Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Napoleone muove e matta

7 min read

(Riccardo M.)
Non stiamo mica scherzando! Napoleone non è il ‘nick name’ di Nepo (Nepomniachtchi) o di qualche buontempone su FB: è proprio Napoleone I, il Napoleone Bonaparte padre del primo Impero di Francia, uno degli uomini più famosi nella storiografia europea moderna!

E il matto sarebbe avvenuto davvero sulle 64 caselle, anziché sui campi di battaglia o in una casa di cura.

Qualche lettore fra i più attenti e non nuovi del Blog si ricorderà che Roberto Cassano ne ha già parlato sulle nostre pagine, esattamente in questo articolo: “Il cavallo di Troia e il fair-play di Napoleone“.

Resta questa la partita più nota di Napoleone, giocata a Vienna nel 1805 (o 1809) contro l’Automa di Von Kempelen, condotto da Maelzel (da Mouret secondo altri), e pubblicata per la prima volta nelle “Illustrated London News” del 30 novembre del 1844. Non fu tecnicamente una gran partita, ma è ciò che probabilmente (non con assoluta certezza) ci ha lasciato negli scacchi Napoleone Bonaparte.

Tuttavia l’onore di aver affrontato l’imperatore sulla scacchiera non sarebbe toccato soltanto ai manovratori dell’Automa di Von Kempelen, ma anche a qualche altro fortunato personaggio.

Napoleone I (Ajaccio 15.8.1769 – Longwood 5.5.1821) fu di certo un conoscitore, anzi un appassionato, del gioco degli scacchi, qualcuno lo dipinse perfino come “abilissimo giocatore”; in realtà dalle memorie autentiche di persone che con lui giocarono o che lo videro giocare uscirebbe tutta un’altra figura rispetto all’ “abile giocatore”.

Finanche Wikipedia ne parla, attribuendo all’illustre personaggio addirittura l’invenzione di un’apertura, l’apertura Napoleone appunto: 1.e4,e5  2.Df3.

Non deve affatto meravigliare l’interesse dell’imperatore per gli scacchi, che in quei decenni vivevano in Francia dei momenti d’oro (altro che Maxime Vachier-Lagrave!) con i suoi rappresentanti che erano contrastati solamente dagli inglesi: era morto il grande Philidor nel 1785 ed era il tempo di Alexandre Deschapelles (1780-1847); tra l’altro Deschapelles fu pure un soldato dell’esercito imperiale e perse la mano destra in battaglia.

Ebbene, esistono altre due trascrizioni di partite che sarebbero state giocate da Napoleone, una con Madame de Rémusat ed una con il generale Bertrand. Vediamole insieme.

‘Napoleone gioca con Madame de Rémusat’, 1805, di artista ignoto, anche se secondo alcuni era il pittore e grafico ungherese Sandor Badacsonyi; al centro sullo sfondo è ritratto il violinista italiano Niccolò Paganini

Si scrisse che la partita contro Madame de Rémusat sia stata giocata nel castello di Malmaison (Ile de France) nella notte che precedette la fucilazione di Luigi Antonio di Borbone-Condé, duca d’Enghien, cioè il 20 marzo del 1804. Una coincidenza un po’ strana in verità, e ciò alimenta qualche dubbio. La passione in ogni modo non mancava a Napoleone I e pare che in quel periodo effettivamente lui giocasse quasi ogni giorno (o meglio, ogni notte) con Madame De Rémusat.

Tuttavia “nulla c’induce a credere che alcuna delle partite giuocate fosse conservata, in un’epoca così poco proclive a dare agli scacchi un carattere scientifico, dove non c’era nemmeno la più lontana idea di studi scacchistici, o almeno d’un interesse qualunque alle cose scacchistiche! Ad ogni modo la partita esiste ed è anche una partita abbastanza interessante, sia realmente giuocata da Napoleone o parto di qualche inventore”.

Premetto che la trascrizione della partita si trova in “The Chess Player’s Chronicle”, la rivista diretta da Howard Staunton, nella “Miscellanea del giuoco degli scacchi” pubblicata a Napoli nel 1861 da Carlo Usigli (1812-1894), nel “Perfil de Ajedrez” di Xavier Cowan, in “L’Eco degli Scacchi, Revue Mensuelle Internationale” (il mensile edito a Palermo e diretto dal Cavalier Davì De Cordova) … e in molte raccolte di partite brevi e brillanti.

Tuttavia “L’Eco degli Scacchi” riportò per errore, nelle sue pagine del numero di febbraio/marzo 1917, non le mosse della partita di cui stiamo parlando ma quelle di altra molto simile cui accennerò più avanti. Ecco intanto la partita:

Napoleone – Madame Claire de Rémusat  (20.3.1804?)

Il nome per esteso della contessa Madame de Rémusat (che vedete nella precedente immagine) era Claire Élisabeth Jeanne Gravier de Vergennes de Rémusat (1780-1821), dama di compagnia alla corte di Giuseppina e Napoleone Bonaparte.

La contessa accennò a queste partite con Napoleone nelle sue “Mémoires”, pubblicate postume dal figlio Paul nel 1879 e che comprendevano gli anni fra il 1802 e il 1808, memorie nelle quali non si trattenne dall’affermare che a volte l’imperatore era incline a barare con delle mosse irregolari, un particolare questo confermato da altri e ai nostri giorni ripreso dal giornalista e reporter Jean-Paul Kauffmann, che si spinge a parlare (in “La chambre noire de Longwood”,1997) di un suo ‘barare sfacciato’.

