Uno Scacchista

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Amarcord: Kortschnoj al Festival di Bratto 1998

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(Adolivio Capece)
Anteprima
Torneo “Scaccomatto”, Torino 1998
La manifestazione venne inaugurata da una apprezzata esibizione in simultanea di Viktor Kortschnoj, che a differenza di quanto annunciato in precedenza non prese poi parte al torneo per l’imprevista sopraggiunta concomitanza con lo Zonale di Dresda, organizzato quasi all’improvviso e valido come qualificazione al Mondiale.

E a Dresda, classificandosi al terzo-sesto posto ex aequo, Viktor ha poi conquistato la qualificazione per il Mondiale (a eliminazione diretta) disputato a Las Vegas a fine 1998.

Permettetemi una digressione per ricordare che “Scaccomatto” fu il nome di una serie di eventi biennali che per una ventina di anni fecero di Torino una vera capitale degli scacchi: il culmine, come noto, fu la splendida organizzazione delle Olimpiadi degli Sacchi del 2006.
Magnificamente organizzati da Michele Cordara i tornei della serie “Scaccomatto” accanto alla competizione agonistica prevedevano mostre, convegni, proiezione di film, rappresentazioni teatrali.
E la partecipazione di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo: per esempio proprio nel 1998 venne organizzato un convegno che vide tra i relatori Luciana Littizzetto e la tenne a battesimo al suo esordio come attrice comica.

Kortschnoj al Festival di Bratto
Dopo il forfait di Kortschnoj al torneo di Torino, pochi credevano davvero che a fine agosto il ‘terribile Viktor’ avrebbe giocato il Festival di Bratto; tanti pensavano che una scusa per non venire all’ultimo momento l’avrebbe trovata.
Per di più il compianto GM croato Miso Cebalo, ospite quasi abituale di Bratto e spesso vincitore o almeno sul podio del torneo, aveva detto: “Viktor è una leggenda vivente per gli scacchi ed è rarissimo che giochi open di questo tipo.” E invece …

E invece nel pomeriggio del 21 agosto, giorno prima dell’inizio del torneo Magistrale, mentre eravamo seduti a chiacchierare sulla terrazza dell’hotel Milano, un taxi si fermò e il tassista scese, ci vide e chiese “Si gioca qui un campionato di scacchi?”. Alla risposta affermativa spiegò: “Ho portato un signore, è straniero, dice di essere stato invitato … e soprattutto ha detto che il costo della corsa sarebbe stato pagato dall’albergo!
Era arrivato Viktor Kortschnoj!!

Il tassista, mentre veniva pagato, raccontò che “Quando questo signore è salito sul taxi mi ha detto che non ricordava dove doveva andare, ma che sapeva che sarebbe stato alloggiato in un hotel 4 stelle. E per quel che ne so io l’unico 4 stelle di queste valli è qui a Bratto!”.

Grande festa dunque per l’arrivo del ‘terribile Viktor’ e subito tutti a dare l’annuncio: dal giorno seguente sarebbe stato protagonista del torneo!
Ricordo ancora l’emozione di Gianpietro Pagnoncelli, allora non ancora presidente della Federazione (presidente era Alvise Zichichi (*) – NdR) ma infaticabile organizzatore della manifestazione, manifestazione che – nonostante le molte concomitanze – superò i 200 partecipanti complessivi.
E a proposito di concomitanze si venne poi a sapere che Kortschnoj aveva rinunciato a partecipare ad un torneo ‘chiuso’ in Svezia per mantenere la parola data di giocare a Bratto: parliamo subito di questa promessa, che mi coinvolse personalmente.

Kortschnoj lo ribadì nella cena in suo onore a fine torneo: “Sono stato molto bene qui a Bratto” affermò, con grande soddisfazione degli organizzatori. “Sono venuto a giocare qui perché lo avevo promesso al signor Capece”.
Ammetto che in quel momento sentii su di me gli occhi di tutti: poche delle persone a tavola conoscevano l’antefatto e i motivi della promessa di Kortschnoj.
Cosa era successo? In sintesi: era successo che avevo incontrato Kortschnoj l’anno prima e gli avevo fatto una specie di ‘servizio fotografico’.
Gli avevo inviato le foto più significative e lui aveva subito risposto ringraziando e inviandomi una partita da lui stesso commentata (pubblicata sul numero di agosto del 1997 de L’Italia Scacchistica di cui all’epoca ero il direttore)!

