PRO-League, un formato interessante
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(UnoScacchista)
Domenica 26 Marzo si è conclusa la prima edizione della Professional Rapid Online (PRO) League. Il torneo, ospitato dalla piattaforma chess.com, ha visto i team di 48 città da tutto il mondo incontrarsi in una serie di match rapid giocati via internet.
Il formato di gioco e le regole di partecipazione sono ben studiate per rendere gli incontri (e quindi il torneo) interessanti ed equilibrati. Ogni team schiera 4 giocatori per incontro, selezionati tra tutti i suoi membri (al massimo 10), con due clausole fondamentali: 3 dei 4 giocatori devono essere “locali” (perchè residenti nelle vicinanze della città o perchè con chiari legami con la città – ad esempio averci vissuto a lungo) e la media del punteggio Elo dei 4 giocatori schierati non deve superare la soglia di 2500.
Questi vincoli lasciano spazio a diverse strategie nella scelta dei giocatori sulle 4 scacchiere, perchè avere in lista, ad esempio, Carlsen obbliga poi a schierare una quarta scacchiera con Elo molto basso, mentre schierare 4 giocatori di punteggio simile garantisce maggior uniformità di risultato. Già perche ogni match si svolge in quattro round, quindi ogni giocatore gioca contro tutti i giocatori della squadra avversaria.
La partecipazione è stata molto numerosa e qualificata con più di 100 GM, tra cui Carlsen, So, Caruana, Vachier-Lagrave, Nakamura, Giri e Mamedyarov, che hanno participato in squadre dai nomi molto fantasiosi: dai “Riga Magicians” ai “Marseille Migraines”, dai “Montreal ChessBrahs” ai “Pittsburgh Pawngrabbers”.
Le squadre sono state organizzate in 4 “divisioni” (Atlantico, Pacifico, Centrale, Orientale) che, dopo 7 turni di match iniziati l’11 di Gennaio, hanno prodotto 6 squadre qualificate per i playoff. Le 24 squadre rimanenti hanno poi affrontato 2 turni di playoffs per qualificare ai turni finali 2 squadre per divisione.

Le rimanenti 8 squadre hanno giocati i quarti di finale, le semifinali e il match di finale, che si è svolto, come detto, il 26 di Marzo.
Dopo due match di semifinale incertissimi e conclusi entrambi agli incontri blitz di spareggio, la sfida finale è stata tra i “St. Louis Archbishops” guidati da Wesley So (che aveva sconfitto i “Montreal ChessBrahs” di Fabiano Caruana) e i “Norwey Gnomes” capitanati da Magnus Carlsen (che aveva avuto la meglio sugli “Stockholm Snowballs” con Georg Meier in prima scacchiera).
In finale, i sorprendenti norvegesi non hanno potuto schierare la loro formazione migliore (che aveva vinto in semifinale) perchè sia Hammer che Tary erano occupati in un altro torneo e gli “Arcivescovi” di Saint Louis hanno avuto il sopravvento dopo un match comunque molto combattuto.
Strada facendo, Carslen ha sconfitto So in una partita da lui stesso definita “decente” (il che significa corretta), ma il numero 2 al mondo si è consolato non solo con la vittoria nel torneo, ma anche con la vittoria nella classifica individuale, registrando la percentuale più alta di punti nell’interno torneo.

