Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Il fascino degli scacchi – 2

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(Riccardo M.)
Il 15 maggio del 2013, sul sito dell’Accademia Scacchi Milano, appariva, a firma di Alberto Viotti, la recensione di un libro appena uscito, opera del loro socio Ivano Pollini, intitolato “Il fascino degli scacchi”. La riportiamo parzialmente qui.

“ …Si tratta di un libro molto interessante, che approfondisce in modo originale alcuni aspetti del mondo degli scacchi, suddiviso in quattro sezioni. Nella prima si parla del ruolo della psicologia negli scacchi, di come gli elementi psicologici (intuizione – attenzione – emotività – conoscenza di sé stessi – transfer dell’attenzione ecc) influenzino i contendenti durante la competizione; nella seconda (“dalla psicologia alle scienze cognitive”) si considerano ambiti più generali del gioco, a partire dai problemi, con particolare attenzione per l’aspetto creativo ed estetico degli stessi. Si parla anche degli esperimenti scientifici fatti sull’attività mentale dei giocatori impegnati nella soluzione dei problemi, fino ad affacciarsi nel dominio dell’intelligenza artificiale.

La terza parte esamina gli aspetti simbolici di due dei più antichi giochi strategici, gli scacchi e il go, e rivela come lo studio degli scacchi da parte di matematici e scienziati e la rappresentazione che ne fanno i vari artisti abbia evidenziato la relazione tra la bellezza insita nel gioco e la bellezza presente nella matematica, nella natura e nell’arte. Infine la quarta sezione (“gli scacchi come metafora della vita”) oltre a ricordare l’impatto che questo gioco ha avuto sulle varie civiltà, descrive come gli scacchi abbiano influenzato il mondo della cultura e dell’arte, coinvolgendo scrittori, drammaturghi, pittori, filosofi, musicisti e altri esponenti del mondo dell’arte dal Medioevo fino a oggi.

Il volume è corredato di 48 illustrazioni a colori, 65 in bianco e nero e 56 diagrammi. Il volume è fruibile (e utile) a una vasta gamma di giocatori e ci sentiamo di raccomandarlo senz’altro”.

Il lavoro di Ivano fu positivamente valutato e buoni apprezzamenti vennero anche da due ex-campioni italiani, Roberto Messa e Mario Lanzani. Quest’ultimo così in particolare volle commentare l’opera:

“In un tempo in cui il computer è predominante e la prosa scarseggia, è un piacere leggere il nuovo libro di Ivano Pollini. E’ come fare un tuffo nel passato, con partite, problemi ed aneddoti tipici degli scacchi di primo livello. I punti forte del libro sono la chiarezza espositiva ed i riferimenti storici. Da una parte il libro viene letto come un romanzo, dall’altra gli esempi citati sono di grande valore e perfettamente calzanti. In ogni capitolo traspare il motivo per cui gli scacchi sono considerati il “nobil giuoco”. Caldamente consigliato a tutti gli appassionati, dagli esperti ai neofiti.”
(così in un post di Roberto Messa uscito sul Blog “Soloscacchi” nel dicembre 2015)

UnoScacchista non è solito pubblicizzare nuovi libri, di tecnica scacchistica e non, ma nel caso di Ivano facciamo una eccezione in quanto saprete che Ivano (che è stato Professore di Fisica all’Università degli Studi di Milano dal 1977 al 2008 e ricercatore del CNR) è pure, da anni, un nostro validissimo collaboratore.

Ivano Pollini va così oggi ad arricchire la sua produzione letteraria, già di per sé vasta e interessante, con “Il fascino degli scacchi -2”. Ricordiamo infatti i suoi “I grandi giocatori di scacchi”, “Scacchi e musica compagni di vita”, “Scacchi nel tempo e nello spazio”. Di quest’ultimo abbiamo già parlato lo scorso anno.

Incuriositi dal suo nuovo lavoro, non potevamo non rivolgergli qualche domanda/chiarimento. Eccoci allora al tavolo (di lavoro e di gioco) con lui.


D1:

Ivano, puoi anticiparci in cosa consiste il tuo “Fascino degli scacchi-2”? In particolare ci piace sapere se, trascorsi appena sei anni dal primo volume, questo ne è in pratica una continuazione, cioè un seguito programmato e prevedibile, oppure se si tratta di un semplice ampliamento del primo oppure, ancora e da ultimo, se hai voluto modificare alcune parti del tuo vecchio lavoro. E, in quest’ultimo caso, su quale capitolo hai inteso rivedere e approfondire le tue precedenti considerazioni e perché?

