I luoghi degli scacchi: Dresda
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(Claudio S.)
Quando iniziò il torneo di Dresda del 1892, il Blaues Wunder (Miracolo Blu) del Loschwitzer Brücke, il ponte sull’Elba, era in costruzione e il dottor Tarrasch non poté godere di quello spettacolo. Ma il fascino di Dresda, capitale della Sassonia, era tale da farla considerare tra le più attraenti città dell’Impero Tedesco. Fascino intatto ancora oggi, tanto da meritarsi l’appellativo di “Firenze dell’Elba”.
Forse Tarrasch transitò dalla Pfunds Molkerei, “la latteria più bella del mondo”, che nel 1891 venne trasferita lì dove si trova ancora oggi, al n. 79 di Bautzner Straße .
Senz’altro ammirò la vista che si godeva dalla Brühlsche Terrasse, il “Balcone d’Europa”, come la definì Gothe, e camminò nel parco Zwinger, progettato dall’architetto Poppelmann, che proprio in quegli anni era in fase di restauro. Tale bellezza, però, conobbe tra il 13 ed il 15 febbraio del 1945 i bombardamenti alleati, che l’anno prima non avevano risparmiato la gemella Firenze.
Ma quella che sarebbe diventata una delle prime città della Repubblica Democratica Tedesca, riuscì a rialzarsi e a ricostruire, pezzo a pezzo, il suo tesoro artistico: la Gemäldegalerie, con i suoi Raffaello, Velasquez e Tiziano, la Semperoper, teatro d’opera costruito dall’architetto Gottfried Semper, famosa per la sua meravigliosa acustica, la Frauenkirche, capolavoro del barocco europeo, Albrechtsberg, Lingnerschloss e Eckberg, castelli sull’Elba, e altre mille meraviglie.
Nel 1892 si tenne a Dresda un importante torneo internazionale vinto da Tarrasch.
Il tedesco si impose dimostrando una netta superiorità sugli altri partecipanti, e subendo l’unica sconfitta dal maestro rumeno Albin. Secondi a sorpresa, ma con merito, giunsero l’ungherese Gyula Makovetz e il cecosolovacco Moritz Porges.
Gli scacchi che contano tornarono a Dresda nel 1926, per la disputa di un torneo a dieci partecipanti.
Alekhine, ormai prossimo al titolo mondiale, venne distanziato di un punto e mezzo da un Nimzowitsch in stato di grazia.
Dresda ospitò nel 1936 un terzo torneo internazionale. Alekhine, che aveva da poco tempo perso il titolo mondiale, giunse primo. Finiti lontani Bogoljubow e Keres, a ravvivare la competizione ci pensò il maestro tedesco Ludwig Engels, che sconfisse il russo e lo insidiò fino all’ultimo turno.
Nel dopoguerra si tennero a Dresda due forti tornei.
Dresda 1956: 1°-2° Averbakh e Kholmov 12/15, 3° Ciocaltea 10,5, 4° Pachman 9, 5° Uhlmann 8,5, 6°-7° Padevsky e Bilek 8 (16)
Dresda 1959: 1°-2° Geller e Taimanov 11/15, 3°-4° Ivkov e Uhlmann 10, 5° Padevsky 9, 6° Franz 8,5, 7°-8° Zinn e Florian 8, 9° Pietzsch 7,5 (16)
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