Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Vladimir Nabokov, l’arte del problema di scacchi

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(Adolivio Capece)
Vladimir Nabokov (San Pietroburgo, 23 aprile 1899 – Montreux 2 luglio 1977), l’autore del celeberrimo “Lolita” e della “Difesa di Luzin”, era un grande appassionato di scacchi.

Alla partita viva preferiva però la realizzazione dei “problemi” (forse perché convinto, come lo saranno Marcel Duchamp e poi Garry Kasparov, che gli scacchi sono uno sport, anzi che sono lo sport più violento di tutti). Non disputò mai tornei o gare ufficiali, ma sicuramente ebbe occasione di giocare con Sergey Prokofiev, il celebre pianista e compositore, mentre non è confermato che abbia giocato anche con Humphrey Bogart, famoso attore, grande appassionato di scacchi e discreto dilettante.

La predilezione di Nabokov andava dunque al problema, in particolare alle composizioni in due e tre mosse cui si dedicò con interesse e passione, realizzandone complessivamente diciotto.

Nabokov compose la maggior parte dei suoi problemi a Montreux, dove è morto il 2 luglio 1977, salvo il primo che realizzò a Parigi nel maggio del 1940, pochi giorni prima di emigrare negli Stati Uniti, e tre che ideò durante i suoi soggiorni italiani.

In particolare, al Grande Albergo Excelsior di Ponte di Legno compose quello di cui poi lui stesso scrisse “a conti fatti lo ritengo il mio miglior problema in 3 mosse”: era il 18 luglio 1966, “una giornata piovosa che interruppe estenuanti rincorse alle farfalle”.

Gli altri due problemi italiani, entrambi in 2 mosse, li ideò a Camogli, al Cenobio dei Dogi, il 15 aprile 1967 “in un giorno di depressione”, e l’8 giugno 1967.

Come problemista Nabokov ebbe una certa rinomanza internazionale, tanto che alcuni dei suoi lavori furono pubblicati da riviste scacchistiche, altri da quotidiani come il Sunday Times e l’Evening News di Londra. Con uno partecipò al concorso del 1969 della rivista inglese “The Problemist”, vincendo il secondo-terzo premio ex aequo.

Tutti e diciotto i problemi furono pubblicati dall’Autore in altrettanti romanzi, ma nulla hanno a che fare con la trama o con il racconto e questo, dal punto di vista scacchistico, è un vero peccato.

Nabokov, comunque, scrisse un romanzo a soggetto scacchistico, uno solo, uno dei suoi primi, “La difesa di Lužin”, nel quale è narrata la storia di un campione di scacchi a tal punto ossessionato dal gioco da perdere la ragione.

Nabokov realizzò anche, nel 1932, una ‘bizzarria’ (nella posizione del diagramma si chiede di ritirare l’ultima mossa del Bianco e giocarne un’altra che dia scacco matto) dedicandola allo scacchista Evgeny Znosko-Borovski, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua vittoria nel campionato di Parigi.

Quando la composi” – annotò Nabokov – “la firmai ‘V. Sirin’, il mio pseudonimo abituale a quell’epoca”.

Vediamo come lo stesso Nabokov parla del problema di scacchi.

I problemi di scacchi richiedono da chi li compone lo stesso livello qualitativo che caratterizza ogni altra composizione artistica: originalità, inventiva, armonia, concisione, complessità e… totale mancanza di sincerità.”

Notiamo per inciso che sulla ‘mancanza’ di sincerità non poteva transigere colui che ha detto, col suo aforisma più “famigerato”, che «realtà» è l’unica parola che andrebbe scritta sempre fra virgolette.

Proseguiamo con il testo di Nabokov.

Saper condensare tutte queste qualità tra ebani e avori è un dono che non tutti hanno: realizzare problemi di scacchi è un’ occupazione stravagante e sterile, ma tutte le arti sono inutili, divinamente inutili, se paragonate alla maggior parte delle occupazioni dell’Uomo… I problemi sono la poesia degli scacchi e la poesia, in quanto tale, è obbligata ad intervenire nei diversi conflitti che oppongono vecchie e nuove scuole di pensiero.  Nel campo del problema di scacchi il convenzionalismo moderno mi infastidisce con uguale intensità che il realismo socialista e la scultura astratta. Parlando più chiaramente, detesto i problemi chiamati ‘task’ * (composti meccanicamente con il fine di facilitare un massimo ‘stacanovista’ di modelli simili) ed evito rigorosamente i ‘duali’ ** successivi alla prima mossa risolutiva (altra moda sovietica), anche quando sono dovuti a mosse non tematiche del Nero.”


Note

* Task = indica un problema che presenta un’idea nel massimo delle sue possibilità di realizzazione; può riferirsi al massimo numero di mosse bianche o al massimo numero di difese nere. Per esempio il più gran numero di matti diversi dati con mosse di un unico pezzo bianco. Data la difficoltà sono ammesse mosse risolutive di scacco, promozione e presa, che normalmente non sono accettate nella tematica della composizione.

