torneo negativo anche per Alvise Zichichi, che divise l’ultimo posto con Martorelli.
Le ultime tre edizioni del campionato italiano disputatesi a Chianciano videro un successo di Bruno Belotti e due di Tatai. Quest’ultimo si impose nell’edizione del 1991 con due punti di vantaggio sui secondi classificati, ritrovando quella forma d’oro che gli aveva procurato successi internazionali nei decenni precedenti.
Chianciano, Campionato Italiano 1989: 1°Belotti 9,5/13, 2°Tatai 8,5, 3°-4°Vallifuoco e Bellia 8, 5°-6°Mantovani e Arlandi 7,5, 7°-8°Lanzani e Borgo 7, 9°Godena 6,5, 10°Vezzosi 5,5, 11°Sarno 5, 12°Rossi 4,5, 13°Pantaleoni 4, 14°Vancini 2,5
Chianciano, Campionato Italiano 1990: 1°Tatai 9/12, 2°-4°Manca, Vezzosi e Godena 8,5, 5°-6°Borgo e Lanzani 6,5, 7°Mantovani 6, 8°-10°Marinelli, Tortarolo e Bellia 5,5, 11°Martorelli 3,5, 12°Werther 2,5, 13°Gaggiottini 2
Chianciano, Campionato Italiano 1991: 1°Tatai 9/11, 2°-3°Vezzosi e Sarno 7, 4°-5°Bellia e Passerotti 6,5, 6°Vallifuoco 6, 7°Marinelli 5,5, 8°-9°Ceschia e Rossi 5, 10°Manca 4,5, 11°Vaccani 3, 12°Brancaleoni 1
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