Jobava si è ricordato di essere Jobava!
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(UnoScacchista)
Ottime notizie da Abu Dhabi: Baadur Jobava è tornato a giocare da Jobava, ovvero benissimo! Dopo due anni orribili, nei quali il georgiano è crollato da 2712 (Classifica Elo di Novembre 2017) a 2584 (attuale classifica di Agosto), finalmente si rivede il Jobava che ha sempre incantato gli spettatori con il suo gioco estroso ed efficace.
Il 26° Abu Dhabi International Chess Festival si è giocato dall’1 al 9 di Agosto e ha visto la partecipazione di 151 giocatori, di cui 48 Grandi Maestri. Nutrito, come sempre, il contingente indiano, con ben 76 iscritti (il 50% !),
Jobava era solo il 26° nella classifica Elo iniziale, ma è stato subito chiaro che finalmente era tornato in forma, quella forma che lo ha portato a vincere ben due ori olimpici individuali (a Calvia 2004 in 4ª scacchiera con 8,5 su 10 e a Baku 2016 in 1ª scacchiera con 8 su 10 e una prestazione da 2926), a vincere per tre volte il campionato georgiano (nel 2003, 2007 e 2012) e, en passant, a battere addirittura Magnus Carlsen nelle Olimpiadi di Khanty-Mansiysk del 2010. ma anche quel talento che lo ha portato stabilmente tra i primi 50 giocatori al mondo e ad un picco di 2734 e una posizione tra i Top 20.
“Baadur Jobava è uno dei giocatori che, per così dire, valgono il prezzo del biglietto. Tra le sue bizzarrie in apertura e le geniali strategie di attacco, le sue partite sono spesso una boccata d’aria fresca tra le sterminate preparazioni teoriche e le tecniche virtuose (e noiose) dei SuperGM.” scrivevo più di 3 anni fa nel mio post “Jobava, Jobava, fortissimamente Jobava” e anche oggi confermo parola per parola.
Molto elegante la chiusura contro Indjic.
Dopo il brillante risultato di Baku che ho citato, Jobava rilasciò un’intervista al sito azèro “echo.az”, intervista poi ripresa da altri. L’intervistatore gli chiese se lui si identificasse col periodo romantico degli scacchi (quando si vedevano spettacolari sacrifici di pezzi) e, in particolare, se gli piacesse il suo stile oppure se, come diceva Shakhriyar Mamedyarov, non potesse fare a meno, per carattere, di giocare rischioso.
La sua risposta fu anzitutto che dipendeva dal tipo di competizione (“non cerco di correre troppi rischi in una gara a squadre”) e che per quanto concerneva lo stile lui era cresciuto con i classici ed è stato particolarmente influenzato da Alexander Alekhine, Mikhail Botvinnik e Jose Raul Capablanca. Però (attenzione!) confessò che fra tutti i classici il suo massimo idolo era forse Karl Schlechter.
Guardiamo come ha messo sotto giovane il talento iraniano Maghsoodloo:
Alla fine, Jobava ha vinto il torneo con un eccellente 8 su 9, con un punto di vantaggio sull’uzbeko Nodirbek Yakubboev e un punto e mezzo su un gruppetto di 8 giocatori a 6,5.
Forza Baadur! Con i 32 punti guadagnati ad Abu Dhabi sei tornato sopra i 2600: la strada è lunga, ma la risalita è iniziata!