[R] Alberto Foguelman, Maestro e compositore di studi
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R I S T A M P A
(Daniel Perone)
“Fin dagli anni giovanili ho sempre gradito risolvere studi, dando la preferenza a quel tipo di posizioni più vicini al gioco pratico. L’attrattiva degli studi sta nelle idee brillanti e sorprendenti. Di tanto in tanto, in periodi diversi, ho provato a comporre studi, senza che questo fosse, in partenza, il mio scopo finale. Penso che l’interesse per la composizione studistica sviluppi nel giocatore la sua abilità analitica e la sua forza. È falsa la convinzione di molti che ciò comporti un allontanamento del gioco vivo.” (Vassily Smyslov).
In fin dei conti, è innegabile che esistono e coesistono entrambi questi due aspetti nel ‘Re dei giochi’.
Nonostante tra gli scacchisti si annoverano pochi esempi di Maestri – Compositori, di questo ristretto gruppo io ho un nome caro ai miei sentimenti: Alberto Foguelman (1923-2013).

Uomo non solo serio, ma anche sensibile, generoso, e molto affezionato al Circolo de Ajedrez de Villa del Parque a Buenos Aires.
Nell’anno 1953 partecipò per la prima volta alla finale del campionato assoluto argentino. Cosa comprensibile perché il Maestro visse un’epoca d’oro dello scacchismo argentino, quando c’erano da affrontare giocatori rinomati come Panno, Najdorf, Julio Bolbochán, Rossetto, Guimard, Sanguineti, Pilnik, Eliskases… Eppure questo non ostacolò la sua carriera scacchistica, anzi la stimolò e continuò il suo progredire scacchistico fino a partecipare con successo a diversi tornei internazionali e a due olimpiadi: a Lipsia nel 1960 con l’Argentina 7ª classificata, ed a Varna nel 1962, in sesta scacchiera, come seconda riserva (+4 -0 =2), con l’Argentina Medaglia di bronzo (3ª classificata), dietro URSS e Yugoslavia. L’anno successivo (1963) la FIDE gli assegnò il titolo di Maestro Internazionale.
Abbastanza curiosamente Foguelman preferiva di gran lunga il gioco agonistico allo studio mnemonico delle aperture, un argomento che affermava di non conoscere (!?); in questa partita del 1960 contro Fischer è presente lo stile del Foguelman giocatore.
Inoltre non possiamo dimenticare che lui è stato anche un valido autore, pubblicando tre libri: “Ajedrez de Lujo” (Scacchi di lusso), un’opera del 1978 in cui le partite minuziosamente selezionate privilegiano la bellezza sottile, delicata.

“Damas cazadas” (Le donne in gabbia) del 1988 ci mostra che talvolta la donna è lasciata in presa anche dai grandi giocatori.
“Damas Cazadas”, copertina e frontespizio con dedica dell’autore
E “Selección de sus finales artísticos (período 1984-2007)”, un opuscolo di 46 pagine dove il lettore trova 42 Studi (tutti composti da Foguelman) gradevoli e ben commentati.

È proprio su questo punto che voglio soffermarmi, cioè sull’altro volto del Maestro: il Foguelman studista.
Il suo stile compositivo, secondo il Professore Zoilo Caputto “El arte del Estudio de ajedrez” Vol. II), era “equilibrato, logico ed anche brillante”.
Di certo era l’uomo capace di strappare un sorriso o di sorprendere qualcuno grazie alle inaspettate combinazioni che scaturivano dal suo meraviglioso universo creativo.
Il caso ha voluto che un paio di studi da me composti, arrivassero nelle mani del Maestro che, ovviamente, trovò delle inesattezze, mancanza di rifinitura, ecc. Devo chiarire che eravamo in contatto tramite lettera e non ricordo cosa risposi, comunque qualcosa di me dovette piacere a Foguelman, giacché inaspettatamente divenni suo alunno (almeno io l’ho sentito così). Tra di noi ci siamo detti poco, brevi battute, il minimo per stabilire un rapporto amichevole al di là degli scacchi. Fortunatamente ancora oggi conservo quasi tutte le lettere, con le sue valide opinioni finalizzate alla correzione dei miei lavori, con le quali posso di tanto in tanto rinfrescare la mia memoria e, come in questo caso, raccontare di quella corrispondenza che sarebbe durata, seppur con alcune interruzioni, parecchio tempo.
Ecco la prima lettera con le indicazioni per correggere uno dei miei studi.

Daniel Perone
Finales y…Temas nº 39, 2006
Il Bianco Muove e patta
Adesso, a mo’ di saluto, vi presento l’altra faccia della stessa medaglia (voglio dire, una vera composizione): questo si che è uno studio che presenta una giungla di combinazioni all’interno di uno schema semplice ed equilibrato.
Alberto Foguelman
II Premio Die Schwalbe, 1999-2000
Il Bianco Muove e patta
Daniel Perone è nato a Moquehuá, un paesino delle Pampas, nel 1952. Insegna Educazione Fisica nella scuola media. Da sempre interessato agli scacchi: giocatore attivo a tavolino e per corrispondenza fino agli anni ’90 quando è passato dall’agonismo alla composizione. E’ socio vitalizio di LADAC (Liga Argentina de Ajedrez por Correspondencia) e socio onorario dell’API (Associazione Problemistica Italiana). Ha scritto il libro “El otro ajedrez” e l’e-book “Pensieri in bianco e nero”, una rassegna degli articoli scacchistici pubblicati su Rivista Scacchi, Sinfonie Scacchistiche e le Newsletter ASIAS e ASIGC.