Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

I luoghi degli scacchi: Siegen

(Claudio Sericano)
Il 12 settembre del 2001 ho aperto il Corriere della Sera ed ho avuto un fremito. Normale, direte, dopo l’evento epocale del giorno prima. No, quello l’avevo avuto il giorno prima. Questo (più lieve) me lo procurava un articolo di Paolo Maurensig (il bravo autore di “La variante di Luneburg” e “L’Arcangelo degli scacchi”): “Bobby Fischer riappare su Internet tradito dallo stile inconfondibile”.

Lo scrittore (“decine di migliaia di appassionati avranno avuto un fremito”) si riferiva ad una intervista di “The Telegraph Review” al campione inglese Nigel Short in cui questi sosteneva di star giocando via internet nientedimeno che con Bobby Fischer.

Sono certo al 99% di aver giocato contro la leggenda degli scacchi. Un mio match contro l’anonimo avversario è finito 8-0 per lui; solo uno come lui può pensare a certe incredibili mosse. Sapete, è tremendamente eccitante, è come se un appassionato di musica reperisse una sinfonia inedita di Mozart”.

Ma la prova?

La prova? Sì, chattavo un poco con lui e di colpo gli chiesi di Armando Acevedo. Mi rispose immediatamente: Siegen 1970!  Capito? Acevedo era un giocatore messicano, con Elo sui 2200, praticamente sconosciuto, contro il quale Bobby vinse a Siegen. Chi altri se non Fischer stesso se lo poteva subito ricordare?”.

Siegen 5-27 settembre 1970, Olimpiadi. Acevedo-Fischer 0-1 e 60 squadre a darsi battaglia (soltanto maschili).  Solo 60 (esattamente come “le partite da ricordare” di Fischer), perché la piccola cittadina della Westfalia, sede universitaria, non ne poteva all’epoca ospitare di più. Nella  Siegen dai bei tetti di ardesia, immersa nel verde (il 60% della sua superficie) e bagnata dal fiume che le diede il nome, il Sieg, ebbe luogo  nell’occasione anche il Congresso della FIDE, che ratificò l’elezione a Presidente dell’ex campione mondiale Max Euwe in luogo di Folke Rogard.

Per farla breve, quello di Siegen era veramente Robert James Fischer, ma quello di cui parla Short nel 2001 è di nuovo lui?  “Il mistero che avvolge la figura di Fischer difficilmente sarà svelato”, concludeva Maurensig (e neppure la sua morte li avrebbe svelati tutti). Un dubbio desidero che mi resti, ma, sapendo che Nigel è un conterraneo di Shakespeare, penso che si sia trattato più facilmente solo di un “Sogno di una notte di mezza estate”. Eh, già, gli innamorati, scriveva Virgilio, di solito “si creano da sé i loro sogni”.

Siegen ospitò nel settembre del 1970 la 19a Olimpiade. 60 i Paesi partecipanti. La finale A, a dodici squadre, fu una relativa sorpresa per il mancato dominio dell’URSS, che vinse di misura nonostante la presenza di Spassky, Petrosian, Korchnoi, Polugaevsky, Smyslov e Geller. Quasi decisivo fu proprio il “nostro” Fischer, il quale, in zeitnot, fu sconfitto da Spassky, mentre salvò un non meritato mezzo punto con Portisch grazie allo zeitnot dell’ungherese.

L’Italia (Tatai 8/17, Paoli 8/13, Primavera G. 3,5/11, Zichichi 10/15, Cosulich 10/14 e Romani 3/6) giunse solamente sesta in finale C e al trentesimo posto della classifica generale.

Siegen 1972, finale A:

1°URSS 27,5, 2°Ungheria 26,5 (Portisch, Lengyel, Bilek, Forintos, Csom e Ribli), 3°Yugoslavia 26 (Gligoric, Ivkov, Matulovic, Matanovic, Parma e Minic), 4°USA 24,5 (Fischer, Reshevsky, Evans, Benko, Lombardy e Mednis), 5°Cecoslovacchia 23,5 (Hort, Filip, Jansa, Smejkal, Pribyl e Blatny), 6°RFT 22, 7°-8°Bulgaria e Argentina 21,5, 9°DDR 19, 10°Romania 18,5, 11°Canada 17,5, 12°Spagna 16.

Israele fu prima nella “finale B”, davanti a Polonia, Australia, Mongolia, Svezia, Olanda, Danimarca, Finlandia, Cuba, Austria, Colombia e Indonesia. La Gran Bretagna prevalse nella “finale C”.

Boris Spassky risultò il migliore in prima scacchiera col 79,2% dei punti (9,5/12), Borislav Ivkov in seconda (10/13) e l’inglese William Hartston in terza (12,5/16) .


Puoi trovare “I luoghi degli scacchi” nelle principali librerie on-line, come MondadoriStore, ibs e laFeltrinelli.

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