Bobby Fischer e la strada verso il match del secolo
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Bobby Fischer contro Bent Larsen (Foto di G.Bailey)
(Adolivio Capece)
Probabilmente se chiedessimo agli appassionati: ‘Sai come Fischer è arrivato alla sfida con Spassky nel 1972?”, (quasi) tutti risponderebbero: “Vincendo il Torneo dei Candidati 1971”. Poi forse molti aggiungerebbero: “Batté Taimanov e Larsen 6 a 0 e poi Petrosjan”.
I due “6 a 0” sono ricordati da molti, il risultato finale con Petrosjan forse solo da qualcuno. Ma se poi chiedessimo come Fischer è arrivato al Torneo dei Candidati 1971, solo pochi saprebbero rispondere e forse ancor meno saprebbero raccontare le ‘vicissitudini’ precedenti. Vediamo allora di scoprirle insieme.
Dobbiamo per prima cosa ricordare che negli Anni Sessanta e Settanta al Torneo dei Candidati ci si qualificava passando dal Torneo Interzonale: un maxi-torneo a girone con oltre venti giocatori e i primi sei che diventavano Candidati.
All’Interzonale si arrivava tramite i tornei di ‘zona’ cui accedevano i campioni nazionali e anche, secondo la nazione, il secondo e anche il terzo. Le ‘zone’ erano 10, mentre USA, Urss e Canada facevano zona a sé.
Ma per capire come Fischer arrivò alla sfida con Spassky non basta partire dall’Interzonale di Las Palmas del 1970 (che qualificò Bobby per il Torneo dei Candidati 1971). Dobbiamo partire dall’Interzonale di Sousse del 1967.
L’Interzonale di Sousse 1967
Il torneo “Interzonale” di Sousse si svolse in Tunisia dal 16 ottobre al 16 novembre; era la prima volta di una gara di qualificazione mondiale in Africa.
Fischer vi arrivò in piena forma e nei primi nove incontri collezionò sei vittorie (tra cui quella con Stein) e tre pareggi (Kortschnoj, Portisch e Kavalek). Ma a questo punto il colpo di scena: Fischer si rifiutò di giocare dal tramonto del sole del venerdì al tramonto del sole del sabato per motivi religiosi; erano 24 ore destinate all’assoluto riposo, le sue convinzioni religiose gli imponevano di non fare assolutamente nulla, quindi neppure giocare a scacchi.
Da notare che poche settimane prima, in agosto, a Skopje (dove Fischer aveva vinto con 13.5 su 17, davanti a Geller e Matulovic 13 e Cholmov 11.5) la clausola del non giocare dal tramonto del sole del venerdì al tramonto del sole del sabato era stata accettata e rispettata.
Così Fischer a Sousse non si presentò al decimo turno per la partita con Gipslis e gli organizzatori gli diedero partita perduta a forfait. Fischer allora prese un aereo e se ne andò a Parigi.
Gli organizzatori fecero di tutto per farlo tornare e il presidente della Fide, Folke Rogard, si impegnò per l’annullamento della sconfitta a forfait.
Nell’11° turno Bobby doveva giocare con Reshewsky: questi, che non sapeva nulla delle trattative, arrivò puntuale in sala torneo e restò in attesa che trascorresse l’ora di tolleranza per incassare il punto a forfait. Ma dieci minuti prima dello scadere del tempo Fischer riapparve, appena rientrato da Parigi, e travolse il connazionale, che comunque riuscì a tirare avanti fino alla sospensione; al mattino seguente per ripicca Reshewsky non si presentò alla ripresa.
Il turno dopo Fischer battè Robert Byrne. Intanto era arrivato Rogard che chiese agli organizzatori di annullare il forfait di Bobby con Gipslis, ma gli organizzatori rifiutarono. Fischer allora se ne andò di nuovo, questa volta a Tunisi.
Gli venne data partita persa a forfait con Hort.
A questo punto il Presidente della Fide e gli organizzatori fecero un ultimo tentativo: per rientrare nel torneo Fischer doveva sottoscrivere una dichiarazione in cui accettava le regole ed anche i due forfait.
Si rimase in attesa di una reazione di Bobby, che nel turno 15 doveva giocare con Larsen. Gli orologi vennero messi in moto, dopo mezz’ora Bobby telefonò di essere disposto a sottoscrivere le condizioni ma la partita doveva essere ritardata per dargli il tempo di rientrare a Sousse.
Questa richiesta non venne accettata, Bobby perse così la terza partita per forfait e come da regolamento venne escluso dal torneo.
