Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Mikhail Mukhin, il maestro kazako che spostava il pedone da ‘f2’ a ‘f6’

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(Riccardo Moneta)
Mikhail Aleksandrovic Mukhin nacque il 19 febbraio 1948 ad Almaty (in passato meglio nota col nome russo di Alma-Ata), la più popolosa città del Kazakistan. Il padre di Misha era un ingegnere minerario, ma non da lui bensì dalla madre il piccolo Misha a 6 anni apprese il gioco degli scacchi.

La mamma avrebbe preferito per lui un futuro nel campo della musica (il bambino suonava molto bene la fisarmonica), ma a prevalere fu la sua passione scacchistica, esplosa allorché la famiglia si trasferì nel 1958 a Kemerovo e quando Mikhail fece il suo ingresso nel locale circolo scacchistico. I progressi furono rapidi (per quei tempi, quando certo non si diventava GM a 15 anni) e nel 1963 divenne candidato maestro nel campionato a squadre del Kazakistan. Da quel momento bruciò le tappe e nel 1965 vinse il campionato giovanile dell’URSS.

Si era intanto trasferito a Mosca, dove si diplomava all’Istituto di educazione fisica. Nel 1970 vinceva il Campionato di Mosca, divenendo maestro; poi si qualificò per la semifinale del Campionato sovietico, che superò entrando nel tabellone del Campionato assoluto del 1972, che si svolse a Baku. Ma intanto brillò nell’importante torneo di Sukhumi, giungendo quarto alle spalle di Tal, Savon e Taimanov, ma precedendo campioni del calibro di Beljavsy, Kholmov, Hubner e Gufeld.

Ed eccoci a Baku. In mezzo a tanti ben noti Grandi Maestri non era sicuramente tra i favoriti, ma il debuttante sorprese tutti, classificandosi al 3°-5° posto con Vladimir Savon e Gennady Kuzmin, appena dietro Mikhail Tal e Vladimir Tukmakov. Dal momento che dal Campionato sovietico erano previsti 4 posti di ammissione al Torneo Interzonale, fu deciso di far giocare (nel 1973) uno spareggio a tre, con 4 partite a testa. Mukhin perse e poi vinse con Savon, ma non riuscì a piegare il solido Kuzmin in due partite lunghe 113 e 60 mosse. Ancora parità, pertanto. Prevalse, non senza polemiche, la regola dello spareggio tecnico ottenuto nel Campionato, e qui gli altri due ebbero la meglio su Mukhin, che così restò fuori (o fu fatto fuori?) dalla corsa al mondiale.

Ai nostri tempi basterebbero questi risultati del 1972-73 per conquistare il titolo di Grande Maestro. Allora era però meno facile, e Mukhin si guadagnò definitivamente il titolo di Maestro Internazionale solo nel 1974, col terzo posto al torneo di Decin (allora Cecoslovacchia). E’ del 1975 il successo al Memorial Khodzhaev, punti 10 su 15 con 7 partite vinte, 6 patte e due perse. E qui ebbe praticamente termine la sua carriera, soffrendo lui purtroppo di un male incurabile. Negli ultimi mesi del suo percorso scacchistico operò come allenatore. Un aneurisma cerebrale gli tolse la vita il 4 maggio del 1977, all’età di 29 anni.

Mikhail Mukhin sarebbe stato probabilmente già dimenticato (come forse lo è fuori dalla Russia, e definitivamente, fra i meno giovani) se non fosse per un ponderoso volume, contenente circa 300 sue partite, 50 delle quali commentate, pubblicato nel 2013 e curato dal GM Anatoli Vaisser (o Vajser, G.M. sovietico, oggi francese, conterraneo di Mukhin) insieme ad altri, con la prefazione di Anatoly Karpov.

Il titolo di questo libro era: “Incompiuto, poco conosciuto… Mikhail Mukhin”.

Leggiamo, appunto, alcune parole dell’ex campione del mondo:

“ … Misha Mukhin fu una meteora all’orizzonte degli scacchi, ci lasciò troppo presto quello che fu per me un buon amico fin dall’infanzia. Era una persona brillante e i miei ricordi di lui sono sempre molto vivi. Incontrai Misha per la prima volta al campionato studentesco dell’URSS nel 1965: io avevo meno di 14 anni e Misha quasi 17. Tre anni a quell’età sono un’enorme differenza, io avevo appena iniziato a crescere, mentre Mukhin era già un giocatore abbastanza esperto, e in quel Campionato si classificò al primo posto giocando con stile brillante. Misha aveva uno spirito altruista, era una persona sempre pronta ad aiutare; noi eravamo uniti anche dal fatto che siamo cresciuti lontano dai grandi centri di scacchi: io negli Urali, lui in Kazakistan, ed eravamo in gran parte entrambi autodidatti. Ci incontravamo regolarmente nelle competizioni giovanili, individuali e di squadra, tenutesi in diverse parti del nostro Paese, fino a divenire davvero amici nell’estate del 1966, quando entrambi facevamo parte di una delegazione sovietica diretta a una competizione giovanile a Stoccolma. A proposito, allora viaggiò con noi il futuro grande maestro Anatoly Vajser, autore e compilatore di questo libro dedicato alla memoria del nostro comune amico. 

