I luoghi degli scacchi: Istanbul
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(Claudio S.)
Presentiamo (*) la capitale della Turchia attraverso le parole (già pubblicate in “57 storie di scacchi …”, Messaggerie Scacchistiche, 2014) di Liviana Messina, naturalista e scrittrice, che per anni vi ha vissuto.
“Rileggo Orhan Pamuk: “… Parlo delle abitazioni di legno trascurate, sgombrate e abbandonate, delle barche arrugginite e malmesse, della poesia delle navi e delle ville dello stretto che soltanto chi ha passato la vita su queste rive può capire; parlo del sapore della vita tra le rovine di una civiltà una volta grande, maestosa e originale, della voglia di un bambino, che non bada affatto alla storia e alle epoche, di essere felice, di divertirsi, di comprendere questo mondo…”.
Ecco, io la ricordo così questa meravigliosa città, ma il mondo si evolve … Istanbul appare oggi più occidentale che mai, con i vicoletti del quartiere Galata popolati da caffè alla parigina e ristorantini di tutti i tipi, con Giolitti che fa bella mostra di sé sull’Istiklal Caddesi. E le belle casette di legno del quartiere di Beyoglu ristrutturate e ridipinte. E la strada che costeggia le mura di Costantino, ricca di fiori e di parchi che hanno sostituito le vecchie industrie di pellame. E l’azzurro del cielo, interrotto dal volo delle rondini e dei gabbiani, che ha sostituito il grigiore del fumo di carbone dei camini.
E l’amore per i gatti … bellissimi, bianchi con gli occhi azzurri, alcuni con i tratti del gatto di Van: un occhio celeste e uno grigio. Mi fermo fra loro, gioco con un piccolo … e un brivido mi percorre: i suoi occhi sembrano leggere la mia anima, tanto lo sguardo è intenso e profondo…”.

Ancora Pamuk: “… Un giorno è stato costruito un ponte a collegare le due rive del Bosforo. Quando vi sono salito, ho capito che era bello vedere le due rive contemporaneamente. Ma ho capito che il meglio era essere il ponte fra due rive: rivolgersi alle due rive senza appartenere a nessuna delle due”.
Nel 2012 pareva che la Turchia potesse essere il primo paese a maggioranza islamica a far parte molto presto dell’Unione Europea. Anni di tensioni hanno raffreddato e complicato le relazioni, ma non le hanno bloccate, considerati gli enormi interessi economici in gioco.
“Ma il mondo si evolve …”, ricordava Liviana, e le strade dell’evoluzione e della storia sono imperscrutabili. Non è detto che portino laddove avrebbero pensato o desiderato Liviana e Orhan Pamuk (e noi). Non possiamo saperlo.
Istanbul ha ospitato le Olimpiadi del 2000 e poi del 2012. Nel 2000 la Russia, priva di Kasparov e Kramnik, precedette la sorprendente Germania. La Cina vinse il femminile. Questa la classifica delle Olimpiadi “Open” di Istanbul 2000:
1°Russia (Khalifman 4.5/9, Morozevich 7.5/10, Svidler 4.5/8, Rublevsky 7/10, Sakaev 7/9, Grischuk 7.5/10) 38,
2°Germania (Jussupov 8.5/12, Hubner 6.5/11, Dautov 8.5/12, Lutz 5.5/9, Bischoff 4.5/7, Luther 3.5/6 ) 37,
3°Ucraina (Ivanchuk 9/14, Ponomariov 8.5/11, Baklan 5.5/9, Eingorn 5/7, Romanishin 4/8, Malakhatko 3.5/7 ) 35,5,
4°Ungheria (Leko 7.5/12, Almasi 6/11, Ju. Polgar 10/13, Portisch 6/9, Sax 4/7, Ruck 2/4 ) 35,5
E poi: 5°Israele 34,5, 6°Georgia 34, 7°-13°Inghilterra, India, Cina, Svizzera, Uzbekistan, Slovenia e Macedonia 33. Appena al 56° posto l’Italia. Da notare la presenza di Judith Polgar nell’Ungheria.
Nel 2012 a vincere le Olimpiadi “Open” (la edizione n. 40 organizzata dalla FIDE, con ben 157 squadre) fu l’Armenia (Aronian, Movsesian, Akopian, Sargsian, T.Petrosian) a pari punti con la Russia (Kramnik, Grischuk, Karjakin, Tomashevsky, Jakovenko) e davanti all’Ucraina (Ivanchuk, Ponomarev, Volokitin, Eljanov, Moiseenko).

L’Armenia s’impose, per la terza volta nelle ultime 4 edizioni, grazie soprattutto alle buone prestazioni di Levon Aronian (7 su 10) e Vladimir Akopian (7,5 su 10). Più dietro la Cina di Wang Hao, gli Stati Uniti di Nakamura e l’Olanda di Giri. Brava l’Italia, al 15° posto con Caruana, Godena, Brunello, Vocaturo e Dvirnyy. Anche nel 2012 Judith Polgar giocò in terza scacchiera nella squadra ungherese.
L’oro nel femminile 2012 andò alla Russia, capitanata da Tatiana Kosintseva, argento alla Cina di Hou Yifan e bronzo all’Ucraina di Kateryna Lahno.
(*) Questo post è per larga parte tratto dal libro “I luoghi degli scacchi” di C.Sericano e R.Moneta, ed. Youcanprint 2015.
Puoi trovare “I luoghi degli scacchi” nelle principali librerie on-line, come MondadoriStore, ibs e laFeltrinelli.