Non tutti ricostruirono esattamente la vicenda. Per esempio, su L’Italia Scacchistica leggiamo: “Fischer non ha potuto fare a meno di fare i soliti ‘capricci’ ed ha talmente disturbato il normale svolgimento della manifestazione che la direzione del torneo, per la prima volta nella storia delle competizioni scacchistiche, ha dovuto prendere la grave decisione di espellerlo.”
A quel punto Bobby se la prese con la sua Federazione, affermando che non lo aveva supportato, e annunciò di rinunciare a rappresentarla: non avrebbe più partecipato ad attività agonistica relativa al mondiale, pur continuando a giocare a titolo personale.
E i suoi successi proseguirono.
Nell’estate 1968 gioca a Natanya nel torneo organizzato per celebrare i 20 anni della costituzione dello Stato di Israele; vince imbattuto con punti 11.5 su 13.
Poi in settembre gioca a Vinkovci (Jugoslavia) e vince imbattuto con 11 su 13.
Poi però a metà ottobre accetta la convocazione per le Olimpiadi di Lugano, perché sembrava che la squadra USA potesse superare quella dell’Urss, ma quando arriva dichiara che la sala non gli va bene. Chiede di giocare in una saletta riservata, la richiesta viene respinta e così decide di saltare il primo turno facendo rischiare la perdita di un punto a forfait alla squadra. Poi decide di andarsene e la squadra statunitense fa appena in tempo a comunicare una nuova formazione, inserendo fra i giocatori il capitano (non giocatore) e nominando sul campo un giornalista quale capitano.
Ma la Federazione USA (USCF) è seriamente intenzionata a farlo tornare alle competizioni, soprattutto per il mondiale, anche sulla spinta dell’entusiasmo che i successi di Fischer stavano suscitando tra la popolazione statunitense: il mito Fischer cominciava a prendere forma.
E poi in qualche modo la USCF doveva farsi perdonare il torneo di Sousse …
Inoltre non va dimenticato che proprio in quei mesi la Fide stava per adottare il ‘punteggio Elo’ (dal nome del matematico di origine ungherese Arpad Elo che lo ideò) e che le prime proiezioni davano Fischer al primo posto.
E infatti quando il 1° luglio del 1971 il sistema entrò in vigore, Fischer era nettamente primo con ben 50 punti sul secondo, che era Spassky!
Non c’è nulla di ufficiale, ma stando ad indiscrezioni relative agli ‘appunti’ del segretario dell’USCF Edmondson, sembra che la USCF aveva cominciato a finanziare Fischer, che nel 1970 vinse a Rovinjo-Zagabria e poi, imbattuto, a Buenos Aires.
Tuttavia Fischer decise di non giocare il 20° Campionato USA a fine 1970, che valeva come torneo ‘zonale’ (come detto la USCF faceva ‘zona’ a sé), con relativa qualifica dei primi tre all’Interzonale.
Vinse Reshevsky con 8 su 11 davanti a William G. Addison (IM, 1933- 2008) 7.5, terzo Pal Benko con 7. Al quarto posto con 6 punti Lombardy, il quale ufficialmente divenne prima riserva.
Non avendo partecipato, stando alla lettera del regolamento Fischer quindi non avrebbe potuto giocare il successivo Interzonale e quindi neppure il ciclo mondiale 1970-72.
Ma la USCF non si diede per vinta e chiese ufficialmente al Congresso FIDE di aumentare all’Interzonale il numero dei partecipanti da 24 a 26 per far giocare Fischer.
La FIDE disse no (i costi sarebbero diventati troppo alti e i tempi troppo lunghi), ma tuttavia trovò una soluzione di compromesso: autorizzò le Federazioni con rappresentanti al torneo (non poteva fare una deroga solo per la USCF) a sostituire un eventuale rinunciatario.
Ricordiamo che l’Argentina sostituirà l’allora sessantenne Najdorf con Oscar Panno.
Fischer si dichiarò disponibile a giocare. Ma a chi si poteva chiedere, tra Reshevsky, Addison e Benko, di far posto a Fischer?
La logica diceva Addison, che tra l’altro era solo Maestro Internazionale, ma Addison dei tre era il solo statunitense ‘doc’.
Ricordiamo che Addison giocò una dozzina di volte il campionato USA e giocò pure 2 volte le Olimpiadi (1964 e 1966, questa seconda in squadra con Fischer).
Però si ritirò dal gioco agonistico un anno dopo, verso la fine del 1971, quando stava per completare l’iter per il titolo di Grande Maestro, per dedicarsi alla carriera in banca.
A Reshevsky (di origine polacca e arrivato negli USA a 9 anni) non fu neppure proposto, vista la rivalità e la antipatia tra i due.
