Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Rafael Vaganian

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(Riccardo M.)
Happy birthday, Rafael Vaganian! Sono 66. Il grande maestro armeno è nato infatti a Erevan il 15 ottobre del 1951. Vaganian ha imparato il gioco a 5 anni, dal padre, che era insegnante di fisica. A 16 è stato campione sovietico degli studenti.

[Nella foto, Vaganian a Roma nel dicembre 1977]

Nel 1971, ad appena 19 anni, era già grande maestro, ma lo stesso anno ebbe la prima piccola delusione non vincendo il mondiale juniores, dove a sorpresa prevalse lo svizzero Werner Hug. Superò ben presto il colpo subìto, sfidando Hug in un match di 10 partite blitz, che lo videro vincitore addirittura per dieci a zero! Ma lui nel blitz sarebbe poi stato, ai tempi d’oro, quasi imbattibile.

Nel 1974, prima scacchiera dell’URSS al mondiale studentesco di Teesside, realizzò ben 10 punti su 11. E’ stato due volte “candidato” al titolo mondiale, eliminato da Andrei Sokolov nel 1986 e da Lajos Portisch nel 1988. Ha preso parte a ben nove Olimpiadi (prima con l’URSS e poi con l’Armenia), ottenendo due medaglie d’oro/squadra e due individuali.

Con il suo stile di gioco estroso, intuitivo e ottimista, si è aggiudicato importanti tornei fra il 1971 e il 1995: Vrnjacka Banja, Kragujevac, San Paolo, Las Palmas, Manila, Marsiglia, Mosca, Hastings, Tallinn, Biel, Leningrado, Sochi, Odessa, Toronto, Ter Apel, Roma e Reggio Emilia (questo, due volte: 1992/93 e 1994/95).

Negli anni ottanta lo potevamo annoverare fra i primi 5 o 6 grandi maestri con maggior talento. Nel 2005, quindi a 54 anni, raggiunse un Elo di 2670 ed ancora era fra i primi 50 al mondo.

Nel 1990 iniziò a giocare nella Bundesliga tedesca, con la maglia del club SG Porz, e così diverse volte gli capitò di essere anche campione tedesco. Del resto il suo contributo al club è stato sempre elevato e nella stagione 1996/1997 seppe mettere in carniere un eccezionale 14,5 su 15.

In Armenia, dove ormai è un eroe nazionale, nulla si fa e nulla si decide senza ascoltare il parere di Vaganian. Ma in Armenia gli scacchi occupano un posto speciale: basti pensare che il presidente della nazione, Serzh Sargsyan, è anche il presidente della Federazione Scacchistica, e che il governo armeno ha approvato nel 2011 una legge che ha reso obbligatorio l’insegnamento degli scacchi in 1.500 scuole, coinvolgendo di conseguenza la bellezza di 120.000 studenti.

Vaganian ha giocato contro tutti i campioni dell’ultimo mezzo secolo, ha un carattere allegro e gioviale ed è stato ottimo amico di Tal e Spassky; lo è di Karpov (del quale è coetaneo) ancor oggi.

Personalmente, lo ricordo bene qui a Roma nel dicembre 1977, quando nella II edizione del Torneo del Banco di Roma (di cui ebbi la fortuna di seguire quasi tutti i turni) vinse alla pari con il connazionale Mikhalchishin. Tatai in verità batté Vaganjan al 5° turno, ma poi fu travolto da Toth (al 7° in sole 13 mosse) e da Ostojic all’8°. Vaganian si salvò miracolosamente da Mikhalchishin al 7° e poi si svegliò e lo raggiunse con tre vittorie negli ultimi tre turni contro Toth, Pfleger e Ostojic.

Rafael Vaganian è ancora temibile e sulla breccia, nonostante l’età, anche se i risultati in torneo non possono essere più quelli di un tempo. Eccolo qui, in due immagini tratte dal sito ufficiale, la scorsa estate a Biel (luogo che lo vide vincitore nell’interzonale del 1985), contro Alexander Morozevich e contro David Navara.

Prima di Biel il suo Elo era ancora un rispettabilissimo 2562.

Biel 2017 (Morozevich-Vaganian)
Morozevich-Vaganian, Biel 2017
Biel 2017 (Navara-Vaganian)
Navara-Vaganian, Biel 2017

In verità Rafael pare oggi un pochino ingrassato, ma l’atteggiamento positivo, ottimista, simpatico e tranquillo mi pare sempre lo stesso che percepii a Roma in quel lontano inverno del 1977.

Di Vaganian potete trovare in internet tutte le partite che volete; qui non posso non mostrarvi la bellissima mossa della salvezza contro il connazionale Adrian Mikhalchishin (o Mihaljcisin come scriveva il Paoli) nel torneo di Roma sopra citato, mossa della quale fui esterrefatto spettatore.

Mikhalchishin-Vaganian
Mikhalchishin-Vaganian, Roma 1977, dopo 60.Dxh5

Dopo il tratto n° 60 del Bianco (Dxh5) scrisse il Paoli: “Chi non giurerebbe che il Nero è strafritto? Ma ecco un’altra gemma per la corona della Dea Caìssa: una mossa miracolosa che lo salva: 60. … Tg6! (se il Bianco prende la Torre, c’è il perpetuo di Donna). Seguirono solo ancora due tratti, poi il Bianco si convinse che non c’era nulla da fare: 61.Dh8+ Rf7 62.Dh7+ Rf8 63.patta”.

La fantasia di Vaganian non poteva che partorire qualche sottovariante di apertura col suo nome. Una è questa, nella Trompovsky. 1.d4 Cf6 2.Ag5 è il sistema che prende il nome dal maestro brasiliano Octavio Trompovsky (1897-1984) e negli ultimi anni è divenuto abbastanza popolare. Fra le linee principali annoveriamo 2. … c5 3.d5 Db6 e qui il Bianco ha la possibilità di provare l’aggressivo “Gambetto Vaganian”, che il GM armeno tentò varie volte nei primi anni ’70: 4.Cc3!? Dxb2 5.Ad2. L’idea, ovvia, è di attivare rapidamente tutti i propri pezzi ed aprire linee per l’attacco.

E adesso giocatevi al lotto questi numeri: 151051150551. Sono le date di nascita di Vaganian e la mia: tutto quasi identico, come l’evidente pancia …. l’unica differenza è che io gioco infinitamente peggio e non ho mai vinto una partita blitz né mai giocato una mossa nemmeno lontanamente paragonabile a quella Tg6! del bravissimo Vaganian. Però sono ugualmente contento di avervene potuto parlare.

Happy birthday, Rafael!

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2 thoughts on “Rafael Vaganian

  1. Di Vaganian mi è sempre piaciuto lo stile dinamico ed estremamente fantasioso che metteva nelle sue partite. Ho giocato spesso il Trompovsky e le sue partite con il sacrificio del pedone “b2” le ho viste e riviste per essere pronto a giocarlo. Ma la partita che più mi è rimasta impressa è stata quella giocata di Nero contro Reshewsky, un difesa francese variante “Tarrasch” chiusa, nella quale si esibì in una serie di sacrifici a raffica veramente impressionanti, costringendo il Bianco all’abbandono. Una partita geniale che è stata consegnata alla storia degli scacchi.

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