Uno Scacchista

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Quanti futuri campioni a Mamaia?

13 min read

L’ucraino Artem Kucher in una foto di qualche tempo fa, autore Oleksandr Lapin

(Riccardo Moneta)
Futuri campioni? Non so se un giorno saranno campioni i ragazzi e le ragazze che qui nomino nel post, ma probabilmente qualche campione ci sarà fra le diverse centinaia che si sono dati battaglia a due passi dai milioni di conchiglie che abbelliscono il mare di Mamaia, la più nota località turistica del Mar Nero, in Romania, località che in Italia è conosciuta pure con l’appellativo di “Rimini rumena”.

Parlo del Campionato europeo giovani, svoltosi appunto a Mamaia, su 9 turni (tempi di riflessione 90 min. + 30’’), dal 5 al 14 di settembre scorso. Dal momento che qui trattiamo più spesso di campioni di un tempo e di oggi, e pure di non-campioni di un tempo e di oggi, ecco che per una volta accendiamo i riflettori sui giovani, bambini e ragazzi, aspiranti campioni di domani. Se lo meritano, se non altro per il coraggio che in tanti hanno, all’età di 8 o 9 anni, di mettersi già in competizione con altri coetanei e in giro per il mondo. Bravi!

Degli europei juniores di Mamaia non è la prima volta che ci occupiamo, come potete riscontrare in questo post del 2017.

Un’osservazione anzitutto. Qualcuno forse si meraviglierà nel vedere rappresentati, in un Campionato d’Europa, Paesi quali Armenia, Georgia e Azerbaijan, geograficamente facenti parte dell’Asia e anche storicamente, almeno fino alla caduta dell’Unione Sovietica, considerati asiatici. C’è però da tener presente che le loro popolazioni sono costituite da una miscela di diverse culture asiatiche ed europee e che attualmente i tre citati fanno parte a pieno titolo di organismi europei quali il Consiglio d’Europa. In Armenia, ad esempio, un sondaggio di parecchi anni fa già aveva detto che i due terzi dei cittadini era favorevole all’ingresso in Europa. Ecco perché alcuni, per queste tre nazioni, parlano di “Eurasia”, considerando che l’Asia vera e propria ha inizio ad Est del Mar Caspio. Discorso non troppo dissimile va fatto per Israele, che a Mamaia ha presentato un buon numero di ragazzi.

Eccoci quindi alle varie categorie di età e ai campioncini. Precisiamo ovviamente che, quando parliamo di Elo e di favoriti, è assai flebile il contenuto di queste parole e di questi parametri, dal momento che fra i giovanissimi le variazioni di rendimento e la stessa crescita sono di solito -lo sappiamo tutti- improvvise e imprevedibili.

Under 18 open

Erano al via in questa categoria ben 12 Maestri Internazionali, guidati dall’Elo 2541 del quasi impronunciabile norvegese Elham Abdrlauf, fresco vincitore (in agosto) dell’Open A di Riga. Vita dura hanno reso da subito ad Abrdlauf i 4 rappresentanti armeni e i tre israeliani. L’Armenia può aspirare a tornare agli anni d’oro di Aronian, Akopian, Asrian e Lputian, perché non è solo nell’under 18 che ha messo in mostra ottimi giocatori. Restando in questa categoria, ad esempio, nelle prime 5 scacchiere dell’ultimo turno gli armeni avevano ben 4 rappresentanti in lizza per il podio: Davtyan, Rostomyan, Sahakyan e Ohanyan. Ma anche l’Israele di Rozen, Levin e Sherman non scherza affatto.

Il torneo è stato apertamente combattuto dall’inizio alla fine: basti pensare che al penultimo turno sulle prime 15 scacchiere si sono registrate appena 3 patte! Alla fine a prevalere è stato l’armeno Davtyan, che dopo la sconfitta di primo turno contro il rumeno Voicu, ha inanellato una serie strepitosa di otto vittorie consecutive.