Così si puntò su Benko (che era di origine ungherese ed era arrivato negli USA verso i 30 anni), che alla fine accettò, in cambio sembra – sempre stando agli ‘appunti’ del segretario dell’USCF Edmondson – di un “buon compenso”.
Inoltre Benko fu poi inviato a Palma di Majorca come ‘secondo’ (anche se ufficialmente solo per Reshevsky e Addison).
Lombardy, che formalmente era prima riserva, non fece storie. E così Fischer poté iniziare la scalata al titolo mondiale …

L’Interzonale di Palma di Maiorca 1970
All’Interzonale di Palma di Maiorca Fischer giocò senza creare problemi. Il torneo venne disputato dal 9 novembre al 13 dicembre 1970.
Dopo 6 turni Fischer, che proprio nel sesto aveva battuto Reshevsky, si trovò in testa con punti 5.5, uno e mezzo più di Geller, Gligoric, Larsen, Panno e del sorprendente mongolo Tudev Ujtumen (che nella prima partita aveva pure battuto Reshevsky e dopo tre turni si era trovato da solo al comando; poi crollò).
Nel settimo turno Fischer affrontò Matulovic, che giocò la Siciliana e contro la variante Nimzowitsch (3.Ab5) giocò aggressivamente, sacrificando un Pedone e ottenendo una posizione vincente. Ma al momento cruciale lo jugoslavo non trovò la continuazione giusta, così Fischer con un inatteso sacrificio riuscì ad entrare in un finale di Torri con un Pedone in meno, strappando alla fine la patta.
Al turno successivo Fischer giocò con il filippino Naranja. Cercando inutili complicazioni, anche questa volta venne a trovarsi – a detta di molti – in posizione persa. Ma Naranja giocò una continuazione debole e Fischer non ebbe difficoltà a pareggiare.
Ma la sconfitta era nell’aria e arrivò nel nono turno ad opera di Larsen (!).
Fischer con il Bianco contro la Siciliana gioca l’impianto che qualche anno prima era stato propugnato da Velimirovic (6. Ac4 e 9. De2), ma poi perde un tempo prezioso (12. h4) e Larsen lentamente prende il sopravvento.
Alla 45a il danese potrebbe concludere subito guadagnando una Torre netta, ma la partita è vinta comunque per cui Larsen sceglie un seguito più lento quasi a voler rosolare sulla graticola’ Bobby.

Nel 12° turno c’è l’incontro tra Geller e Fischer; il russo è passato al comando con mezzo punto di vantaggio, ha il Bianco, propone patta dopo poche mosse.
Qualunque altro Grande Maestro avrebbe accettato, ma Bobby rifiuta!
E Geller, forse preso alla sprovvista, prosegue con mosse deboli, perde un Pedone, entra in un finale inferiore ma forse salvabile, ma poi commette un brutto errore e perde.
Così Fischer tornò al comando e da quel momento è un crescendo che culmina nelle sette vittorie consecutive negli ultimi sette turni!
Fischer vinse il torneo con 3 punti e mezzo di vantaggio su Geller, Larsen e il sorprendente outsider tedesco Robert Hubner (22 anni), che ottenne il titolo di Grande Maestro. Con loro si qualificarono per il Torneo dei Candidati anche Taimanov e Uhlmann, che si unirono ai due qualificati di diritto, Petrosjan (ex campione del mondo) e Kortschnoj (finalista del precedente Torneo dei Candidati).
Il Torneo dei Candidati 1971
Il sorteggio del primo turno (quarti) del Torneo dei Candidati mise di fronte Fischer e Taimanov.
Il match fu giocato a Vancouver (Canada) dal 16 maggio al 2 giugno 1971.
All’inizio Fischer fece le consuete ‘storie’ relative alla sala gioco, in particolare l’isolamento acustico e l’illuminazione, per cui formalmente si iniziò con tre giorni di ritardo sulla data prevista.
Fischer batté Taimanov con il clamoroso punteggio di 6 a 0. Alla fine il russo disse che forse avrebbe potuto vincere la terza partita.
Dopo la sconfitta Taimanov cadde in disgrazia … scacchistica (“ma ho sempre la mia musica’, disse fiero ai suoi detrattori) ma poi fu almeno in parte riabilitato visto che Fischer batté 6-0 anche Bent Larsen e successivamente travolse nella finale del Torneo Tigran Petrosjan.

Mark Taimanov, nato a Kharkiv (Ucraina) il 7 febbraio 1926, morì il 28 novembre 2016 a San Pietroburgo (Russia) a 90 anni. Grande Maestro dal 1952. È stato Campione del Mondo seniores nel 1993 e 1994. Qualcuno forse lo ricorderà nell’Europeo Seniores a Saint-Vincent del 2002 (dove giunse secondo-quinto ex aequo a mezzo punto dal vincitore Bukal), quando venne organizzata una serata in suo onore in cui deliziò la platea suonando al pianoforte musiche di Chopin, Chaikovsky, Rachmaninoff e Schubert, a memoria, senza spartito.
