Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

La voce di Alekhine ci dice “Io vedo gli scacchi come un’arte”

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(UnoScacchista)
Un’intervista ad Alekhine è sempre qualcosa da leggere con interesse, ma… cosa di meglio che ascoltarla? Nel 1938 la BBC intervistò l’allora Campione del Mondo. La registrazione di quella intervista, svolta in inglese, è stata resa pubblica anni fa dalla BBC ed oggi ve la riproponiamo con la traduzione a fronte.

[Nella foto di apertura, Alekhine contro Capablanca nel loro ultimo incontro durante il torneo AVRO del 1938]

L’intervista è stata effettuata dopo che Alekhine ha riconquistato il titolo di Campione del Mondo battendo Euwe nel 1937 e, secondo quello che dice durante l’intervista, all’inizio del 1938, prima di intraprendere il lungo viaggio verso Montevideo dove, nel mese di Marzo, vinse imbattuto l’ottavo “Torneio Sudamericano“.

Gli argomenti trattati sono adatti anche ad un pubblico non specialistico ed è interessante ascoltare come Alekhine consideri gli scacchi un’arte e non solo uno gioco.

Cliccate sul triangolino a sinistra (play) per ascoltare l’intervista, che potete leggere qui sotto

Testo in inglese . Traduzione in Italiano

While dealing with the media is a regular part of the modern grandmaster’s career, such was not always the case. In particular, voice recordings of the great players prior to the Second World War are very rare . Se oggi avere a che fare con i media fa parte della normale attività di un Grande Maestro, non è sempre stato così. In particolare, le registrazioni audio dei grandi giocatori prima della Seconda Guerra Mondiale sono molto rare.
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While going through our archives, we came across a tape recording of a short interview with Alexander Alekhine:. It is about four minutes long. As best we can determine, the interview was conducted for the BBC in 1938. We do not know who the interviewer was. We hope you enjoy the Interview with Alexander Alekhine… . Cercando nei nostri archivi ci siamo imbattuti in una registrazione su nastro di una breve intervista ad Alexander Alekhine. Dura circa quattro minuti. Per quanto siamo riusciti a ricostruire, è stata realizzata per la BBC nel 1938. Non sappiamo chi fu l’intervistatore. Speriamo che vi faccia piacere ascoltare questa “Intervista con Alexander Alekhine”…
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Interviewer: Now Dr. Alekhine, tell me, would you say that chessplayers are born, or do you think a great chessplayer can be made by hard practice? . Intervistatore: Mi dica, Dr. Alekhine, secondo lei si nasce giocatori di scacchi oppure pensa sia possibile diventare un grande scacchista con molta pratica?
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Alexander Alekhine: No, frankly, I think the ideal chessplayer is born. Of course, I look upon chess as an art, and just as you cannot make a great painter or a musician, unless the gifts of painting or music are innate in a person, so also I believe that for anyone to become outstanding at chess the ability must be born with the player. There is something much more in championship chess than just following the somewhat limited rules of the game. To play a really good chess, you must have vision. Vision is something of the same way that a creative artist must have if he would lift his performance out of the common realm. . Alexander Alekhine: No, onestamente, penso che si nasca grandi giocatori di scacchi. E’ chiaro, io vedo gli scacchi come un’arte e così come non si può costruire un grande pittore o musicista a meno che il talento pittorico o musicale sia innato in una persona, allo stesso modo credo che perché si possa arrivare all’eccellenza negli scacchi l’abilità debba essere innata. C’è molto più negli scacchi dei campioni che la semplice applicazione delle regole del gioco. Per giocare veramente bene a scacchi bisogna avere la visione. La visione è equivalente a ciò che un artista creativo deve avere se vuole elevarsi al di sopra della normalità.
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Interviewer: Well, of course, as well as vision, I expect first class chess needs a very well trained memory too, doesn’t it? . Intervistatore: Bene, naturalmente, così come per la visione, mi aspetto che uno scacchista di prima classe debba anche avere una memoria ben allenata, vero?
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Alexander Alekhine: Oh, no. That is where chess is just unlike bridge. One does not require an, uh, an outstanding memory. Look forward all the time is the thing to do. . Alexander Alekhine: Oh no. E’ qui che gli scacchi sono molto diversi dal Bridge. Non c’è bisogno di una … ehm… memoria eccezionale. La cosa da fare è guardare sempre avanti.
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Interviewer: Sounds to me like the perfect game for optimists. . Intervistatore: Mi sembra proprio il gioco perfetto per gli ottimisti.
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Alexander Alekhine: Yes, you might say so. I never look back on a game or a match but try all the time to see how I may improve my play. Soon, I shall have been playing [?] chess for 30 years. I became a chess master, you know, at 16. . Alexander Alekhine: Sì, si può dire così. Io non ripenso mai a una partita o a un match, ma cerco sempre di vedere come migliorare il mio gioco. Tra poco avrò giocato a scacchi (NdT: da professionista) per 30 anni. Sa, sono diventato Maestro a 16 anni.
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Interviewer: 16? That’s amazing! . Intervistatore: 16 anni? E’ incredibile!

