Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Casi polizieschi risolti da scacchisti (1)

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(Carmelo Coco)
Nella Letteratura poliziesca molti delitti vengono risolti da scacchisti o da semplici appassionati del gioco. Ne presentiamo alcuni: noti, meno noti e altri completamente sconosciuti.

Giudice istruttore e scacchista
in “Il cappello del prete” di Emilio De Marchi

Edizione Nuova Biblioteca Mursia

Il cappello del prete [1] è la storia, scritta da Emilio De Marchi [2] con estrema abilità letterario-poliziesca, del delitto del prete Cirillo da parte del barone Carlo Coriolano di Santafusca.

Oberato da debiti di gioco, il barone compie il delitto per impossessarsi del denaro del prete, noto usuraio. Dopo averlo adescato con la scusa di vendergli una villa, lo uccide e lo getta in una cisterna. Un delitto perfetto. Tempo dopo si ricorda di aver dimenticato di far sparire il cappello del prelato. Nel tentativo maldestro di recuperarlo, compromette definitivamente il suo piano delittuoso.

Sarà il giudice istruttore che, interrogandolo con abilità e astuzia (degne della strategia di un grande scacchista; e il giudice, come apprendiamo dal libro, è veramente un grande scacchista) a indurre in contraddizione il barone.

L’ossessione per il cappello e non i rimorsi per il delitto (il barone non credeva in Dio e meno ancora credeva nel diavolo; e, per quanto buon napoletano, nemmeno nelle streghe e nella iettatura) porterà il barone alla pazzia.

Nella parte IV del libro intitolata L’assassino del prete il barone di Santafusca apprende dai giornali che il processo è nelle mani di quel zelante e bravo giudice istruttore che è il cavaliere Martellini, lustro del foro napoletano, non che grande scacchista e adoratore del gentil sesso.

Santafusca decide di andare a parlare con il magistrato e corre un tratto verso il palazzo di giustizia, colla intenzione di parlare al cavaliere Martellini, ch’egli conosceva benissimo, per essersi trovato più volte con lui al club degli Scacchi, dove l’egregio magistrato faceva testo di lingua.

Nel 1970 la RAI produsse lo sceneggiato tratto dal libro, realizzato in tre puntate con la regia di Sandro Bolchi. Attori principali:

  • Luigi Vannucchi, nella parte del barone Carlo Coriolano di Santafusca;
  • Franco Sportelli nella parte di prete Cirillo;
  • Mariano Rigillo nella parte del magistrato Martellini.

Nelle inquadrature del circolo (dove si gioca a carte e a biliardo) vengono ripresi alcuni soci che giocano a scacchi. Lo stesso Santafusca dirà di Martellini “Ci vediamo qualche volta al circolo degli scacchi“.  E’ il primo esempio in assoluto, nella letteratura “gialla” italiana, di un giudice istruttore scacchista. Seguiranno noti e meno noti “detective” scacchisti.

Edizione La Medusa

Non tutti considerano questo libro un vero giallo. Nel 2009 la casa editrice La Medusa realizzò questa edizione. Il colore della copertina e la lente d’ingrandimento confermano il genere giallo del libro e il mio giudizio.


Lo scacchista è come una Thinking Machine
in The Chase of the Golden Plate di Jacques Futrelle

Edizione BJU Press 2005

The Chase of the Golden Plate è un romanzo poliziesco di Jacques Futrelle (1875-1912) pubblicato nel 1906 dalla Newyorkese Dodd, Mead & Company.
Racconta un caso molto complicato: durante una festa in maschera alle Sette Querce (residenza del ricco Meredith) vengono rubati 11 piatti d’oro; poi vengono restituiti e di nuovo rubati (quattordici piatti stavolta); una ragazza scompare e poi riappare. L’ispettore Mallory indaga ma alla soluzione arriverà per primo un professore plurilaureato (Filosofia, Medicina, Legge) e giocatore di scacchi.

Nel capitolo I (Parte III intitolata The Thinking Machine) il Professore Augustus S. F. X. Van Dusen (con le qualifiche accademiche di Ph. D., LL. D., F. R. S., M. D., etc., etc.), comincia a indagare sul caso.

This, then, was The Thinking Machine. This last title, The Thinking Machine, perhaps more expressive of the real man than a yard of honorary initials, was coined by Hutchinson Hatch at the time of the scientist’s defeat of a chess champion after a single morning’s instruction in the game. The Thinking Machine had asserted that logic was inevitable, and that game had proven his assertion.
(Il titolo di The Thinking Machine gli era stato attribuito dal giornalista Hutchinson Hatch quando il professore aveva sconfitto un campione di scacchi, dopo una singola mattinata dedicata allo studio del gioco. La Thinking Machine aveva affermato che l’usp della logica rera inevitabile e che il risultato della partita a scacchi aveva dimostrato questa sua affermazione).

La logica, sì. In un altro punto del libro Van Dusen afferma:

“How do I know it? Logic, logic, logic! The logical mind can start from any given point and go backward or forward, with equal facility, to a natural conclusion. This is as certain as that two and two make four—not sometimes, but all the time .
(“Come faccio a saperlo? Logica, logica, logica! La mente logica può partire da un dato punto e andare avanti o indietro, con la stessa facilità, fino a una conclusione naturale. Questo è certo come due più due fanno quattro … non a volte, ma sempre).

“Nothing is impossible […] The worst a problem can be is difficult, but all problems can be solved as inevitably as that two and two make four—not sometimes, but all the time. Please don’t say things are impossible” .
(Niente è impossibile […] Al peggio un problema può essere difficile, ma tutti i problemi possono essere inevitabilmente risolti come due e due fanno quattro, non a volte, ma sempre).

Come Sherlock Holmes: [… ] eliminated the impossible whatever remains, HOWEVER IMPROBABLE, must be the truth. ([…] eliminato l’impossibile, ciò che rimane, PER QUANTO IMPROBABILE, deve essere la verità) e Auguste Dupin: I designed to imply that the deductions are the sole proper ones, and that the suspicion arises inevitably from them as the single result. ([…] queste deduzioni sono le uniche appropriate. Il sospetto che da esse nasce è, inevitabilmente, il solo risultato possibile), anche Van Dusen ha la sua frase immortale sul metodo investigativo:

“When the simplest rules of logic establish a fact it becomes incontrovertible”
(“Quando le più semplici regole della logica stabiliscono un fatto, questo diventa incontrovertibile“).

Nota:
Traduzioni dall’originale inglese di C. Coco.

[Fine prima parte]


[1] Pubblicato a puntate nel 1887 nel quotidiano milanese “L’Italia del Popolo”. Poi edito in volume a Milano nel 1894 da Galli.

[2] Emilio De Marchi (1851-1901), scrittore italiano. Notissimo per il romanzo Demetrio Pianelli (1890).


Autore: Carmelo Coco, Catania

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