E’ andata invece male alla ex campionessa mondiale “under 14” del 2020, l’olandese Eline Roebers, M.I., che ha tentato l’avventura più alta nell’open e che pure si presentava, con i suoi 2421 punti Elo, come la decima forza fra i partecipanti; 3 vittorie e 4 sconfitte l’hanno relegata appena al 53° posto.

La classifica:

1.Arsen Davtyan (Armenia) p.8; 2.Khazar Babazada (AZE) p.7; 3.Elham Abrdlauf (NOR) p.7. Da notare che Davtyan è stato l’unico a vincere la medaglia d’oro con almeno un punto di distacco sul secondo classificato.

Il milanese Leo Titze (2169) aveva il rating n.48 fra gli 85 partecipanti e l’ha più o meno rispettato, terminando con 4 punti.

Under 18 ragazze

Rating n.1 (2250) per la diciassettenne WFM portoghese Filipa Fortuna Pipiras, simpatico nome un po’ più pronunciabile rispetto ad Abdrlauf. Filipa è nata nella Carolina del Nord e ha scoperto gli scacchi quasi per caso a 9 anni. Nelle classifiche portoghesi di un paio di mesi fa era già al decimo posto assoluto, quindi fra i migliori uomini. Un cognome che ci dovrebbe ricordare qualcosa è invece quello della tedesca Maja Patricia Buchholz (!)

In 50 al via, con ottime aspettative per le due ragazze italiane: la bergamasca Elisa Cassi (WFM, 2045, settimo Elo, rimasta famosa per una sua patta con Karpov nel 2017) e la romana Kamilla Rubinshtein (2031, nono Elo). Filipa Pipiras ha avuto stavolta pochissima … Fortuna, chiudendo a 5,5 con ben 3 sconfitte, e la classifica finale è stata questa:

1.Martyna Wykar (Polonia) p.7,5;  2.Allan Allaverdiyeva (Azerbaijan) p. 7; 3.Juliette Cornileau (FRA) p. 6,5. A 6,5, ma quarta, anche l’altra polacca Liudmyla Ivanytska. Da segnalare il cedimento finale (0 su 3) della turca Zeynep Ciftci, che era in testa alla classifica con 5,5 su 6.

Appena discreta la prestazione delle due azzurre Cassi e Rubinshtein, a metà classifica entrambe con 4,5 punti, ma forse loro stesse speravano in qualcosa in più.

Under 16 open

Ben 20 FM e un MI (l’israeliano Elie Milkow, 2430) tra i 91 partecipanti; primo nella lista Elo con 2469 era un altro norvegese, Aksel Bu Kvaloy. Capito? Ancora un altro norvegese! Non credo sia un caso, ormai. Kvaloy ha però molto deluso, attardato da ben tre sconfitte di Nero nei primi 7 turni, mentre s’impadronivano della testa i due polacchi Seeman e Malek, entrambi primi dopo il penultimo turno.

L’ultimo turno ha però segnato la sconfitta di entrambi, fino a quel momento imbattuti, e così in cinque hanno terminato il torneo in testa con 7 punti. Un finale rocambolesco, amaro per qualcuno e sorprendentemente gioioso per altri, quasi scritto da un Hitchcock degli scacchi. Lo spareggio tecnico ha determinato questa classifica:

  1. Jakub Seemann (Polonia) p.7; 2.Pino Diego Macias (Spagna) p.7; 3.Jachym Nemec (Rep.Ceca) p.7. A 7 punti anche il greco Dimitrios Makridis e il francese Rajat Makkar (unico imbattuto). Fuori dai primi il polacco Malek che era al comano a due turni dalla fine.

Al n. 24 della lista Elo iniziale si leggeva il nome del nostro Gabriel Urbani (2266), proveniente da Lumezzane e campione nazionale di categoria, che si è difeso onorevolmente finendo a metà classifica (4,5).