R.:

Dopo sei anni, ho sentito l’esigenza di riprendere i temi del libro “Il Fascino degli scacchi” 2013 per migliorarli e, dove necessario, emendarli. Così è uscito il “Fascino degli scacchi 2”, che si è in parte allontanato dalla precedente composizione, essendo  stato ampliato di circa 70 pagine, integrando i vari capitoli e addirittura aggiungendone uno, il Capitolo 3: “Teoria generale degli scacchi”,  dove vengono presentati i principi di scacchi nelle parole di grandi campioni (Tarrasch, Capablanca, Nimzowitsch, Euwe, Rubinstein e Keres, ecc), principi che gli stessi campioni illustrano con i loro games e i loro commenti.

Il Capitolo 1 (Ruolo della psicologia negli scacchi) è stato variamente modificato, arricchendolo con nuovi esempi. Nel 2013, trattando il “problema degli errori negli scacchi” (disattenzioni, sviste, blunders), avevo considerato solo il tragico caso capitato nel campionato del mondo tra Chigorin e Steinitz, mentre nel 2019 ho voluto aggiungere altri specifici esempi di questa natura, quali le partite Petrosjan vs Bronstein e Mieses vs Steinitz, e ho eliminato alcune parti che non ritenevo più adeguate (e.g. il blunder di Tal nella partita lampo Averbakh vs Tal giocata in modo libero durante un pausa del torneo ufficiale in Iugoslavia). Tal la riporta nel suo libro con grande onestà.

Inoltre, nella presentazione dei vari campioni, alcuni esempi sono stati riscritti con maggiore completezza. Per esempio, il caso di William Steinitz è stato trattato con un’estensione e una profondità che non appare nel libro del 2013. Stesso discorso vale per Rubinstein, Tarrasch, Keres e Nimzowitsch. Questa scelta è stata anche dovuta al fatto che nei precedenti libri avevo privilegiato alcuni campioni (Morphy, Lasker, Capablanca, Botvinnik, Fischer, ecc), lasciando più in ombra altri ugualmente notevoli:  un esempio per tutti, il caso del grande campione polacco-argentino Miguel Najdorf.

Miglioramenti sono stati apportati anche nei Capitoli 4 e 5 attraverso un’accurata scelta di tagli e aggiunte nei vari esempi trattati. Tuttavia, la lunghezza dei capitoli è rimasta sostanzialmente invariata.

In definitiva, quello che vorrei sottolineare, è che i due libri hanno un’eguale struttura formale e gli stessi titoli nei capitoli, ma i vari argomenti sono stati ampliati e approfonditi.

D2:

Ivano, sappiamo che tu hai imparato il gioco all’età di 12 anni, che del gioco degli scacchi sei sempre stato innamorato e che pochi uomini di cultura come te possono in Italia vantarsi di seguire gli scacchi da almeno 60 anni, e pertanto di essere in grado d’interpretare ogni loro espressione, comprendere la psicologia dei giocatori e conoscere e valutare i collegamenti che il mondo degli scacchi ha avuto ed ha con l’arte e con la scienza. Ritieni che ci sia ancora qualcosa che gli scacchi in tal senso possono esprimere di valido in una società come quella di oggi così esasperatamente tecnologica? Il “nobil gioco”, insomma, sarà ancora in grado di reggere l’urto della rivoluzione informatica in atto?

R.:

La tecnologia non potrà mai sostituire la coscienza e lo spirito umano, l’intuito del giocatore e le sue emozioni. Il computer conosce solo l’algoritmo e fa calcoli, non avendo nessun tipo di emozioni. Neppure il Computer Cognitivo arriverà mai a tanto! Tutto questo è spiegato sia in “Fascino 2013” che in “Fascino 2019”.

Nel Capitolo 1 del libro, David Bronstein spiega alla conferenza di Maastricht, sul tema “Lo sviluppo degli scacchi al computer”, cosa vuol dire oggi per un campione di scacchi giocare con un computer-super-grande-maestro.

Bronstein privilegia l’intuito del giocatore, la sua capacità di formare piani di gioco logici di fronte a una possente macchina di calcolo che non sempre vede le mosse migliori perché non possiede la necessaria strategia in modo completo. Il computer è eminentemente un “giocatore tattico” con una struttura strategica (gioco posizionale) un po’ più debole.

