Uno Scacchista

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Siamo a un mondiale sprint

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Carlsen ha visto le streghe nella quinta partita e ha agevolmente addormentato la sesta, come tutti sappiamo, quindi dopo le prime sei partite del mondiale il risultato è ancora in parità. Siccome lontani sono i tempi in cui questo sarebbe stato calcolato come uno 0-0 (nessuna vittoria) e avrebbe solo significato  moltissime partite ancora da giocare, siamo sostanzialmente davanti a un match ulteriormente ridotto, su sole 6 partite.

Certamente ci hanno fatto capire che la fantomatica superiorità di Karjakin in apertura non esiste: Carlsen ha scelto sempre l’indirizzo in apertura, raggiungendo le posizioni a lui più congeniali. Che questo significhi posizioni molto tecniche ha come conseguenza partite poco spettacolari, ma sempre ricche di piccole sfumature ad alto contenuto strategico.

Ci hanno anche rivelato che Carlsen non è una macchina infallibile nel convertire il vantaggio. Non solo per la caratteristica resilienza di Karjakin ma anche per una sorprendente superficialità del Campione del Mondo in alcune fasi critiche. Il norvegese avrebbe potuto vincere sia la terza che la quarta partita con solo un po’ più della attenzione che normalmente applica nei tornei.

Mi sento di dire anche che l’atteggiamento psicologico dei due giocatori appare totalmente diverso. Karjakin dà l’impressione di godersi ogni partita, faticosa o no: visto l’attuale risultato (che credo migliore di quanto si aspettasse) è giusto così. Carlsen invece mi sembra più sotto pressione di quanto di solito sia: penso che nei suoi piani avrebbe dovuto già avere un chiaro vantaggio e le imprecisioni commesse (una su tutte la incredibile dimenticanza nello scrivere una mossa durante la quinta partita, che gli ha fatto usare male i tempi di riflessione attorno alla 40a mossa) cominciano a renderlo ansioso e infastidito. Si sente superiore (e certamente lo è) ma il non riuscire a battere il russo (reduce come sappiamo da un ciclo dei candidati nel quale ha più volte dato prova di capacità di resistenza e reazione tali da sfiorare la fortuna sfacciata) comincia a pesargli.

Quanto tutto ciò si proietterà sulle prossime sei partite è difficile da valutare. Carlsen è sempre stato incredibilmente efficace nel lasciarsi i risultati dei turni precedenti alle spalle, ma le ultime partite del Torneo dei Candidati di Londra (quando perse con Ivanchuk e, soprattutto, Svidler con il Bianco all’ultimo turno) dimostrarono che non è completamente immune alla pressione psicologica del risultato atteso. Karjakin, con questo suo atteggiamento da “non ho nulla da perdere”, potrebbe invece continuare a praticare il suo catenaccio, sperando in un contropiede vincente (che nella quinta partita stava per concretizzarsi), sapendo che, se non arrivasse, sarebbe comunque un successo. E poi, se mai si andasse allo spareggio, chi vivrà vedrà.

Io ancora vedo Carlsen molto favorito: nessuno aveva mai previsto una vittoria facile, quindi la situazione attuale deve essere stata contemplata nella strategia globale per il match. Intanto vediamo se Karjakin continuerà a giocare 1.e4 o tenterà di verificare cosa il Campione del Mondo ha preparato contro altri impianti.

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1 thought on “Siamo a un mondiale sprint

  1. Penso anch’io che Carlsen sia ancora favorito, ma credo anche che abbia perso parte della sua sicurezza di vincere. Non si spiega, altrimenti, la grande cautela che entrambi i contendenti (ma Karjakin è un po’ più giustificato) dimostrano. Vedremo il seguito.

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