La forchetta di cavallo senza cavallo
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(Riccardo M.)
E’ assai nota, ma sempre bello riguardarla. Apparve per la prima volta nella rubrica “Lerne kombinieren” della rivista “Schach Echo”, anno 11, numero 10. E’ un finale ideato da Emanuel Lasker nel 1920.
1.Tc8+,Txc8 2.Da7+!,Rxa7 3.bxc8=C+, Re muove 4.Cxe7 e vince.
Scriveva Giovanni Falleni su “L’Italia Scacchistica” (1978, numero 873-4): “Un finale simile ci fa sentire, senza ombra di dubbio, che la macchina non potrà mai uguagliare il genio scacchistico umano. Sono queste finezze che rispondono esaurientemente al nostro quesito: esse ci fanno comprendere il perché del fascino degli scacchi. Sono, appunto, queste possibilità combinative non comuni che avvincono e che fanno giudicare gli scacchi, senza dubbio, il gioco più suggestivo del mondo”.
E proseguiva: “Anche se i progressi della cibernetica sono favolosi, anche se dalla prima macchina per giocare a scacchi, l’automa costruito dal barone Wolfgang von Kempelen e presentato alla corte dell’imperatrice Maria Teresa a Vienna nel 1769, si è passati alla costruzione di computers ad alta capacità selettiva che si battono a scacchi tra di loro o con l’uomo, anche se attualmente è già in commercio un piccolo computer (Chess Challenger), che costa solo 200 dollari, si ritiene che le possibilità della macchina saranno sempre limitate alla visione tattica del gioco, la visione strategica sarà sempre esclusiva dell’inventiva umana”.
Dall’automa del 1769 alle parole del Falleni erano trascorsi ben 209 anni, dalle parole del Falleni alla prima vittoria (1996) di un computer su un campione del mondo (Kasparov) ne sono trascorsi appena 18, un tempo infinitamente più piccolo. Piccolo, ma sufficiente per una previsione grossolanamente errata.
Come concludere? Che col Falleni saremo sempre d’accordo sul fascino e la suggestione inimitabile degli scacchi, ma che l’immaginazione umana è mediamente debolissima e inadatta non solo a percepire gli enormi mutamenti che, in ogni campo, il futuro dell’umanità e del nostro pianeta ci potrebbero presentare, ma anche a rendersi conto appieno della stessa rapidità di questi enormi mutamenti, i quali potrebbero essere ad attenderci, gioiosamente o spietatamente, dietro ogni angolo, dietro ogni rotazione terrestre.
E, quanto alle “macchine”, non dimentichiamo mai ciò che più volte hanno di recente detto Elon Musk (il fondatore di Tesla) e numerosi altri scienziati: “la specie umana deve stare molto attenta, perché quello che vediamo adesso è solo la preistoria dell’intelligenza artificiale”.
Giocare a scacchi è infinitamente più semplice che giocare con il tempo. Eppure a scacchi si gioca con gli orologi! Aveva ragione Eraclito di Efeso, il filosofo greco (535-475 a.C.), a scrivere che “il tempo è un gioco, giocato splendidamente da bambini”.

Bene, ho terminato il mio piccolo articolo. Ripongo la penna, o meglio: spengo il computer. Sono anch’io a volte un bambino e adesso mi piace uscire un poco per fare una passeggiata insieme alla mia cagnolina Ballard.
A proposito di tempo, anche oggi, 22 agosto 2017, vedo che qui a Roma è una “splendida” (si può dire ancora così?) giornata di sole: la centoottantaquattresima consecutiva …..