Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Chess Tweet – Il sacrificio è alla base del successo

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Serper vs-Nikolaidis (elaborazione grafica da GrandMasterMac.com)

(Antonio M.)
Eh sì, per riuscire nello sport ci vuole tanto sacrificio. Duri allenamenti, miglioramento della tecnica, stringere i denti quando pensi di non farcela, cercare costantemente quel “qualcosa in più” che ti fa elevare dalla massa. E negli scacchi questo viene affiancato da un altro tipo di sacrificio: quello di pezzi o pedoni che tanto esalta gli spettatori, gli appassionati e chi li realizza, soprattutto quando risulta essere vincente. Due tipi di sacrifici che vanno preparati, sopportati, supportati ed in qualche maniera studiati, per raggiungere poi obiettivi superiori.

Mikhail Tal in un suo “duro allenamento” (autore sconosciuto)

Gli scacchi sono l’unico sport dove alla parola sacrificio corrispondono due significati diversi, ma il cui fine è sempre lo stesso: raggiungere con la sua applicazione costante, affiancata naturalmente anche a delle doti e capacità importanti, il massimo dei risultati. A volte un solo sacrificio può essere decisivo per vincere, sia esso di pedone, pezzo o, più roboante, di Donna; a volte ci sono botta e risposta da ambo le parti che lasciano la posizione in bilico; a volte non ci sono sacrifici, con partite che si svolgono più linearmente, con i giocatori che devono però sempre tenere sott’occhio queste possibilità latenti.

E poi arrivano quelle partite dove i sacrifici invece arrivano a frotte, tanto da disorientarti, non far capire bene cosa stia succedendo e magari da far esclamare a chi li subisce frasi, immaginate e dirette fondamentalmente a sé stessi, del tipo: “… e dai, adesso basta! Ma tra un po’ ti finiscono i pezzi! Ed adesso che fai? No, c’è anche questa! Ma veramente hai visto tutto? Mi stai facendo girare la testa”.

Grigory Serper (Foto da chess.com, autore sconosciuto)

Il nostro eroe oggi risponde al nome di Grigory Serper, giocatore statunitense che… cosa? C’è un “non so che” che non torna nel nome e nel cognome? Ah, sì, naturalmente si parla di un giocatore nato alla fine degli anni Sessanta in una delle Repubbliche dell’Unione Sovietica, in quella che oggi si chiama la Repubblica dell’Uzbekistan, e trasferitosi alla fine degli anni Novanta negli Stati Uniti con la famiglia, andando ad alimentare il folto numero dei fortissimi giocatori di oltrecortina che trovarono nella terra promessa e delle opportunità il posto ideale per continuare la propria professione senza pressioni o ingerenze.

Ioannis Nikolaidis (Foto di Andreas Kontokanis, Pireo 2005, CC BY 2.0)

Eccolo esibirsi in una partita dove veramente tira addosso all’avversario tutto quanto a sua disposizione, in uno stile da definire quasi “Romantico”, sicuramente favorito dall’atteggiamento incerto del conduttore dei Neri, e che oggi difficilmente si potrebbe vedere, a causa della preparazione fatta con i programmi scacchistici sempre più potenti e forti.

Quale giorno migliore, per vedere questa partita, che quello di oggi 20 luglio, quando abbiamo la fortuna d’imbatterci nella ricorrenza della Giornata Internazionale degli Scacchi, istituita dalla FIDE nel 1966 per festeggiare la data di nascita della Federazione, avvenuta nel lontano 1924 durante le “ottave Olimpiadi moderne”, dove tra le discipline sportive vennero inseriti anche gli scacchi?

Ed il consiglio è sempre lo stesso: cercate di riprodurre la partita senza l’Engine scacchistico e gustatevela cercando di capire cosa stia accadendo sulla scacchiera. Perché con i fuochi di artificio che ci saranno, quasi a festeggiare questo giorno, che è quindi anche il 97° anniversario della nascita della FIDE, il divertimento sarà assicurato!


Bellissima partita, dove lo sfruttamento della cattiva posizione dei pezzi del Nero e quella del suo Re rimasto al centro della scacchiera, ha dato il via a combinazioni con sacrifici a raffica inattesi che lo hanno stordito, e che avrebbero avuto la consacrazione massima nella continuazione che abbiamo visto nella variante possibile alla ventiseiesima mossa dove, quasi in un finale, la sola Torre Bianca in settima e due pedoni avanzati riescono a tener testa con successo a Torre, Re e due pezzi leggeri dell’avversario. Consacrazione che in ogni caso si è avuta sulla scacchiera alla trentesima mossa, con la sola Donna Bianca e sempre i due bei pedoni avanzati a contrastare le soverchianti forze nemiche mal posizionate, che hanno potuto solo assistere, senza nulla poter fare, all’inevitabile disastro.

Fantasia, visione di gioco superiore, intuizione, tutte qualità che i precisi e freddi Programmi Scacchistici non hanno, sostituite solo da un’impressionante capacità di calcolo che ha cambiato il modo di giocare ed analizzare, facendo forse perdere un poco di fascino al nostro gioco. Ma, si sa, il progresso va avanti e questo ne è uno dei tanti esempi, ma queste partite restano negli archivi e vanno viste e riviste ma, mi raccomando, rigorosamente senza la compagnia del nostro amico elettronico e solo con una bella scacchiera e pezzi in legno ad accompagnare la visione a video.

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2 thoughts on “Chess Tweet – Il sacrificio è alla base del successo

  1. Grazie Salvatore. Sì, la partita è bellissima e veramente si può definire… di altri tempi!

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