Qualche tempo dopo mi aveva scritto di nuovo chiedendomi il negativo della pellicola per poter fare degli ingrandimenti (ricordo tra parentesi, che all’epoca non c’erano ancora le macchine fotografiche digitali e non c’erano i telefonini: beh, non per niente eravamo nel secolo scorso!).
Nella lettera aveva scritto: “sono disposto a pagare qualunque cifra o mi impegno a soddisfare qualunque sua richiesta”.
Rinunciai a diventare ricco e gli proposi invece di venire a giocare il Festival di Bratto: lui aveva accettato e aveva mantenuto la parola data!

Non vinse il torneo, ma questo non lo turbò più di tanto. Ma vediamo l’andamento della gara, rileggendo quanto scrissi su L’Italia Scacchistica.

Hoogovens 1995, foto di Rob Croes

Un po’ di cronaca
Pochi probabilmente ci credevano davvero, ma quando Viktor Kortschnoj si è seduto in prima scacchiera ed ha stretto la mano al suo primo avversario (per la cronaca il salernitano di origine lucane Duilio Collutiis) un attimo di commozione ha pervaso la sala gioco. Emozionatissimo Gianpietro Pagnoncelli. /…/

Il torneo si è rivelato subito molto duro per i giocatori più forti (8 i GM in gara più una WGM) e molto combattuto.
Lo stesso Kortschnoj per superare Collutiis e più tardi il nostro bravissimo Michele Godena doveva sfoderare tutta la sua esperienza.
Comunque dopo 4 turni Kortschnoj restava solo al comando.
Colpo si scena al quinto turno: Kortschnoj, in posizione patta, forza contro il GM ungherese Ivan Farago e viene sconfitto! Il torneo si riapre.
Sesto turno: Viktor, superando lo sloveno Grosar, torna al comando insieme a Gurevich, che gioca sotto bandiera USA, e a Giulio Borgo, che nel frattempo ha sconfitto i GM Cebalo e Gofshtein, israeliano, e pattato con Farago.
Così al settimo turno è proprio Giulio Borgo a sedersi in prima scacchiera di fronte al ‘terribile Viktor’. Dopo una lotta bellissima appassionante, l’azzurro conclude positivamente costringendo l’avversario alla patta.
Un risultato importantissimo per Borgo, a quel punto ad un passo dalla seconda norma GM.

Al penultimo turno inatteso giunge il decisivo colpo di scena: Kortschnoj, che gioca sempre per vincere, non accetta la patta con Gurevich, forza, sbaglia e perde! Così Gurevich e Gofshtein si ritrovano soli in testa con un punto di vantaggio e l’incontro diretto da giocare nella nona e ultima partita (la partita finì patta dopo poche mosseNdR).
Una beffa per Kortschnoj che si vide quindi tagliato fuori matematicamente dalla vittoria. /…/

Ritorno a casa
Alla fine Kortschnoj sarà terzo ex aequo, Borgo conquisterà la seconda norma GM e l’allora romano Fabrizio Bellia la prima IM.
Finito il torneo è ora di tornare a casa.
Kortschnoj doveva andare a prendere il treno, così io e mia moglie ci offrimmo di accompagnarlo in auto alla stazione di Bergamo.
Durante il viaggio il ‘terribile Viktor’ fu molto cordiale, ci raccontò diversi aneddoti, poi alla domanda di mia moglie su come è la vita per un professionista di scacchi, rispose sorridendo:
per fare il professionista di scacchi e vivere bene c’è una sola possibilità: avere una moglie molto ricca!”.

Bratto 1998 – Classifica finale:
1-2. D.Gurevich e Gofshtein 7/9  3-8. Farago, Borgo, Kortschnoj, Barbero, Godena ed Efimov 6,5  9-13. Bellia, Grosar, C.Rossi, Belotti e Mauro 6  14-22. Bancod, Drazic, Arlandi, Cebalo, Braghetta, Manca, Belakovskaia, Molina e Mione 5,5 (82 partecipanti).


(*) nell’immagine sotto il titolo (da l’Italia Scacchistica): Palladino, Kortschnoj, Zichichi e Capece a Bratto 1998.

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