Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Jacques Mieses e l’azzurro fiore del romanticismo

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(Riccardo M.)
Un fiore azzurro? Sì, perché il fascino degli scacchi risiede soprattutto in ciò che Jacques Mieses aveva chiamato più di un secolo fa “l’azzurro fiore del romanticismo”.

Aveva ragione, perché la bellezza del nostro gioco non è soltanto quella della perfezione aerodinamica, meccanica, matematica o elettronica di una moderna vettura di Formula 1.

Mieses era nato a Lipsia, da famiglia ebrea, il 27 febbraio del 1865 e morì a Londra il 23 febbraio del 1954. Aveva un estro innato, ma non abbastanza disciplinato per aspirare alle vette mondiali. Subiva un fascino irresistibile dalle combinazioni, anche se sbagliate. Mieses era come un brillante giocoliere: con lui lo spettacolo era sempre assicurato e apprezzato, ad iniziare dalle aperture, almeno da parte di quegli appassionati che, come me, non stanno a guardare quanti punti “?” un programma di scacchi o un team di commentatori esperti attribuiscono ad una partita, ma preferiscono comunque gradire la fantasia, la ricchezza delle idee e il senso artistico della combinazione.

Fu così che Mieses seppe vincere nella sua vita numerosi “premi di bellezza”, mentre i suoi grandi successi in tornei si contano sulla punta delle dita, ad esempio: primo a Vienna nel 1907 davanti a Duras, Maroczy, Tartakower, Vidmar, Schlechter e Spielmann, primo a Liverpool nel 1923 davanti a Maroczy, Thomas e Yates. Ma forse tutto ciò già vi è noto, e del resto io stesso scrissi di lui tempo fa.

E’ però un piacere tornare a riparlarne, aggiungendo qualche altro particolare e un paio di suoi ‘colpacci’.

Mieses era un collaboratore fisso della rivista tedesca “Deutsche Schachzeitung” e lasciò diversi scritti; tuttavia la morte lo sorprese (a 89 anni!) mentre era al lavoro su quella che sarebbe stata la sua opera più interessante, ovvero “Più di sette decenni nello scacchismo internazionale”. Peccato, sapendo che Mieses vide sorgere e tramontare ben 6 campioni del mondo e che ne avrebbe avute chissà quante di cose da raccontare!

Mieses fu anche il primo grande maestro inglese (!) della storia, titolo attribuitogli dalla FIDE nel 1950.

Le sue partite erano un temporale: potevi essere colpito da un fulmine, o trascinato via dall’acqua o dal vento, o anche rimanere miracolosamente asciutto senza quasi capire il motivo. O forse sì: non tutte le nuvole durante un temporale scoppiano a piangere, ma solo quelle spaventate dai tuoni!

In ogni caso ci si divertiva sicuramente a giocare o guardare simili partite, indipendentemente dal risultato e dalla correttezza di certe combinazioni. Era proprio come partecipare al tumultuoso e impressionante evolversi, secondo dopo secondo, di uno spettacolare fronte temporalesco.

Guardate questa:

Jacques Mieses – Curt von Bardeleben
Barmen (GER), 16 agosto 1905

Una lotta fin qui senza esclusione di colpi: Mieses nel suo stile non ci ha messo molto a prendere d’assalto il Re Nero, ma il suo conduttore non si è impressionato, reagendo con gagliardia nei confronti dell’arrocco del Bianco. Adesso …

Come giudichereste questa posizione e cosa vi verrebbe in mente al posto di Mieses? Di certo nulla lascia presupporre che fra appena 8 mosse il pedoncino “c” del Bianco andrà a dare matto! “Eccitante!”, avrebbe classificato così Mieses questa sua partita.

Jacques Mieses

Certo non si può dire che ogni tanto qualche ‘aiutino’ Mieses non lo abbia avuto da parte dei suoi contendenti. In quest’altra partita è l’austriaco di origine rumena Georg Marco a dargli una mano ad ottenere un altro ‘premio di bellezza’. Vediamo la posizione dopo il tratto n.23 del Bianco (23. h3):

Georg Marco – Jacques Mieses
Montecarlo 1901

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