Under 16 ragazze

Cinquantuno ragazze guidate (2173) dalla francese WFM Manon Schippke. Manon ha già fatto parte quest’anno della squadra francese che a Mali Lošinj (Croazia) ha vinto la competizione mista della “Mitropa Cup”. Ma qui ha deluso le speranze transalpine. Ancora protagonisti, invece, per tutto il torneo i colori biancorossi della Polonia con Klara Szczotka, Maria Siekanska e Izabela Tokarcz. Di certo i due tornei “under 16” sono stati i più incerti, perché anche fra le ragazze la volata finale ha lasciato molti colpi di scena ed emozioni, delineando alla fine questo podio:

1.Agnesa Stepania Ter-Avetisjana (Lettonia) p. 7,5; 2.Dila Baloglu (Turchia) p.7; 3.Maria Siekanska (Polonia) p.6,5. A 6,5 troviamo anche la seconda polacca Klara Szczotka, l’azèra Narmin Abdinova (sconfitta dalla vincitrice all’ultimo turno) e l’israeliana Noga Orian, che invece all’ultimo turno ha prevalso sulla Szczotka. La neo-campionessa lettone era partita alla grande con 5 su 5 ed ha saputo ben superare il momento dell’unica sconfitta, al sesto turno, con la polacca Szczotka, dimostrando di meritare il titolo. A 6 punti altre due ragazze israeliane , Tashkinova e Kochavi.

K. Szczotka, Polonia

Numero 3 ai nastri di partenza era una delle nostre migliori speranze: Giulia Sala (WFM 2110), bergamasca come la Cassi. Con 5 vittorie e 3 sconfitte Giulia non ha potuto praticamente mai trovarsi sulle primissime scacchiere e non le è riuscita la rimonta alla quale è sembrata vicina in alcuni momenti. I 5,5 punti le sono valsi la tredicesima piazza.

Giulia Sala

Under 14 open

Al via ben 14 FM, con a capo il rappresentante ceco Vaclav Finek (2414). Ben 99 gli iscritti. Al numero 2 della lista troviamo un altro nome impronunciabile, quello dello spagnolo Daniel Tabuenca Mendataurigoitia, di chiara origine basca (2374). Finek ha deluso, mai in lotta per il primo posto dopo le sconfitte con Rustamov e Agasarov, e ha altresì deluso lo spagnolo (entrambi hanno chiuso con 6,5 punti), mentre ha sorpreso il poco conosciuto azèro Rustamov, n. 41 per Elo (1995!), che ha dominato vincendo imbattuto e approfittando della patta all’ultimo turno dell’armeno Agasarov con il sopracitato iberico:

1.Rustam Rustamov (Azerbaijan) p.8; 2.Benik Agasarov (Armenia) p.7,5; 3.Baptiste Lissillour (Francia) p.7.

Buona la prestazione dell’italiano Stanislao Vommaro, di Cosenza, n. 32 della lista Elo (2058), che ha chiuso a 5,5 con 4 vittorie e 2 sconfitte.

Under 14 ragazze

73 ragazze, guidate dalla WCM israeliana Or Shatil (2086) a difendersi dal presumibile assalto di ben 3 georgiane: Kirtadze, Mgeladze (già campionessa europea under 10 nel 2019) e Tsetskhladze. Ma la bambina del noto circolo di Netanya, che già nel 2019 fu seconda nell’europeo “under 8”, stavolta è rimasta ben lontana dal podio. Il Torneo è stato sempre saldamente in mano al terzetto di Georgia, insidiato da lontano dalle due ucraine Moskalets e Toroptseva. Sul filo di lana a prevalere è stata la Mgeladze, imbattuta, con mezzo punto sul terzetto composto dalle connazionali Kirtadze e Tsetskhladze e sulla ucraina Moskalets:

1. Kesaria Mgeladze (GEO) p. 7,5; 2. Tsetskhladze (GEO) p.7; 3.Moskalets (UKR) p.7.

Per l’Italia c’era Greta Viti (rating n. 36, Elo 1616), da Livorno, che si è ben comportata terminando con il 50% dei punti: peccato per le sconfitte degli ultimi due turni!