** Duale = Doppia o plurima continuazione seguente ad una difesa del Nero, cosa che deprezza molto il problema.  Nabokov allude tuttavia al ‘duale tematico’, in cui dopo la minaccia introdotta dalla mossa iniziale del Bianco, la prima difesa del Nero permette a un pezzo di dare il matto – per esempio – in quattro modi diversi, la seconda in tre, la terza in due, la quarta in uno, mentre la quinta difesa li elimina tutti ma consente il matto in modo univoco con un altro pezzo.


Ecco come poi Vladimir Nabokov scrisse del problema di scacchi in “Parla, ricordo” (“Speak, memory”), in Italia pubblicato da Mondadori Editore, sua autobiografia e da molti considerato uno dei suoi testi migliori:

“Ideare un problema di scacchi è un’arte bellissima, complessa e sterile, legata alle comuni forme del gioco solo come, ad esempio, le proprietà di una sfera vengono sfruttate sia dal giocoliere nell’escogitare una nuova esibizione, sia dal giocatore di tennis nel vincere un torneo. In effetti, quasi tutti i giocatori di scacchi – tanto i dilettanti quanto i maestri – si interessano solo blandamente a questi enigmi particolarissimi, fantasiosi ed eleganti, e per quanto possano apprezzare un problema di difficile soluzione, rimarrebbero completamente sconcertati se si chiedesse loro di escogitarne uno. L’inventare una composizione di scacchi di questo genere implica una ispirazione di natura quasi musicale, quasi poetica o, per essere del tutto esatti, poetico-matematica.

Molto spesso, nelle amichevoli ore intermedie della giornata, ai margini di qualche occupazione banale, nella scia oziosa di una riflessione fuggevole, provavo senza alcun preavviso uno spasimo di acuto piacere mentale mentre il bocciolo di un problema scacchistico si apriva improvvisamente e prorompente dal mio cervello, promettendomi una notte di fatiche e di felicità… Un conto è concepire il tema conduttore di una composizione e tutt’altra è costruirlo. La tensione mentale diviene formidabile; l’elemento tempo scompare del tutto dalla coscienza; la mano che edifica brancola nella scatola in cerca di una pedina, e la prende, mentre la mente continua ad escogitare sulla necessità di una finta o di un tappa-buco, e quando il pugno si apre, un’ora intera, forse, è trascorsa, ha ridotto in cenere l’incandescente attività mentale di colui che pensava“.

Ed eccovi quindi i suoi primi 5 problemi, con delle brevi note; per gli altri 13 vi diamo appuntamento al post che verrà pubblicato dopodomani.

E sempre dopodomani vi daremo tutte le soluzioni, comprese quelle di questi 5 di oggi.

Diagramma 1 – Matto in 2 mosse

Vladimir NABOKOV
Speak Memory 1947

#2 (10+8)                                               C+

Composto a Parigi a metà del maggio 1940, pochi giorni prima di emigrare negli Stati Uniti. Pubblicato in “Parla, ricordo” (“Speak, Memory” 1951) ed incluso da Lipton, Matthews e Rice nel volume “Problemi di scacchi” (“Chess Problems” Londra 1963).

Diagramma 2 – Matto in 3 mosse

Vladimir NABOKOV
Poems and problems 1970

#3 (5+2)                                                 C+

Questa miniatura, composta a Montreux il primo marzo 1965, presenta una chiave abbastanza banale che si riscatta però nelle varianti. I due tipi di matto, su colonna e traversa, sono ad eco.

Il problema non è così facile come può sembrare a prima vista.

Diagramma 3 – Matto in 2 mosse

Vladimir NABOKOV
The Trinity Review 1969

#2 (8+8)                                                C+

L’interesse di questo problema, composto il 22 marzo 1965 a Montreux e pubblicato su “The Trinity Review“, Cambridge, Inghilterra, Lent 1969, sta soprattutto nelle tre varianti principali, con l’Alfiere impegnato in una spasmodica avanzata, via via sempre maggiore…

Diagramma 4 – Matto in 3 mosse

Vladimir NABOKOV
The Sunday Times 1968

La caratteristica di questo tre mosse (Montreux 10 aprile 1965; pubblicato dal “Sunday Times“, Londra, 29 dicembre 1968) è il “pendolarismo” della Torre nera nella variante principale: la Torre cattura il molesto pedone h4, ma poi è costretta a tornare nella casa di partenza, dove il Bianco la cattura dando matto. Alcuni lo hanno chiamato “tema Nabokov“.

Diagramma 5 – Matto in 2 mosse

Vladimir NABOKOV
1965

Composto a Montreux il 20 aprile 1965. Ci sono alcune varianti interessanti. Da notare che l’appetitoso matto di scoperta sulla quinta traversa non riesce a concretizzarsi.


Adesso, se ne avete voglia, trovate voi le soluzioni !

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