Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Mosca 1949-50: il mondiale femminile

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(Riccardo M.)
E’ un evento storico, questo di Mosca di cui vi stiamo per parlare, perché per la prima volta si assegna il titolo mondiale ad una giocatrice diversa dalla cecoslovacca Vera Menchik, deceduta nel 1944 a Londra sotto i bombardamenti dell’aviazione tedesca. Vera Menchik aveva detenuto il titolo ininterrottamente dal 1927 al 1939 in quanto sempre era risultata vincitrice di un torneo che si svolgeva in concomitanza con le Olimpiadi, ovvero: Londra 1927, Amburgo 1930, Praga 1931, Folkestone 1933, Varsavia 1935, Stoccolma 1937 e Buenos Aires 1939.

[Nella foto, Lyudmila Rudenko (1904-1986)]

Ma la Menchik era di un’altra categoria, era l’unica donna capace di competere alla pari con i più forti scacchisti uomini, come dimostrano alcune sue partite vinte nientemeno che ad Euwe, Colle, Reshevsky.

Pertanto con il torneo mondiale di Mosca si apre una nuova pagina nello scacchismo femminile, una pagina importante quasi come quella di Londra 1897, dove si svolse, fra venti giocatrici, il primo torneo femminile della storia. A Londra 1897 vinse l’inglese Mary Rudge e al secondo posto ci fu un’italiana, Luisa Matilda Fagan Ballard. Quell’epoca si chiuse pertanto con Buenos Aires 1939, ma io direi meglio (considerata la incompleta partecipazione in Argentina) con Stoccolma 1937, dove per strane coincidenze storiche giunse seconda un’altra italiana, Clarice Benini, della quale ho qui già parlato in un articolo che ricordo con piacere.

Da Miss Fagan 1897 a Miss Benini 1937 trascorsero 40 anni, da Miss Benini ad oggi ne sono trascorsi altri 80 e più, ma in questi 80 mai nessuna giocatrice italiana si è avvicinata a quei vertici come seppero fare Fagan e Benini. Peccato.

Ma adesso veniamo a Mosca e rechiamoci alla sede di gioco. E’ il 20 dicembre del 1949, sono le 17,30. Fa un freddo glaciale. Entriamo nel teatro del Palazzo dell’Armata Rossa. Sedici giocatrici sono sedute alle scacchiere, sedici fra le più quotate del mondo, in rappresentanza di dodici diverse nazioni. Ogni due giorni ci sarà un giorno di pausa, da dedicare eventualmente alle partite sospese. Il tempo di riflessione è di due ore e mezza per le prime 40 mosse e poi ogni ora successiva altre 16 mosse.

Campionato Mondiale Femminile 1949-50

Per rappresentare il clima e l’evento non c’è di meglio che riportare (parzialmente) le parole di Giorgio Zamberlan che descrive il mondiale di Mosca sulle pagine de “L’Italia Scacchistica” con quel linguaggio aulico ma efficacemente colorito tipico degli anni Quaranta. Eccole:

“La vittoria è toccata, dopo un’emozionante lotta finale, alla meno quotata ma certamente non la meno forte delle quattro giocatrici sovietiche in gara: Lyudmila Rudenko. Essa ha fatto una gara intelligente mettendo a profitto tutte le sue risorse e sfruttando con precisione le debolezze avversarie… Rappresentò l’URSS nel radio-incontro con l’Inghilterra, vincendo entrambe le partite. Nella vita privata lavora nel campo dell’Economia…. Al secondo posto Olga Rubzova (Rubtsova, 1920-1994, n.d.r.), attuale campionessa dell’URSS e laureata in ingegneria metallurgica…. Al terzo e quarto posto altre due sovietiche, Valentina Belova (1920-1993, n.d.r.), che è la più giovane e frequenta i corsi dell’Istituto di metallurgia di Leningrado, ed Elisabetta Bicova (Elisaveta Bykova, 1913-1989, n.d.r.), che invece è un’operaia.

La nostra rappresentante e campionessa d’Italia Clarice Benini (1905-1976, n.d.r.), di Firenze, si è trovata questa volta a dover fronteggiare rivali più agguerrite ed allenate di lei … malgrado ciò, ha registrato al suo attivo delle belle vittorie … Non lo diciamo per puro spirito campanilistico, ma riteniamo che la nostra Benini non sarebbe seconda a nessuna di queste concorrenti, se fosse più aiutata a mantenersi in esercizio e se avesse più possibilità di prendere parte a competizioni, femminili e maschili, di una certa importanza.

Giorni di riposo furono, in omaggio alle ospiti straniere, le domeniche, la vigilia di Natale, il giorno di Natale, l’ultimo dell’anno, Capodanno, nonché il compleanno di Stalin. Nel corso del torneo vi furono due banchetti: uno nel giorno di San Silvestro e uno finale al Grand Hotel, con presenti quasi tutti gli ambasciatori e autorità diplomatiche e centinaia di giocatori e giocatrici. Ogni manifestazione era accompagnata da discorsi, applausi, osanna e ringraziamenti a Stalin, concerti e balletti.

Magnifica fu l’accoglienza preparata alle partecipanti e molti i divertimenti gratuitamente offerti: opere, balletti, marionette, circo, teatro tzigano, drammi e commedie, visite al Cremlino, alla ”Casa dei pionieri”, gite automobilistiche nella città di Mosca, alloggio all’albergo Savoy con camera, bagno e salotto privato, taxi sempre a disposizione, interpreti a volontà, buffet all’albergo e al teatro sempre a loro disposizione e gratuito ad ogni ora. Cucina e specialità russe: mandarini e uva del Caucaso, caviale a profusione, salmone, gamberi, crostacei, vodka, vini, spumanti e tutte le prelibatezze gastronomiche di laggiù.

Il freddo (-32°!) era compensato dal surriscaldamento che si trovava nell’interno dei locali… e le partecipanti hanno riportato un piacevole ricordo della cordialità degli scacchisti russi. Il campione del mondo Botvinnik, assiduo spettatore del campionato femminile, ha dichiarato, fra l’altro, al corrispondente dell’Agenzia Tass: “La lotta è stata accanita e tenace. Fino all’ultimo giorno è stato impossibile individuare con certezza la vincitrice. La nuova campionessa Rudenko ha battuto proprio all’ultimo turno la sua più diretta rivale Rubzova; questa partita ha deciso del primo posto”. Il Comitato per l’Educazione Fisica e Sport presso il Consiglio dei Ministri dell’URSS ha deliberato all’unanimità di accordare a Rudenko, Rubzova, Belova e Bicova il titolo di maestro di scacchi”.

Ed ecco una rara immagine della campionessa Lyudmila Rudenko:

Rudenko simul
Lyudmila Rudenko in simultanea al Palazzo dei Pionieri il 24 marzo 1950

Nell’ampia sala del Palazzo dei Pionieri, sulla Prospettiva Nevskij, quel giorno di marzo 1950 c’erano, a tenere le simultanee, anche Mikhail Botvinnik con altri due maestri: Mark Taimanov e Leonid Shamaev.

La bambina che in primo piano vedete affrontare Lyudmila Rudenko è Katya Byshard, che vinse quella partita (“casualmente” avrebbe poi detto) e che in seguito divenne una discreta giocatrice e soprattutto una delle migliori amiche dell’anziana campionessa. A lei Katya avrebbe dedicato un appassionato ricordo nel 2004, in occasione del centenario della nascita di Lyudmila, sulle pagine del blog russo www.e3e5.com

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