Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Le sfide dimenticate del 1949

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Bologna, maggio 1949 – Un torneo di selezione nazionale nel salone del Palazzo del Podestà

(Riccardo Moneta)
Oggi quando si parla di competizioni di scacchi si parla di tornei internazionali, ad ogni livello, da quelli dei grandi sponsor e per grandi campioni a quelli organizzati per tutti dai circoli cittadini e dalle federazioni nazionali. Cioè si parla di iscrizioni, di tesseramenti, di premi e promozioni. Poi si parla di un fitto calendario internazionale (juniores, seniores, a squadre) che consente ben poche pause. Si parla, insomma, di scacchi ma anche di denaro.

[Bologna, maggio 1949 – un torneo di selezione nazionale nel salone del Palazzo del Podestà]

Negli anni dell’immediato dopoguerra (ma anche prima non era troppo diverso) il movimento scacchistico, nazionale e non, si poggiava invece molto sulle sfide, ai nostri tempi ormai quasi del tutto dimenticate (mondiale a parte, che inopinatamente ancora resiste). Erano sfide fra circoli o Dopo-lavori della stessa città, oppure sfide fra due città. Milano e Torino s’incontrarono varie volte già fra le due guerre, e poi La Spezia-Pisa, Monza-Milano, Monza-Sesto San Giovanni, Cento-Bologna, Treviso-Venezia, Torino-Parma, Udine-Venezia, eccetera …. Ma c’erano anche sfide fra due regioni o fra due nazioni. Erano tutte sfide dal sapore dilettantistico, condite soprattutto dal gusto e dalla passione per il gioco.

Il 3 aprile del 1949, ad esempio, ci fu un incontro fra Lombardia ed Emilia, nel giugno un altro tra Emilia e Toscana. Di norma queste sfide cittadine e regionali avvenivano in un sol giorno del fine settimana, e vedevano schierate due formazioni molto numerose, fino a 20 giocatori per squadra, ed ogni giocatore ne affrontava uno dell’altra squadra in una sola partita.

Non si trattava affatto di manifestazioni minori, organizzate per le “seconde linee” del circolo o della città, in quanto vi prendevano sempre parte alcuni fra i migliori italiani. Infatti tali sfide erano soprattutto rappresentative dello spirito di appartenenza ad un circolo o ad una più ampia collettività territoriale e della conseguente sana rivalità che naturalmente ne scaturiva.

Ecco così che la Lombardia nel ’49 schierava nelle prime due scacchiere i suoi Monticelli (0) e Ferrantes (1) contro la Emilia (però vincitrice per 11,5 a 8,5) di Enrico Paoli (1) e Cenni (0).

Ecco che la Toscana si presentava con il campione italiano Vincenzo Castaldi e la campionessa Clarice Benini, oltre a vari nomi all’epoca ben noti in campo nazionale quali Obolensky, Gabinara, Matteucci, Mondaini, Beggi e un giovanissimo Scafarelli. Per inciso, questa sfida fu largo appannaggio dei toscani (13 a 7, con Castaldi vincitore in prima scacchiera su Norcia).

Szabados-Foltys
Szabados-Foltys

Altre competizioni vedevano incrociarsi, su 10 o più scacchiere, città del Nord Italia e confinanti città estere. A Lugano (ottobre ‘48), sotto la direzione del maestro Ferrantes di Milano, il risultato fu 9 a 4 per Lugano su Como. Udine sconfisse Klagenfurt 12 a 8 (a/r su 10 scacchiere, giugno ‘49), nonostante il 2-0 del forte Robatsch in prima su Baldanello. In aprile a Nizza un’agguerrita squadra locale superava Torino, invano rinforzata da Paoli, per 6,5 a 3,5, mentre a Milano la S.S.Milanese travolgeva (8,5-1,5) la Scacchistica Lugano, che si vendicava ampiamente (9-1) pochi giorni dopo contro il C.S. Bergamo.

In campo internazionale (ovviamente parliamo qui della sola Europa) accadeva altrettanto. E poi c’erano le sfide principali, quelle amichevoli fra nazionali, fino a 10 scacchiere e con andata/ritorno.