Taimanov aveva cominciato a suonare da bambino, iniziando con il violino e poi passando al pianoforte: quando aveva 6 anni fu scelto per interpretare il piccolo Mozart in un film sul celebre musicista.
Solo a 8 anni imparò a giocare a scacchi e le due passioni lo hanno accompagnato tutta la vita. Detiene il record di partecipazione al Campionato dell’Urss (24 volte). Poco dopo aver compiuto gli 80 anni si risposò per la terza volta e dalla giovane moglie Nadya ha avuto due gemelle!

La semifinale del Torneo tra Fischer e il danese Bent Larsen (1935-2010) si svolse a Denver (USA) dal 6 al 25 luglio 1971.
In quel momento lo ‘score’ tra i due era leggermente a favore di Fischer, ma Larsen, soprannominato ‘il principe di Danimarca’, lo aveva battuto nell’ultima partita giocata a Las Palmas.
Da ricordare inoltre che quando nel marzo 1970 era stata organizzata a Belgrado la sfida URSS-Resto del Mondo (davvero un grande evento), Larsen aveva preteso la prima scacchiera, dicendo che altrimenti non avrebbe giocato: Bobby aveva accettato di giocare in seconda senza fare storie (da non dimenticare però che Fischer aveva posto, nei vari mesi di trattative, 23 condizioni particolari che furono tutte accettate).
Molto bella la prima partita del match, una vera lotta all’ultimo sangue.
Nel quinto e sesto incontro Larsen avrebbe probabilmente potuto pattare, evitando l’umiliazione del 6 a 0, ma sembra si fosse intestardito nella ricerca della vittoria e così fu ‘cappotto’ anche per lui.
La finale del Torneo dei Candidati tra Fischer e Tigran Petrosjan (1929-1984, campione del mondo dal 1963 al 1969) venne giocata a Buenos Aires, dal 30 settembre al 28 ottobre 1971.
La città argentina venne scelta per sorteggio! Infatti era in lizza anche la città di Atene: gli organizzatori greci avevano dichiarato: “qualunque offerta venga fatta, noi offriamo mille dollari in più.” Così alla fine Max Euwe, presidente della Fide, per non scontentare nessuno ricorse al sorteggio, che favorì Buenos Aires.

Un altro problema ci fu per la designazione dell’Arbitro; ricordiamo che nella lista entrò anche il nostro Enrico Paoli. Dopo varie polemiche ci si accordò sul nome di Lothar Schmid, che però al momento dell’inizio del match stava giocando un torneo a Berlino; la conclusione fu che Schmid si ritirò dopo due turni e fu sostituito da Jurgen Dueball.
Fischer questa volta arrivò con un ‘secondo’, lo statunitense Larry Evans, che per accompagnare Bobby aveva dovuto sottoscrivere il patto di non pubblicare nulla sul match.
Petrosjan alla vigilia dichiarò: “Sono certo che saprò fare meglio di Taimanov e Larsen”.
Da ricordare che a Petrosjan Bobby chiese di scrivere la mossa sul formulario solo dopo averla effettuata e non prima come era abitudine di Tigran.

Fischer vinse la prima partita e molti pensarono che Tigran avrebbe fatto la fine dei due predecessori, ma Petrosjan vinse la seconda (fu la prima sconfitta di Bobby dopo 20 vittorie consecutive!); la terza partita finì patta e fu forse quella che segnò tutto il match: Petrosjan non si accorse che Fischer, in posizione inferiore (“Fischer perse il Pedone d e si trovò in posizione senza speranza” disse successivamente Tigran – riportato in “I russi contro Fischer” edito da Caissa Italia), poté chiedere patta per triplice ripetizione della posizione!
Seguirono altri due pareggi, ma poi Bobby vinse quattro incontri uno dietro l’altro e si qualificò per la sfida mondiale con Spassky!
A proposito della fase finale del match argentino, il nostro Mario Monticelli scrisse: “Vincere quattro partite di seguito al roccioso Petrosjan vale di più, secondo noi, dei due ‘cappotti’ inflitti a Taimanov e Larsen.”
Da rimarcare infine il notevole interesse da parte del pubblico: ad ogni partita il Teatro San Martino fu affollato da non meno di 3.000 persone (1200 nel teatro sala-gioco, gli altri nelle sale attigue dove si poteva seguire la partita su scacchiere murali)!