L’Ami: “I finali di torre saranno anche patti, ma sono difficili!”
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Erwin L'Ami a WaZ 2023 (Jurriaan Hoefsmit)
(Uberto Delprato)
“I finali di torre saranno anche patti, ma sono molto difficili da giocare!” Così Erwin L’Ami ha commentato la sua vittoria con il Nero contro Alexander Donchenko, il futuro vincitore del Tata Steel Chess Challenger che si è chiuso qualche giorno fa. In effetti il modo con cui è riuscito a costringere il tedesco alla resa è abbastanza difficile da immaginare guardando la posizione dopo la 51ª mossa del Bianco. Eppure, anche nei finali di Torre serve inventiva, volontà di vincere e capacità di porre problemi all’avversario, oltre ovviamente a tanta tecnica.
Siamo al nono turno del torneo e Donchenko è saldamente in testa, seguito da vicino dal turco Yilmaz. La patta con L’Ami, un esperto GM che ha giocato più volte il torneo Masters, gli è tutt’altro che sgradita e per cercare di raggiungerla ha deciso di entrare in un finale di Torri con un pedone in meno, fiducioso che, come si dice sempre, “Tutti i finali di Torre sono patti“. Se questo adagio si è dimostrato vero per Keymer in ben due partite consecutive, dove non è riuscito a concretizzare contro Abdusattorov e Van Foreest vantaggi vincenti, qui L’Ami si dimostra giocatore di tecnica superiore.

Alexander Donchenko – Erwin L’Ami
Tata Steel Chess Challenger 2023, 9° turno
Wjik aan Zee, 24.01.2023
Il Nero sembra avere qualche chance di vittoria perché il Re bianco è dietro al pedone b e abbastanza lontano dal centro della scacchiera, ma il fatto che la Torre nera sia davanti al proprio pedone rende in realtà complicata la realizzazione del possibile vantaggio. Vediamo due strade che non portano a nulla.
L’Ami decide quindi di migliorare come prima cosa la posizione del suo Re avanzando il pedone f e aspettare di vedere come deciderà di organizzare le proprie forze Donchenko.
La partita è proseguita con:

Insomma, questi finali di Torre richiedono certamente molta tecnica, ma anche un approccio strategico che, cercando di ottenere le posizioni di base di patta o di vittoria, permetta di escogitare manovre altrimenti impossibile da concepire. E se l’avversario abbassa la guardia o pensa solamente alla tecnica, può sottovalutare i pericoli e, come è successo a Donchenko, finire anche per perdere.