Greta Viti

Under 12 open

Primo della lista di partenza di ben 95 ragazzini è qui il MF azèro Khagan Ahmad (2306), che alcune settimane fa seppe dare un bel filo da torcere addirittura a Magnus Carlsen, cui occorsero 67 mosse per avere la meglio sul bambino azèro. E’ stato il torneo nel quale più sono stati rispettati i pronostici della vigilia. Ahmad infatti ha vinto ma ha dovuto combattere a lungo per prevalere, fino alla decisiva vittoria del penultimo turno contro l’armeno (1877) Tyhran Ambartsumian e alla patta dell’ultimo turno contro il numero 2, il tedesco (2300) Alfred Nemitz.

La classifica:

1.Khagan Ahmad (Azerbaijan) p.7,5;  2.Henry Edward Tudor (ROM) p, 7,5; 3.Alfred Nemitz (Germania) p.7. Stessi punti del tedesco per l’armeno Ambartsumian. Solo 5° il georgiano Gabriel Gabadadze, che aveva preso il comando nei primi 5 turni, e 8° lo spagnolo Marin Ferragut, che guidava invece dopo il sesto ma che ha chiuso con un 0,5/3.

Imbattuti i primi tre. Italia con Nicolas Nassa (n. 36, 1785, terminato a centroclassifica con 4 punti).

Under 12 ragazze

Qui, sulle 75 iscritte, si distaccava nettamente, con oltre 200 punti sulla seconda, la serba Vera Vujovic (2049), grande promessa dello scacchismo di Belgrado e il cui cognome ci ricorda un grande personaggio, tra i frequentatori più assidui dei tornei italiani negli anni ’70 e ’80: il MI di Belgrado Milorad Vujovic (che tra l’altro morì in Italia, a Pavia, nel 2011).

Battuta al terzo turno dall’azèra Valiyeva, la rimonta di Vera non è arrivata in porto, stretta nella morsa di tre bravissime giocatrici polacche: Lajdamik, Ejsymont e Gabriela Tokarz. A prevalere con merito è stata la prima delle tre, anche perché uscita vincitrice dagli scontri diretti con le due sue connazionali, mentre la Vujovic non è andata oltre il 7° posto, battuta all’ultimo turno dalla Ejsymont.

La classifica:

1.Kinga Lajdamik (POL) p. 7,5; 2.Blanka Ejsymont (POL) p.7;  3.Saadat Bashirli (AZE) p.7. Quest’ultima ha sconfitto al 5° turno la neo-campionessa ed ha prevalso nel bronzo per spareggio tecnico sulla rumena Sara Maria Sunea e sulla georgiana Barbare Ashotia.

La nostra Giulia Gervasi ha chiuso con 3,5 punti, ma era al 50° posto per Elo.

la neo-campionessa Kinga Lajdamik …

Under 10 open

Guida il gruppo (di ben 100 iscritti) il CM francese Marc Llari (2039), già campione del mondo, nato a Pau, un bambino dal gioco di una impressionante maturità. Ha fatto sensazione la gigantesca simultanea che il giovanissimo Marc ha tenuto nello scorso giugno a Parigi contro 10.000 studenti, suddivisi in 500 diverse classi. Marc Llari ha iniziato a giocare addirittura all’età di 2 anni e mezzo. Con lui tra i favoriti l’altro francese Valentin Nicot e il ceco Nikita Filindash. Llari ha incocciato al 7° turno in una imprevista sconfitta col tedesco Nezhyvenko e non è riuscito più a recuperare la testa della classifica, che è stata decisa dallo scontro del 9° turno fra Filindash e il rumeno Sofronie: ha prevalso quest’ultimo, autore di una bella rimonta dopo una sconfitta al 2° turno.