Alexander Alekhine: Yes. I won then the vase of the Tsar which I still am keeping. It was…, I was allowed to bring it out. As a matter of fact, it was the only thing I was allowed to bring out of Russia in 1921 when I left. But even my 30 years experience has not yet taught me all I should know of chess. . Alexander Alekhine: Sì. E’ quando vinsi il “Vaso dello Zar”, che ancora ho con me. Fu… Mi fu permesso di portarlo fuori. In effetti è stata l’unica cosa che mi fu permesso di portare fuori dalla Russia nel 1921, quando me ne andai. Ma neanche i miei 30 anni di esperienza mi hanno insegnato tutto quello che dovrei sapere sugli scacchi.
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Interviewer: Well, I suppose by now Dr. Alekhine, you must know all the answers, as they say. . Intervistatore: Be’, credo che ormai, Dr. Alekhine, Lei dovrebbe conoscere tutte le risposte, come si dice.
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Alexander Alekhine: Oh no, believe me, a lifetime is not enough in which to learn everything about chess. If it were, I should soon be getting ready to stop playing altogether. The technique, yes, that can be mastered. But there is always so much more to know about the actual art of the game. So for instance, take my opponent in the last match, Dr. Euwe. He’s considered as being one of the outstanding experts in the opening play. And even being that, in our last match, in one game, he got a lost position after already five moves. So you see, every one of us has quite a lot to learn. . Alexander Alekhine: Oh no, mi creda, una vita intera non è abbastanza per imparare tutto sugli scacchi. Se così fosse, dovrei cominciare a considerare di smettere di giocare. La tecnica sì, quella si può padroneggiare. Ma c’è sempre cosi tanto in più da conoscere sulla vera arte del gioco. Come esempio, prenda il mio avversario nel mio ultimo match, il Dr. Euwe. E’ considerato uno dei migliori esperti delle aperture. E nonostante ciò, in una delle nostre ultime partite fini in posizione persa dopo solo cinque mosse. Così, vede, tutti noi abbiamo molto da imparare.
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Interviewer: Yes, yes. But do you find that playing championship chess involves a great amount of mental stress? . Intervistatore: Sì, sì… ma secondo Lei giocare gli scacchi a livello dei campioni comporta molta fatica a livello mentale?
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Alexander Alekhine: Mental stress, no. But there is a nervous strain, and also physically [?] It is very necessary to prepare oneself physically for a contest, for as you must realize, it demands a great amount of energy. For myself, I prepare always for a match by leading a quiet, healthy, country life. And I relax, you may laugh, by playing ping pong. . Alexander Alekhine: Fatica mentale, no. Ma c’è molto impegno nervoso, e anche fisico [parole non chiare]. E’ assolutamente necessario prepararsi fisicamente per una competizione, perché, come dovrebbe capire, si consuma una grande quantità di energia. Per quanto mi riguarda, mi preparo sempre per un match conducendo una vita di campagna, tranquilla e salutare. E mi rilasso, anche se può far ridere, giocando a ping-pong.
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Interviewer: [Laughs] . Intervistatore: [ride]
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Alexander Alekhine: Yes, ping pong. It is just one of my biggest hobbies. . Alexander Alekhine: Sì, ping pong. E’ proprio uno dei miei hobby preferiti.
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Interviewer: But, uh, you have no ambitions for the world ping pong title, have you? . Intervistatore: Ma, ehm, Lei non ha nessuna ambizione di conquista del titolo  mondiale di ping-pong, vero?
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Alexander Alekhine: Oh, not at all. I must concentrate of course in defending my chess title. And now soon I am off with my wife for South America to arrange for the next world contest to be held there. . Alexander Alekhine: Oh no, assolutamente no. Devo ovviamente rimanere concentrato sul difendere il mio titolo (NdT: di Campione del Mondo) negli scacchi. E presto partirò per il Sud America per preparami alla prossima competizione mondiale che lì si svolgerà.
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Interviewer: Well, thank you very much Dr. Alekhine and all the best of luck. . Intervistatore: Bene, grazie molte Dr. Alekhine; le auguro buona fortuna.

L’intervista non ci ha rivelato nulla che non fosse già noto sul grande campione, se non confermare il suo attaccamento al vaso di Sevres che lo Zar gli donò in occasione della sua prima grande vittoria nel 1909, quando conquistò il titolo di Maestro a 16 anni. E’ comunque emozionante poter ascoltare la sua voce ed il suo inglese con un forte accento con il quale spiega con sussiego quello che vuol dire per lui giocare, studiare e creare capolavori sulla scacchiera. Perché gli scacchi sono un’arte, parola di Alekhine.

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2 thoughts on “La voce di Alekhine ci dice “Io vedo gli scacchi come un’arte”

  1. Post a dir poco emozionante. Sentire per la prima volta la voce di uno dei miti scacchistici del passato, è veramente un bel regalo che Unoscacchista ci ha donato. Io me l’aspettavo diversa, come quando alla radio, per contro, senti i conduttori di trasmissioni parlare e gli dai un volto che poi non corrisponde a quello reale. Ma sentirla con quel tono, accento e cadenza particolari, ti fa come tornare indietro nel tempo ed associarla al volto di un Alekhine oramai maturo che, quello sì, si trova nelle foto di libri, riviste e sull’immancabile Web. Bello il post e bella l’intervista “scovata” negli archivi. Complimenti.

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