Ne esce un quadro del giocatore Napoleone, come si diceva all’inizio, tutt’altro che abile se non nel mischiare le carte, anzi i pezzi. Queste caratteristiche vennero convalidate da altre testimonianze di chi lo conobbe ed ebbe l’occasione di affrontarlo alla scacchiera: il diplomatico Louis Antoine Fauvelet de Bourrienne nelle sue “Memoires” (1829) lo dipinse come un giocatore di terza categoria, più debole anche di lui, impetuoso ma troppo impaziente; scrisse che ogni tanto loro due si affrontavano e che quando, molto raramente, a Napoleone capitava di batterlo, allora voleva smettere subito di giocare, in quanto appagato dall’effimero successo.

Bourrienne non era il solo a prevalere a scacchi contro Napoleone; ciò accadeva (almeno fino a che non crebbe il loro timore reverenziale) anche ai suoi generali, come Murat, Berthier e Beauharnais. Altri aggiunsero che era solito perdere pedoni e pezzi già in apertura, ma che i suoi avversari il più delle volte ‘non osavano’ approfittarne.

Napoleone non smise di giocare durante il suo esilio di Sant’Elena. Lì, fra le nere scogliere, l’umidità e i topi, sembra che, come appunto ricorda Kauffmann, abbia confermato il suo antico vezzo: quello di considerare la regola “pezzo toccato, pezzo giocato” (il francese “j’adoube”) valevole solo per i suoi avversari e non per sé stesso, fors’anche in un supremo sforzo di voler restare in qualche modo il ‘Napoleone’ di sempre, fino alla fine.

A proposito di Sant’Elena, imperdibile è un aneddoto riportato da M.Fox e R.James in “The Complet Chess Addict” (1987) riprendendo un articolo apparso nel 1928 sul foglio londinese “Morning Post”. Un ufficiale francese era stato segretamente inviato nell’isola avendo con sé un set di scacchi in avorio e madreperla. “Doveva dire a Napoleone che dentro ad alcuni pezzi vi era uno scomparto segreto contenente un piano di fuga. Purtroppo l’ufficiale fu ucciso dall’albero della nave su cui viaggiava, che si abbatté sul ponte”. A Napoleone fu ugualmente recapitato il dono, e utilizzò fino alla fine dei suoi giorni quel set di scacchi, ma non seppe mai che contenesse quei segreti piani.

La terza ed ultima partita attribuita a Napoleone, datata 1818, venne poi invece riconosciuta apocrifa. Fu realmente giocata, è vero, esattamente non da Napoleone Bonaparte con il generale Henri Gatien Bertrand, ma tanti anni dopo dal Capitano Hugh Alexander Kennedy (1809-1878) con il reverendo John Owen (1827-1901), due forti giocatori inglesi molto conosciuti nella seconda metà dell’Ottocento. L’equivoco nacque dal fatto che di tale partita, pubblicata per la prima volta nel 1860, il Kennedy nel 1876 se ne servì con quei riferimenti spiritosi, per arricchire un suo lavoro pubblicato nel periodico letterario ‘The Wayfs and Strays’ col titolo ‘Chiefly from the Chessboard’ “.

Eccola:

Napoleone – Generale Bertrand (??) 1818
(ovvero H.A.Kennedy-J.Owen, 18 …?)

Per la verità entrò in circolazione, come prima accennavo, anche una quarta partita di Napoleone I. Occorre qui citarla prima che qualcuno vada a consultare addirittura “Chessgames” e la trovi lì e ritenga di coglierci in fallo! Si tratta di una seconda partita contro Madame de Rémusat, stavolta disputata a Parigi nel 1802, quindi due anni prima dell’altra, e con i colori neri per Napoleone, questa:

Madame Claire de Rémusat – Napoleone  (1802)

Tuttavia è anzitutto molto strano che essa abbia avuto inizio con una difesa Alekhine, inventata soltanto nel 1821 da Johann Allgaier, e ancor più strano che, a colori invertiti, riproduca precisamente quella giocata nel 1804. Ciò fa pensare che sia apocrifa e forse derivante da un banale errore di trascrizione: questo è il pensiero anche del drammaturgo francese Fernando Arrabal nel suo “Fischer: le roi maudit” (1973), dove però afferma pure che “la storia ci ha conservato solo tre delle partite giocate da Napoleone”. Perché allora tre? Arrabal ci conta forse l’ignaro generale Bertrand? Mah!

Alla fine di questo articolo avrete compreso che negli scacchi non esistono solo le mosse dubbie, ma anche le … partite dubbie! Insomma oggi forse si parlerebbe di ‘fake news’, o di qualcosa di simile, però anche queste curiosità sono in qualche modo entrate nella ricchissima e affascinante storia del nostro gioco, ed è niente affatto fuori luogo mostrarle e con esse divertirsi un poco.


Fonti principali (ove non già citate nell’articolo):

  1. “L’Eco degli Scacchi, Revue Mensuelle Internationale”, (febbraio/marzo 1917), da cui è tratta la parte di testo in corsivo.
  2. Thierry Libaert: “Napoleon joueur d’echecs” in “Napoleon.org/histoires des deux empires”

1 thought on “Napoleone muove e matta

  1. La spiegazione delle due partite speculari potrebbe risiedere nel fatto che, all’epoca, muoveva per primo il Bianco o il Nero, indifferentemente. Nella famosa immortale giocata tra Anderssen e Kieseritzky, per dire, il tedesco aveva il Nero, come è riportato nella rivista La Régence; quindi la partita iniziò con 1.e5 eccetera.

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