Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Hübner l’anti-eroe

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(Alessandro Rizzacasa)
Robert Hübner (Colonia, 6 novembre 1948) è un grande maestro di scacchi tedesco che ha appena compiuto 72 anni. Hübner è stato tra i migliori giocatori internazionali negli anni Settanta e Ottanta, quasi raggiungendo, nel suo miglior momento, i 2700 punti ELO; è stato più volte candidato al titolo mondiale.

[Mella foto di apertura, Hübner al Torneo internazionale di Tilburg del 1983 (Foto di Rob Bogaerts. Fonte: Wikidata]

Lo ricordo, sollecitato da un intervento di Riccardo Del Dotto attentissimo alle ricorrenze (che ringrazio per questo suo prezioso “pallino”), perché in compagnia delle partite di Hübner ho passato parecchie lietissime ore.

La scacchiera dove replicavo le partite

Nel mio sgangherato percorso solitario e fallimentare di scacchista autodidatta, tanti anni fa mi piaceva molto vedere il gioco di questo maestro e ne replicavo spesso le partite.

Hübner è uomo dalla vita, per quel che è possibile sapere, intellettualmente molto avventurosa. Si tratta, secondo la classificazione data da Reuben Fine nel suo antiquato ma notissimo “La psicologia del giocatore di scacchi”, di un anti-eroe, cioè di un giocatore che non si chiude dentro il mondo degli scacchi facendoli unico filtro tra se e la realtà (l’ -eroe-, secondo Fine, come Fischer o Alekhine), ma che si relaziona con cose e persone in modo “normale”, coltivando interessi di varia natura e soprattutto avendo una formazione e un lavoro che non dipendono e non sono agganciati direttamente agli scacchi; p. es. Botvinnik era un ingegnere, Euwe un professore di matematica. Nel corso del tempo gli anti-eroi sono sostanzialmente scomparsi, infatti la specializzazione negli scacchi è cresciuta talmente che è impossibile giocare ad alti livelli senza essere professionisti puri. Ma Hübner, nonostante l’apogeo della sua vita scacchistica si sia collocato in un’epoca dove la specializzazione cresceva costantemente, è stato un vero e proprio anti-eroe.

Robert Hübner alla fine degli anni Settanta

Ha fatto studi classici, ha approfondito le civiltà e le lingue antiche ed ha lavorato come “papirologo” presso l’Università di Colonia, la sua città natale, fino al 1982, quando ha smesso con l’attività accademica. Ha decifrato e trascritto diversi testi antichi, soprattutto egizi di età tolemaica, pubblicando dei saggi relativi. Parla correntemente un numero imprecisato di lingue, tra cui l’italiano.

Qui una delle partite su cui ho passato maggior tempo e per cui è sorta la mia ammirazione per Hübner. Giocata e pattata contro Bobby Fischer nel 1970.

Buon compleanno maestro.


Sessantenne, figlio del match Spassky-Fischer, Alessandro Rizzacasa ha giocato a scacchi senza abbandonarli mai, ma solo di rado in competizioni ufficiali. II ctg. naz. a tavolino ha ottenuto i maggiori successi nell’Internazionale di Livorno, con un terzo posto nel 2010 e la vittoria nel 2011, ambedue nel torneo B. Ha al suo attivo alcuni articoli usciti sulla rivista “Torre&Cavallo” e alcune pubblicazioni edite dal Comune di Livorno; il lavoro più ampio è del 2009: “Gli scacchi nella storia di Livorno. Dal secolo XVI alla fine del XIX

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1 thought on “Hübner l’anti-eroe

  1. Di Hubner voglio ricordare una cosa, tra le tante che meriterebbero di essere tramandate.
    Quando il miglior periodico esistente era l’Informator iugoslavo, le sue partite analizzate avevano una particolarità mostruosa, se posso definirla in tal modo. Le analisi chilometriche, piene di sottovarianti, difficili da seguire su scacchiera e con libro accanto. Erano tempi senza computer con database e motori d’analisi. Farina del suo sacco, geroglifici scacchistici invece che egiziani! Faticosi da leggere ma commenti da computer umano da far venire gli incubi la notte. Ultima nota: si diceva che avesse fatto ricorso a uno psicoanalista per risolvere un difetto che aveva notato nel suo gioco: muoveva poco, usava poco, la Donna.
    Incredibile fu il suo abbandono del match con Korchnoj (o… non vorrei ricordare male, forse Petrosian?) dopo una serie di pareggi e in parità di punteggio… si era esaurito mentalmente, comprensibile visto quali sforzi analitici sottoponeva il suo cervello non di silicio ma di carbonio!

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