Ancora puntando i riflettori sugli anni 1948 e 1949, troviamo a Vienna un 13 a 7 della Cecoslovacchia (aprile ’49, prima scacchiera Foltys 1,5/2) sull’Austria (prima scacchiera Lokvenc); un rotondo 10 pari a Bruxelles, giugno ’49, fra Belgio e Francia, un 18 pari a Bucarest, marzo ’49, fra Romania e Bulgaria; un altro 10 pari a Londra (settembre ’48) fra l’Inghilterra di Broadbent e Golombek e l’Olanda di Euwe (1,5/2) e Van Scheltinga (2/2).

A gennaio ’49, a Katowice, si ebbe un 14 a 6 della Cecoslovacchia di Foltys (2/2), Pachman (1/2) e Kottnauer (2/2) sulla Polonia. In marzo a Zagabria l’Austria fu surclassata (16,5-3,5) dalla fortissima Jugoslavia di Gligoric, Pirc, Trifunovic, Rabar, Vidmar, Puc, Milic, Kostic, Djaja e Nedeljkovic. La Jugoslavia il mese dopo, a Lubiana, si sbarazzava altrettanto facilmente anche della Svizzera (17,5-2,5).

Kottnauer-Paoli
Kottnauer-Paoli

In luglio la Cecoslovacchia di Pachman e Sajtar piegava di misura (9,5-8,5) a Sofia i padroni di casa della Bulgaria, mentre a Varsavia l’Ungheria di Szabo (2/2), Barcza (1/2) e Benko (2/2) prevaleva largamente (17,5-6,5) sulla Polonia. In settembre infine, l’Olanda di Euwe (1,5/2) e Cortlever (1,5/2) superava ad Amsterdam l’Inghilterra di Alexander e Broadbent per 12,5 a 7,5.

Quando era meno facile incontrarsi tutti quanti, allora si rimediava organizzando dei “Radio-match”: nel settembre 1948 fu 4 a 4 tra la Francia (Bernstein, Tartakower, Rossolimo, Raizman, Betbeder, Boutteville, Seneca, Chaude) e gli Stati Uniti (Fine, Ed.Lasker, Horowitz, Kashdan, Hanauer, Collins, Faucher, Gresser), con 8 patte e una vittoria di Rossolimo e Kashdan.

Canal-Szabo
Canal-Szabo

Nel 1949 l’incontro a squadre più rilevante in Europa fu però quello fra Mosca e Budapest. Diviso in due fasi, la prima si svolse a Budapest dal 5 al 17 marzo, la seconda a Mosca dal 2 al 15 aprile. Mosca schierava Kotov, Bronstein, Smyslov, Averbach, Flohr, Lilienthal, Simagin e Ragozin: una supersquadra! Budapest si doveva accontentare di Szabo, Benko, Barcza, Florian, Gereben, Vajda, Szily e Tipary.

Ogni giocatore doveva incontrare tutti gli otto della squadra avversaria, pertanto si ebbero in tutto 64 partite all’andata e 64 al ritorno, un vero tour de force! Parvero gli ungheresi inizialmente reggere, perché dopo tre turni si era sul 12 pari. Poi emerse prepotente la superiore classe dei sovietici, che conclusero a Budapest la prima fase sul 38 a 26 e misero sotto letteralmente gli ungheresi a Mosca con un eloquente 48,5 a 15,5.

I migliori tra i sovietici furono Kotov e Smyslov (12,5 su 16), seguiti da Simagin (12) e Bronstein (11,5). Per rimarcare la differenza basta ricordare che l’ultimo dei sovietici, Ragozin (9), ottenne comunque un risultato migliore del primo degli ungheresi, Benko (7,5)!

Ai nostri giorni un incontro come quello del ’49 fra Mosca e Budapest sarebbe improponibile, proprio per gli impegni e gli obiettivi del tutto diversi dei giocatori (e delle rispettive squadre e federazioni di appartenenza) dei nostri tempi.

L’epoca del dilettantismo e delle sfide di squadra, piaccia o non piaccia, è ormai passata per sempre.

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