La classifica:

1.Vladimir Sofronie (ROM) p.7,5; 2.Marc Llari (FRA) p.7; 3.Ali Poyraz Uzdemir (TUR) p.7. Con lo stesso punteggio si sono classificati l’altro francese Nicot e il polacco Brzezina, unici due imbattuti ma entrambi fuori dal podio!

Le speranze italiane erano affidate a Lorenzo Anthony Rolle (n. 23, Elo 1627), che ha illuso dopo una buona partenza (3 su 4) non confermata nei 5 turni successivi dove ha ottenuto appena due patte.

Under 10 ragazze

71 giocatrici al via. La tedesca Lilian Schirmbeck, quarta ai mondiali di Batumi, giocatrice di Halle, era la numero 1 (Elo 1633). Subito alle sue spalle la nostra Ria Arun (Elo 1603), grande promessa italiana, di genitori indiani, una bambina con tanti interessi fra i quali il violino e il karate ma che da grande vuole fare il medico come il papà. Ma né Lilian né Ria hanno saputo arginare la furia di una bambina rumena, Maria Anistoroaei (Elo 1258, n.19 del lotto), che era già matematicamente vincitrice (7,5 su 8) prima dell’ultimo turno, quando è stata battuta proprio dalla Schirmbeck, vittima di uno zero subito dalla polacca Nguyen Doan Bao al turno n.8.

Un’altra medaglia d’oro inaspettata e meritatissima per il movimento scacchistico rumeno. Classifica:

1.Maria Anistoroaei (ROM) p. 7,5;  2. Lilian Schirmbeck (GER) p.7; 3.Zuzanna Kaminska (POL) p.7. Con 7 punti ma fuori dal podio troviamo la greca Marianta Lampou. Ria Arun (che al 6° turno ha perso con la vincitrice) ha chiuso con 5,5 punti, quattordicesima.

Under 8 open

86 bambini al via, con numero 1 Tomas Andre, un biondino di Bratislava dai capelli lunghi che sembra provenire direttamente da un film della serie di Harry Potter. Ma chiuderà appena con 5,5 punti. E c’è, ma appena n. 31 della lista, il piccolo ucraino di Vinnytsia Artem Kucher, che dice di giocare a scacchi “per soldi, per donare giubbotti antiproiettile ai miei soldati”.

Il combattivo Kucher è a sorpresa arrivato a punteggio pieno (unico a Mamaia con 7 su 7!) fino all’ottavo turno, quando è iniziato il suo mini-dramma: ha perso col francese Luca Protopopescu, cognome di chiara origine rumena, e poi al turno 9 anche con l’azero Kazimzade, il quale si è aggiudicato il titolo (per spareggio tecnico) partendo dal numero 28 del seeding.

Siccome a me piacciono anche i perdenti, quando coraggiosi e meritevoli, ho voluto lo stesso dedicare l’immagine di copertina al piccolo Artem. La classifica:

1.Mahammad Kazimzade (AZE) p.7,5; 2.Luca Protopopescu (FRA) p.7,5;  3. Artem Kucher (UKR) p.7. Sempre con 7 punti troviamo il serbo Leonid Ivanovic e l’altro ucraino Pavlo Abalmaz.

Luca Protopescu, argento nell’under 8 open

Under 8 ragazze

Ancora una francese a guidare, e di gran lunga, le bambine più piccole: Camille Billod-Laillet (1357). Camille, al contrario di Marc Llari, ha scoperto gli scacchi da appena due anni e ha fatto incredibili progressi, anche se al momento è nota soprattutto per le sue magliette dove appare una simpatica fata dai capelli rosa. Per lei ci saranno altre occasioni perché stavolta qui a Mamaia ha chiuso appena dodicesima.

L’ucraina Kravchuk ha inizialmente sorpreso tutte, essendo in fondo alla lista di partenza e priva di punteggio Elo, ma (come il coetaneo e connazionale Kucher) è inciampata all’ultimo turno perdendo con la rumena Badescu e salvando tuttavia l’argento per spareggio tecnico. La classifica:

1.Mehriban Ahmadli (AZE) p.7,5; 2.Daria Kravchuk (UKR) p.7; 3.Mariam Rekhviashvili (GEO) p.7. Stessi punti per la rumena Eliza-Ioana Badescu.

