Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Dall’isola di Lewis all’asta di Sotheby’s

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(Roberto C.)
Quelli di Lewis sono certamente i più famosi pezzi della storia degli scacchi e chiunque abbia visto il film tratto dal primo libro della scrittrice inglese Rowling dal titolo ‘Harry Potter e la Pietra Filosofale’ ricorderà sicuramente la scena della partita a scacchi che venne giocata con una loro moderna riproduzione.

[Immagine di apertura di Jack1956, da Wikimedia (pubblico dominio)]

Quelli originali (medievali) furono rinvenuti nella primavera del 1831 presso la spiaggia di Uig nell’isola di Lewis (Ebridi Esterne della Scozia); complessivamente i reperti ritrovati furono 93: 78 pezzi degli scacchi, 14 pedine per giochi da tavolo, simili a quelle per il backgammon, e la fibbia di una cintura.

Varie le ipotesi sul ritrovamento (posti al riparo da un mercante a causa di una tempesta ?, nascosti dopo un furto ?, dissotterrati dal bestiame che pascolava sulle dune ?, ecc.) e sulla loro origine (il luogo della loro creazione sarebbe, secondo la teoria più in voga, la città di Trondheim, in Norvegia e secondi altri l’Islanda).

Oltre ad essere chiaramente uno dei più importanti cimeli ludici del medioevo ed “un importante simbolo della civiltà europea“, sono pezzi affascinanti e misteriosi:

  • il re dalla barba folta è seduto sul trono, decorato con flora e fauna, con la spada appoggiata alle proprie gambe;
  • la regina, anch’essa seduta sul trono, col braccio sinistro sulle ginocchia ed il palmo della mano destra sul viso;
  • la torre, dalle sembianze umane, è rappresentata da un guerriero armato;
Bishop of the Lewis Chessmen, The British Museum, number 1831,1101.92 (Immagine pubblicata con Licenza CC BY-NC-SA 4.0)
Immagine di Andreas Zautner da Wikimedia [Pubblico dominio]
Alcuni ipotizzano che non siano pezzi per il gioco degli scacchi ma dell’antico gioco da tavolo hnefatafl, originario dell’Europa del nord, conosciuto anche col nome di Tablut, diffuso in tutte le zone del Nord Europa toccate dai vichinghi, giocato almeno a partire dal 400, quindi, molto prima dell’arrivo degli scacchi in Europa.

Sono dei reperti fin troppo ‘guerrieri’ e probabilmente per questo a lungo considerati ‘vichinghi’ ma, sulla base della tecnica di intaglio e sullo stile utilizzato, gli storici ritengono che i pezzi siano stati realizzati tra il 1150 e il 1200, quindi, almeno un secolo dopo la fine della cosiddetta era vichinga e in un periodo nel quale il gioco degli scacchi era divenuto popolare in Europa; e se ciò non bastasse, sono presenti tutte e sei le tipologie dei pezzi degli scacchi; certo, obietterà qualcuno, il pedone è veramente strano (un obelisco ?), perché le conchiglie degli scacchi cambogiani, non lo sono ?

Foto di Andrew Dunn, da Wikimedia (licenza CC BY-SA 2.0)

I 78 pezzi degli scacchi intagliati per lo più da avorio di tricheco, alcuni pezzi da denti di balena, erano tutti in condizione impeccabile: 67 di loro sono esposti al British Museum di Londra e 11 nel National Museum della Scozia di Edinburgo; alcuni dei pezzi hanno una colorazione rossa (probabile indizio che i due schieramenti erano bianco e rosso ?) consumata dal tempo trascorso e dalla loro sepoltura nella sabbia.

Questa la suddivisione per tipologia: 8 re, 8 regine, 16 vescovi (alfieri), 15 cavalieri (cavalli), 12 guerrieri (torri) e 19 pedoni e, seppur di differenti dimensioni, avrebbero potuto far parte di tre set completi (o forse anche quattro sebbene fossero mancanti 1 cavaliere, 4 guerrieri e ben 45 pedoni); questi dati fanno comunque pensare ad un prodotto ‘standardizzato’ dalle figure ripetitive come se fossero una produzione in serie (per ricchi acquirenti).


