Quando Stockfish era solo uno stoccafisso (6)
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Cartolina per le partite di scacchi per corrispondenza (BLithiumFlash, CC BY-SA 4.0]
(di Salvatore Tramacere)
Chi non ha mai sentito parlare di Mario Napolitano? Ogni appassionato che abbia un minimo di dimestichezza con la storia degli scacchi in Italia e con la storia del gioco per corrispondenza ha incontrato questo nome, perché si tratta di un nome di rilievo assoluto.

(Courtesy Edward Winter, Chess Notes)
Nato ad Acquaviva delle Fonti (Bari) il 10 febbraio 1910, lasciò la prima traccia di sé al torneo di Venezia del 1928, nel quale si classificò quarto. Ottenne il titolo di Maestro nel 1935: da quell’anno al 1972 partecipò a ben venti finali del Campionati italiano, giungendo quattro volte secondo e sei volte terzo.
Vinse il torneo magistrale di Milano del 1938; mancò per un soffio la vittoria nella Coppa Italia 1954-1955, battuto in finale da Nestler; nel 1957 vinse i tornei di Levanto e di Gardone.
Fu molto attivo anche in campo internazionale, partecipando a vari tornei: tre Olimpiadi (1935, 1936 e 1937); il primo Campionato europeo individuale a München nel 1942, nel quale ebbe la ventura di affrontare il Campione del mondo Alechin (foto), cosa che fece senza timori reverenziali, resistendo fino alla 69a mossa; vari match tra rappresentative nazionali; partecipò infine anche alla Clare Benedict Cup del 1964 a Lenzerheide e al Torneo Sei Nazioni di Montecarlo del 1966.
Nella specialità per corrispondenza vinse i primi due Campionati italiani (1941 e 1947). Fu perciò invitato al ciclo del I Campionato del mondo, nel quale dominò la sua semifinale e nella finale condivise, con 10/13, il secondo posto insieme allo svedese Malmgren, solo a mezzo punto dal vincitore.
Il risultato gli valse nel 1959 il titolo di GM, primo tra gli Italiani e anche solo, dal momento che per avere un altro GM abbiamo dovuto attendere il 1996 (Alberto Zanetti). In seguito Napolitano partecipò anche al II e al III Campionato mondiale con risultati di grande livello, classificandosi rispettivamente al quinto e al quarto posto.
Aggiungo una chicca: il sito chessgames.com riporta una sua vittoria per corrispondenza contro Paul Keres nell’Internationaler Fernschachbund (IFSB) 1936-8 (già campione dell’Estonia nel 1935, nel 1937 vinse il torneo di Semmering-Baden davanti a Fine, Capablanca, Reshevsky e Eliskases e nel 1938 vinse il torneo AVRO davanti a Fine, Botvinnik, Alechin, Reshevsky, Euwe, Capablanca e Flohr); questa la partita:
Napolitano si è spento a Firenze, città nella quale si era da lungo tempo trasferito e dove ricopriva l’incarico di Segretario Generale del Comune, il 31 ottobre 1995.

La foto è ripresa da “La Nueva” ed ha questa didascalia “El podio del torneo. Desde la izquierda, Gerardo Santopietro, Alesandro Sposato y Gabriel Casazza con la foto de Antonio Cuadrado.“
Fotos: Gentileza Círculo Bahiense de Ajedrez”
Scarne le notizie su Antonio Cuadrado, reperibili solo sul sito web del periodico argentino di Bahia Blanca, La Nueva, in un paio di articoli nella sezione sportiva. In uno del 22 marzo 2019, che riferisce sul risultato di un torneo in sua memoria, si legge che nacque il 20 ottobre 1913 e cominciò a giocare a scacchi con grande passione nel Circulo de Ajedrez Bahia Blanca (CABB). Il suo stile combattivo lo portò rapidamente in I categoria. I suoi principali avversari furono Emilio Armando Ramírez e Héctor Gastaldi; insieme a loro rappresentò il CABB in tornei di zona e argentini, compreso il qualificato Campionato a squadre Playas de Necochea. Nel corso di più di 40 anni ha incoraggiato generazioni di talenti ed è stato Presidente del CABB e della Federación de Ajedrez del Sur; fu anche incaricato di curare la visita a Bahia Blanca di Bobby Fischer.
Cuadrado giocò a scacchi fino a un paio d’anni prima della sua morte, che avvenne il 18 dicembre 1998.
Vediamo la partita.
Potete trovare qui gli altri post di questa rubrica.
[Revisione dell’articolo pubblicato in Newsletter ASIAS n. 59 – dicembre 2019]
Salvatore Tramacere – Classe 1953, pugliese per nascita e sentimento, romano per adozione lavorativa, ho appreso gli scacchi a 11 anni. Per varie ragioni ho giocato con discontinuità a tavolino (sono una passabile 2N); ho ripiegato sul gioco per corrispondenza, conquistando il titolo di Maestro. Amo spulciare tra vecchie carte, spesso virtuali (il web è una miniera). Ho auto pubblicato “Immortali e Sempreverdi”, raccolta di gemme ottocentesche corredate dai commenti dei contemporanei. Mi onoro di far parte del “Gruppo Romano di Studi e Ricerca Storica sul Gioco degli Scacchi”, fondato da Arnaldo Monosilio e Bruno Arigoni.