Per un paio d’anni frequentai la Facoltà di Matematica dell’Università Statale di Mosca. Poi mi resi conto che era difficile conciliare gli scacchi con studi seri di matematica e allora mi trasferii alla Facoltà di Economia dell’Università di Leningrado. Ma nell’anno che trascorsi a Mosca, intorno al 1969, incontravo Misha più di una volta per esercitarmi un po’ a scacchi, soprattutto per giocare blitz, cosa che entrambi adoravamo follemente. Lui lì studiava Educazione Fisica e viveva in un ostello in via Kazakova (vicino alla stazione Kursky), dove andavo regolarmente a trovarlo. Le nostre battaglie sulla scacchiera spesso si trascinavano molto dopo mezzanotte… In genere i risultati erano a mio vantaggio, ma Misha giocava sempre in modo molto energico, intraprendente, ed era un degnissimo avversario; oltretutto non ricordo un momento in cui non avesse voglia di blitz, era sempre pronto a giocare! Ciò che da lui soprattutto mi faceva molto piacere sentire, provenendo da un compagno di me più anziano, era, nelle conversazioni con gli amici, la sua convinzione, più volte espressa, che io sarei diventato un Campione del mondo. Era il 1969 ed ero appena diventato campione del mondo… tra i giovani!”.

E leggiamo ora cosa ha voluto scrivere Anatoly Vaisser:

“ … il destino ha voluto che diversi anni fa la famiglia e gli amici di Mikhail Mukhin s’incontrassero e decidessero di creare un libro-monumento sulla sua vita breve ma sorprendentemente luminosa e movimentata. Ho avuto l’onore di diventarne l’autore-compilatore. Molti amici di Misha hanno risposto volentieri alla richiesta di scrivere ricordi su di lui … Per anni il padre di Misha, Alexander Nikolaevich, ha raccolto e incollato con cura tutti i ritagli di giornale in cui veniva menzionato il figlio. La mamma Dina Samuilovna ha conservato con cura questi fogli, così come l’intero archivio di partite di Misha, archivio che dopo la morte nel 2010 di Dina, fu ereditato dalla sorella di Misha. Lei mi ha donato parte dell’archivio, e tanti vecchi appunti che hanno trovato vita tra le pagine di questo libro, oltre a quasi duecento sue intere partite, trascritte su ingialliti formulari. Ricordiamoci che solo una picccola parte delle partite di questo talentuoso giocatore di scacchi è inclusa nei moderni database.

I grandi maestri Vladimir Dobrov, Sergei Zagrebelny, Konstantin Landa e il maestro internazionale Ivan Smykovsky hanno dato il loro contributo per i commenti. Una importante mano è arrivata dalla piccola ma preziosa brochure “Il giocatore di scacchi Mikhail Mukhin” (autori i grandi maestri Bulat Asanov e Leonid Yurtaev), pubblicata ad Astana nel 2001 con una tiratura di sole 500 copie. Mille grazie a tutti coloro che hanno partecipato alla creazione di questo ricordo di Mikhail Mukhin!”

Chiudo con un paio di curiosità. Vaisser ad un certo punto racconta questo curioso aneddoto:

“Misha ha sempre avuto alcuni suoi idoli. Fra questi in particolare Morphy, Alekhine e Capablanca. Un giorno vado a casa a trovarlo. Con entusiasmo lui mi trascina davanti alla scacchiera, mi mostra una posizione e mi chiede di proporre una mossa.

– Penso che col Bianco potrei spingere il pedone da f2 a f4.

– Caro Anatoly, secondo Capablanca noi dobbiamo pensare per “piani di gioco” e non per singola mossa; infatti Josè Raul, mostrando la partita ai suoi allievi, in questa posizione spostò il pedone da f2 direttamente in f6!

Anatoly Karpov e Anatoly Vaisser (2013)

L’altra curiosità è che, non disponendo io di una partita di quelle amichevolissime giocate fra Mukhin e Karpov (in realtà non possiedo quel libro), ve ne posso mostrare un’altra (una miniatura simpatica) giocata fra Mukhin e … Polikarpov!

Polikarpov – Mukhin
URSS 1974

Troppo breve questa partita, così come troppo breve la carriera del povero Mikhail Mukhin. Com’è scritto da qualche parte nell’Antico Testamento: “I giorni dell’uomo durano come l’erba, fioriscono come un fiore di campo: appena il vento lo investe, scompare e non lascia traccia”.

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