Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Kasparov e “l’intelligenza artificiale” il 5 di ottobre a Milano!

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(Riccardo M.)
Sabato 9 novembre 1985 resterà una data indelebile nella storia degli scacchi: dopo un match appassionante, che ha richiesto lo svolgimento di tutte le 24 partite previste, Garry Kasparov, detronizzando l’ormai ex detentore Anatoly Karpov, si è laureato a soli 22 anni come il più giovane campione mondiale di tutti i tempi. E’ stata la vittoria della creatività contro la tecnica, del coraggio contro lo stile speculativo. Dopo 10 anni di predominio, Karpov ha dovuto abbassare le armi contro l’unico giocatore, oggi, in grado di piegarlo, dall’alto di un gioco “universale” che ricorda Alekhine e (perché no?) Bobby Fischer ….  La vittoria di Kasparov può indicare una strada, e cioè il rinascere e il consolidarsi di una linea di pensiero scacchistico che sembrava da tempo posta in secondo piano; parlo appunto della ricerca di idee creative, che può e deve soppiantare, per il bene stesso del nostro meraviglioso gioco, la fredda e arida impostazione stilistica tutta “sicurezza” e tecnicismo espressa in questi 10 anni da Karpov”.

Così scriveva il nostro Sergio Mariotti nel suo “Karpov-Kasparov: la seconda sfida” (Prisma ed., 1986). Sono parole che rivelavano tutto l’entusiasmo di Sergio per il prevalere di uno stile di gioco in un certo modo simile al suo e che per troppo tempo era rimasto soffocato da freddo tecnicismo e prudenza. Sergio è stato buon profeta, perché quella vittoria aprì un nuova epoca per gli scacchi e Kasparov si sarebbe imposto come (forse) il più forte giocatore di tutti i tempi, potendo vantare il primo posto nella classifica Elo per circa 20 anni consecutivi, dal 1986 al 2005.

Kasparov si è imposto al mondo, diversamente da altri campioni sovietici (penso a Botvinnik su tutti), anche per le sue caratteristiche umane, che lo hanno portato ad essere conosciuto ed apprezzato fuori dal recinto degli scacchi. Su di lui e sul suo impegno civile e politico sono stati scritti fiumi di parole. Riporto qui, ad esempio, alcune righe di un articolo che, a firma di Serena Vitale, gli dedicò nel 2016 il quotidiano “Il Sole 24 ore”:

Nativo di Baku, sangue armeno ed ebreo (il vero cognome è Vajnštejn, come fanno notare sempre più spesso i sempre più fanatici ultrapatrioti russi), enfant prodige degli scacchi, campione del mondo per molti anni di seguito, Garry Kasparov (il più grande scacchista di tutti i tempi) nel 2005 si è ritirato dallo “sport più violento che esista” per dedicarsi quasi esclusivamente all’impegno politico, all’opposizione. È stato leader e fondatore del “Comitato 2008”, poi del “Fronte Civile Unito”, di “Solidarnosc”. Nella sua nuova carriera di dissidente – sì, ne esistono ancora in Russia, e il loro destino è purtroppo facile da prevedere: prigione (come Chodorkovskij), incontri ravvicinati con sicari dalla mira infallibile (come Anna Politkovskaja e Boris Nemcov), emigrazione (come lo stesso Kasparov, che dal 2013 vive in esilio volontario negli stati Uniti) – Kasparov ha conservato lo stile che caratterizzava il suo gioco: rapido, irruente, implacabile”.

Torniamo quindi al gioco per sottolineare come proprio colui che è stato il giocatore più creativo di ogni tempo (magari in compagnia di Morphy e di Tal) si sia trovato sulla sua strada un avversario che forse ancora nel 1986 veniva sottovalutato: l’intelligenza artificiale. Garry Kasparov passerà infatti alla storia come il primo campione del mondo ad essere stato sconfitto da una macchina. L’evento accadde nel 1997, a New York, in un match contro il supercomputer della IBM “Deep Blue”, che riuscì a piegare il campione russo per 3,5 a 2,5.

E’ stata una svolta storica, memorabile, ma il fatto che ancor oggi il nostro gioco non abbia perso il suo fascino sta a dimostrare quanto ancora l’intelligenza umana possa incidere nello sviluppo della società e, unita all’intelligenza artificiale, possa migliorare la vita dell’umanità. Non dimentichiamo che lo stesso Kasparov nel suo libro “Deep Thinking”, lucidamente scrive che “…. anche se fosse possibile imporre il rallentamento nella implementazione di macchine intelligenti, ciò ci consolerebbe solo per un po’, ma nello stesso tempo peggiorerebbe la situazione di tutti nel lungo periodo”.

Ma perché tutto questo mio preambolo? Solo per informare gli appassionati di ogni parte d’Italia, e soprattutto quelli di Milano (che ancora non lo sapessero), che Garry Kasparov sarà prestissimo nel capoluogo lombardo, proprio per presentare “Deep Thinking” (ed. Fandango Libri, euro 18,70), ovvero “Pensiero profondo”, sottotitolo “Dove finisce l’intelligenza artificiale, comincia la creatività umana”. 

La copertina della edizione inglese di “Pensiero profondo”

L’appuntamento è per sabato 5 ottobre, nella “Sala Grande” del Teatro Franco Parenti (via Pier Lombardo, 14, zona Porta Romana) dalle ore 10,30 alle 11,30.

La partecipazione di Kasparov è inserita nell’evento intitolato “Onlife, il futuro visto da vicino”, un evento promosso dal quotidiano “la Repubblica” e da LENA (Leading European Newspaper Alliance).

Oltre a Kasparov, parleranno fra gli altri (e qui riprendiamo la notizia dal sito del Teatro Parenti): Frans Timmermans, neo vice-presidente della Commissione Europea; Uri Levine, cofondatore di Waze;  Shoshana Zuboff, della Harvard Business School, autrice di un saggio incisivo e controverso sul potere dei colossi del Web intitolato Il capitalismo della sorveglianza; Lucy Hawking, giornalista e scrittrice, figlia del cosmologo inglese Stephen Hawking; e poi Bruce Sterling, Kira Radinsky, i due scrittori Alessandro Baricco e Roberto Saviano: i sindaci di Milano e di Barcellona Giuseppe Sala e Ada Colau; Peter Wadhams, oceanografo e capo del Polar Ocean Physics Group alla University of Cambridge.

Amici di Milano: non perdetevi l’evento e soprattutto non perdetevi l’intervento del campione!

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