[R] La foto di scacchi più bella di sempre…
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R I S T A M P A
(Riccardo M.)
… E’ questa. “Un gioco di scacchi”. Ed è anche, incredibilmente, una delle più antiche intorno al nostro gioco: 1850 circa! La sua misura è 10,5 x 16 cm. ed è stata ottenuta tramite l’antico procedimento della dagherrotipia, che era quella “tecnica usata per la fissazione delle immagini su una lastra di rame argentata e resa sensibile con vapori di iodio”.
[Anonimo – Un gioco di scacchi intorno al 1850, Musée d’Orsay, Parigi]
E’ indiscutibile che si tratti di una vera opera d’arte. Osservatela attentamente. La perfezione delle linee richiama la pittura, mentre la tonicità delle persone ricorda quasi una scultura. Si può percepire la plasticità dell’insieme, la sottile vivacità degli sguardi e la dinamicità dei corpi, il loro curvarsi interessato e competente verso il centro dell’immagine rappresentato dal gioco, dalla scacchiera. Si può apprezzare la studiata e precisa postura delle mani del personaggio di sinistra. Si può notare come la non occasionale sobrietà dello sfondo riesca a dare un netto risalto alle figure ed evidenzi fortemente il carattere pittorico della composizione. E’ semplicemente magnifica!
Tra le altre cose la scena conferma la consuetudine della borghesia di metà Ottocento di avvicinarsi ai tavoli da gioco e sfidarsi in partite a scacchi, od altri giochi, nei circoli, caffè e salotti.
Ma a chi appartiene quest’opera? Vari autori di prestigio sono stati nel tempo proposti. Alcuni vi individuarono il talento di Henri Le Secq. Questi (Parigi 1818-1882) fu un artista e fotografo di grande rilievo, al quale la Commissione Francese dei Monumenti storici diede nel 1851 l’incarico di procedere alla catalogazione delle bellezze monumentali del Paese. Alcune delle sue opere sono oggi conservate presso il J. Paul Getty Museum di Los Angeles e il Metropolitan Museum of Art di New York.
Altri hanno fatto il nome di un altro gigante della fotografia dell’epoca, quello di Olympe Aguado (1827-1894), fotografo amatoriale franco-spagnolo. Forse il nome di Aguado uscì anche a motivo dell’affinità con un’altra, e certamente sua, opera raffigurante dei giocatori, stavolta di carte ed appartenenti ad un’altra classe sociale.
Eccola:

Le ricerche per strappare all’anonimato l’opera di cui oggi vi stiamo parlando sono ancora da portare a compimento. Ci auguriamo che un giorno sia finalmente identificato l’autore di una lastra così originale e perfetta, se non addirittura l’identità stessa dei suoi tre sconosciuti modelli/personaggi.
Se, pertanto, avrete la fortuna di fare un salto al Musée d’Orsay a Parigi, cercate di dedicare un minuto del vostro tempo per ammirare questa splendida opera ancora anonima, “Un gioco di scacchi”, che di certo non stona dinnanzi a quelle di celebrati pittori quali Degas, Monet, Renoir, Seurat, Van Gogh, Matisse ovvero dello scultore Auguste Rodin.

“A volte” – scriveva il padre del fotogiornalismo, Henri Cartier Bresson – “in una fotografia c’è un’immagine la cui struttura compositiva ha un tale vigore e una tale ricchezza, e il cui contenuto irradia a tal punto al di fuori di essa, che questa singola immagine è in sé un’intera narrazione”.
Esattamente come in questo splendido e talentuoso “Un gioco di scacchi”!
Stupenda!