Ed a proposito dei pezzi mancanti, nei primi giorni del giugno scorso si è sparsa in tutto il mondo la notizia di un antico pezzo degli scacchi che sarebbe stato poco tempo dopo venduto ad un’asta da Sotheby’s; questo ad esempio il titolo dell’Huffington Post: Gli scacchi di Lewis ritrovano la loro torre mancante: vale un milione di sterline. Sottotitolo: La casa d’aste Sotheby’s si trova, quasi per caso, a valutare un pezzo rarissimo del periodo medievale.

Foto da Sotheby’s London
“A queen and a warder (rook) in the joint exhibition in Edinburgh, 2010”, foto di Nachosan da Wikimedia (licenza CC BY-SA 3.0)

Si trattava di un altro eccezionale reperto anche se non in perfette condizioni (dal viso grinzoso, la tunica lunga sino ai piedi, un occhio mancante, alto poco meno di 9 centimetri) che, acquistato per 5 pound nel 1964 da un antiquario di Edinburgo e che, dopo essere rimasto in un cassetto di una casa privata per oltre mezzo secolo, stimato tra 600.000 ed un 1.000.000 ed acquistato all’asta del 2 Luglio per 735.000 di sterline inglesi: la casa d’aste Sotheby’s ha detto che il prezzo ottenuto ha stabilito un nuovo record di vendita all’asta per un pezzo medievale degli scacchi !

Controllate molto bene se i vostri nonni hanno messo qualcosa dentro ai cassetti della casa…

 

 

Immagini di Pubblico Dominio

Anche se i pezzi di Lewis sono considerati unici esistono dei  pezzi di epoca precedente che gli somigliano, quelli cosiddetti “di Carlo Magno”: ad esempio il loro pedone ed il loro cavallo hanno delle somiglianze rispettivamente con il guerriero-torre (armatura, scudo e spada) ed il cavaliere dei pezzi di Lewis…

Durante il periodo aureo dello Shatranj (https://unoscacchista.com/2017/07/17/scacchi-islamici-forme-astratte-per-cinque-secoli/), cioè fra l’VIII e il XII secolo, e nella Bagdad delle “Mille e una notte”[1] si narra che il Califfo di Bagdad Harun al-Rashid, li donò per l’incoronazione di Carlo Magno a 1° Imperatore del Sacro Romano Impero avvenuta a Roma la mattina di Natale dell’anno 800.

In realtà sono dei magnifici pezzi degli scacchi, oggi custoditi a Parigi nel museo Cabinet des médailles [2], opera di artigiani italiani, “sicuramente «decorativi» e non da gioco; scolpiti in avorio indiano [3] e di grandi dimensioni (Re alto 15 cm. circa) danno la sensazione di potenza, di ricchezza e di magnificenza regale.[4]. In pratica degli oggetti di enorme sfarzo…

Siete andati nuovamente a ricontrollare meglio tutti i cassetti ?


[1] 1ª ed. originale circa 900 d.C. (prime raccolte indiane); circa 1400 (edizione definitiva)

[2] I disegni dei pezzi di “Carlo Magno”, sono riproduzioni di pubblico dominio tratte da Basterot, Traité élémentaire du jeu des échecs, Paris 1863.

[3] Negli anni 1978/80 i due studiosi Danielle Gaborit-Chopin (Ivoires de Moyen Ages, 1978) e Robert Bergman (The Salerno ivories, 1980) hanno dimostrato che tali pezzi vennero prodotti dagli intagliatori d’avorio di Salerno alla fine dell’XI secolo.

[4] FERLITO G., Gli Scacchi nel Medioevo e nell’Epoca Contemporanea, Scacco n.1, Gennaio 1991, pp. 19-20.

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