La nostra Lavinia Karis Dogaru, ventunesima nella lista di 52 iscritte, non è andata oltre la quarantesima piazza con 3 punti.


La spedizione italiana non ha raggiunto nel suo complesso i risultati tecnici che si speravano, ma sicuramente sarà stata un’esperienza validissima per tutti. I ragazzi avranno tempo per crescere, quel che conta è che non si scoraggino mai e che ci pensino mille volte prima di abbandonare!

Peccato che non sia stato al via degli “under 12” la nostra più grande promessa, ovvero Leonardo Vincenti, il bambino di Curno (paese a nord di Bergamo), classe 2012, che ha già raggiunto i 2.200 punti Elo e del cui enorme talento hanno parlato questa estate tanti quotidiani italiani. Leonardo però sarà probabilmente presente ai prossimi mondiali di Sharm el-Sheik, dal 14 al 27 ottobre. Se pensiamo che Magnus Carlsen conquistò il titolo di maestro nel 2002 all’età di 12 anni e che Leonardo ha saputo farlo all’età di 10 anni e 11 mesi, diventando tra i primissimi al mondo per la sua fascia di età, ecco che le speranze italiane potrebbero di nuovo concretizzarsi, con Leonardo, in luminose realtà.

Detto ciò (come dice di solito chi non ha nulla da dire) resta un rammarico: i numeri e le classifiche mostrano che l’Italia non soltanto non ha raggiunto neppure una delle 36 medaglie in palio nei 12 tornei, ma neppure mai è stata in lotta per una di esse. E si trattava di un campionato europeo, non mondiale! In Italia sboccia ogni tanto (molto “ogni tanto”) un fortissimo G.M. (come fu con il nostro Sergio Mariotti), ma non è mai un vero e proprio frutto di una scuola, di un movimento, sembra cosa casuale. Argomentare sui motivi di ciò non è semplice, ma ci piacerebbe che lo facesse, qui su queste pagine, qualcuno che più di me è prossimo ai segreti, alla situazione, alle mosse e agli obiettivi (quali sono?) della F.S.I.

Che dire per concludere? L’Europa occidentale ormai negli scacchi regge solo grazie a qualche norvegese, da Carlsen in giù. Qui a Mamaia non c’erano inglesi, c’erano pochi olandesi (eh, i fasti di Euwe e Timman come sono lontani!), mentre spagnoli e tedeschi hanno fatto rare apparizioni in vetta; si salva la Francia, che ha portato a Mamaia una squadra completa e apparentemente di primo piano con due bambini già piuttosto noti (anche se non hanno vinto): Llari e  Billod-Laillet. E così nella parte alta delle classifiche si sono viste nel corso dei tornei in prevalenza le bandiere di Polonia, Romania, Ucraina, Armenia, Azerbaijan e Georgia. Anche Turchia e Israele hanno ottenuto diversi lusinghieri piazzamenti. Il cuore dello scacchismo si sposta sempre di più verso Est, ad esempio verso l’Azerbaijan, che qui a Mamaia ha vinto addirittura 7 delle 36 medaglie in palio: quasi il 20%!

Ed eccolo, il medagliere:

Azerbaijan: 4 oro, 2 argento e un bronzo
Polonia: 3 oro, un argento, 2 bronzo
Romania: 2 oro e un argento
Georgia: un oro, un argento e un bronzo
Armenia: un oro e un argento
Lettonia: un oro
Francia: 2 argento e 2 bronzo
Ucraina: un argento e 2 bronzo
Germania e Turchia: un argento e un bronzo
Spagna: un argento
Norvegia e Repubblica ceca: un bronzo


Chiudiamo il post con una carrellata di belle immagini tratte dal sito della Federazione di scacchi rumena (Federația Română de Șah).

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