Rivedendo questa parte oggi, bisogna ammettere che questo valeva agli inizi del computer informatico, al tempo di Maastricht o della sfida tra Fischer e Greenblatt del 1977. Il confronto Uomo-Computer sembra poi essersi risolta a favore del Computer, a giudicare dai risultati della sfida tra Deep Blue e Garry Kasparov, vinta da Deep Blue contro Kasparov, uno dei più grandi Campioni di tutti i tempi.

D3:

Terza e ultima domanda. Ma questa è destinata al fisico Pollini e all’uomo Pollini, più che al giocatore. In un altro tuo articolo, ci ricordasti il libro di Carlo Rovelli “La realtà non è come ci appare”, in cui il fisico Rovelli ci parla del celebre “mito della caverna” nella “Repubblica di Platone”, dove gli uomini sono tutti incatenati in fondo ad una buia caverna e vedono solo ombre, proiettate da un fuoco alle loro spalle; pensano che quella sia la sola Realtà, finché uno di loro scopre l’esterno e la luce del sole, lo racconta ai compagni i quali stentano a credergli. Ecco, oggi si inizia sovente ad assistere quasi ad un rifiuto della Scienza e della Verità (pensiamo ad esempio alla sfericità della terra o all’allunaggio umano o all’Olocausto, che alcuni giungono a mettere in dubbio). Si assiste insomma ad una rinuncia della Verità, ad un ritorno del relativismo. Non temi forse che l’uomo di oggi sia alla lunga destinato a tornare nel buio di una caverna, dove tutte le ombre sono piatte uguali e nere, dove gli uomini stessi sono tutti uguali e dove non saranno più necessari lo studio e la ricerca della Verità e tutti quanti noi ci muoveremo come poveri automi al servizio di Qualcuno o di Qualcosa?

R.:

E’ un periodo difficile non solo per l’Europa e il resto del mondo, ma anche per tutti noi che viviamo su questo piccolo pianeta disperato che si chiama Terra. Mi auguro che le forze di resistenza che albergano nel fondo dell’animo umano si attivino per aiutarci a resistere contro la sfiducia e il disfattismo che oggi sembra imperante.

Mentre noi continuiamo a cercare soluzioni ai nostri problemi su questo pianeta puntiforme che chiamiamo Terra, l’immenso Universo, nato circa 15 miliardi di anni fa,  in seguito al Big Bang o alla Creazione Divina, continua ad espandersi di moto accelerato, assieme alle sue galassie e buchi neri, in una direzione sconosciuta e forse infinita. È l’universo infinito o finito, come credeva Einstein? Sicuramente illimitato, ma non infinito, come ha detto Hubble. La parola infinito allude a Dio che è infinito per definizione. E allora ci volgiamo verso Plotino, Spinoza e Giordano Bruno. Ma questo apre un altro discorso che non spetta alla Scienza ma alla Filosofia o alla Religione.

La Cosmologia, che pure risponde a molti degli interrogativi che l’essere umano si pone, si deve però arrendere di fronte ai misteriosi eventi del Big Bang (inizio) e del Big Crunch (fine) nell’universo o alle singolarità che si trovano in fondo ai buchi neri. Solo la Religione forse può dare risposte a molti dei problemi di fronte ai quali la Scienza arretra. Dove si hanno le singolarità e gli infiniti inizia il Divino e la Scienza deve cedere il passo. Ma la Scienza non è solo la conquista di sempre nuove verità attraverso la conoscenza (e questo è già tanto), ma è anche il continuo bisogno e impegno dello spirito umano di superare l’orizzonte (=conoscenza e verità) che sempre si sposta, ma alla cui conquista lo spirito umano universale da sempre anela.

L’uomo, nell’osservare tutto quanto lo circonda e desta la sua meraviglia, ha sempre alzato gli occhi al cielo, osservando quanto si vede lassù e, volgendo lo sguardo al cielo, ha anche guardato indietro nel tempo. Forse ha fatto questo per cercare di capire sé stesso e la propria posizione nel cosmo. Ed anche se ancora non abbiamo il senso dell’universo e della vita, questo è tutto quanto oggi noi sappiamo. Questo senso forse dobbiamo cercarlo e trovarlo dentro di noi”.


Ivano, grazie, complimenti per la tua nuova fatica e … buona lettura ai tuoi e nostri lettori!

Ivano E. Pollini – Il “Fascino degli Scacchi 2”

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