Ecco la squadra vincente, tra cui fa piacere trovare il nostro Francesco Rambaldi, trasferitosi nel 2016 a Saint Louis, dove studia Economia presso la Saint Louis University.
A me il formato del torneo è piaciuto molto e gli incontri di semifinale e finale hanno riservato sia belle partite sia quell’incertezza sul risultato finale che fa sempre piacere da spettatori. Lo ritengo un buon esperimento, che mi piacerebbe vedere di nuovo nel 2018.
Come potete immaginare, nel totale delle partite giocate (392 solo nella fase finale ad eliminazione diretta) c’è un po’ di tutto e la tattica abbonda. Io vi voglio mostrare invece una vittoria di Carlsen dove di tattica c’è solamente quel minimo che è funzionale alla strategia: una volta si sarebbe parlato di una vittoria “alla Capablanca”, oggi si dice “alla Carlsen” (e qualcuno aggiunge anche l’aggettivo “noioso”). La ritengo un ottimo esempio di come si possa giocare in maniera eccellente anche con solo 15 minuti a disposizione.
Carlsen-Pantsulaia, PRO Chess League 2017, 25 Marzo 2017
Una partita dal sapore particolare, dopo la pesante sconfitta inflitta dal georgiano al Campione del Mondo al Mondiale Rapid 2016 di Doha.
1. Cf3 Cf6 2. g3 b6 3. Ag2 Ab7 4. O-O c5 5. d3 e6 6. e4 d6 7. Te1 Cbd7 8. Cbd2 Ae7 9. a4 O-O 10. Cc4 a6 11. Af4 e5 12. Ad2 Te8 13. Ce3 Af8 14. c4 Ac6 15. Ah3

La posizione è solo apparentemente equilibrata. La differenza la fanno l’attività del Ce3 e dell’Ah3, che dominano le case bianche, differenza molto visibile se i due pezzi sono confrontati con il Cd7 e l’Af8. C’è ancora molta strada da fare, e Pantsulaia tenta subito di contrastare il Bianco con la rottura in b5.
15. … b5 16. axb5 axb5 17. b3 Txa1 18. Dxa1 Da8 19. Cd5 bxc4 20. bxc4 Dxa1 21. Txa1 Ta8 22. Txa8 Axa8

Il Nero ha ottenuto il cambio dei pezzi pesanti mantenendo la struttura pedonale simmetrica, ma è ancora ben lontano dalla parità . L’attività dei pezzi è ancora il fattore discriminante e Carlsen, con la prossima, brillante mossa, lo sottolinea chiaramente.
23. Aa5! Ab7 24. Cd2 Aa6 25. Ad8 Cxd5 26. exd5 Cf6 27. Axf6! gxf6

Altri due coppie di pezzi sono stati scambiati, ma il Nero è ormai in una posizione strategicamente persa: la struttura pedonale è bloccata grazie al blocco sulle case e4 e f5, l’Alfiere campochiaro è praticamente confinato a muovere solo tra le case a6-b7-a8 e l’Alfiere camposcuro non ha nessun obiettivo. A Carlsen basta migliorare ulteriormente la posizione del Re ed attaccare le debolezze dei pedoni d ed h per legare il Nero mani e piedi.
28. Ce4 Ae7 29. Af5 h6 30. Rg2 Rf8 31. Rh3 Rg7 32. Rg4 Ab7 33. Rh5 Aa6 34. f3 Ab7 35. Cf2 Ad8 36. Cg4 Aa5 37. Cxh6 Ac3

Il Bianco ha guadagnato il pedone h6 e mantiene ancora una presa ferrea sulla posizione. Adesso, oltre alla superiorità dell’alfiere campochiaro, la differenza la farà la mobilità del Re. Carlsen, infatti, con un paio di semplici mosse confina il re Nero sul lato di Re, ottenendo mano libera sul lato di Donna, dove l’Alfiere camposcuro del Nero si muove senza nessuno scopo.
38. Ad7 Rf8 39. Af5 e4 40. fxe4 Ae5

Al Bianco non resta che mettere in sicurezza i pedoni sul lato di Re spingendoli in h4 e g4, per poi trasferire il Re in b6, dove andrà a catturare l’Alfiere Nero. Il Nero potrà tentare di impedire al Re Bianco di passare mettendo gli Alfieri in d2 e a6, ma la spinta del pedone in h6 sugellerà lo zugzwang conclusivo, perchè con il Re obbligato a spostarsi in g8/h7, cadrà anche il pedone d6.
41. Rg4 Aa6 42. h4 Ab7 43. Rf3 Aa6 44. g4 Ab7 45. Re2 Aa6 46. Rd1 1-0
Visto? A cosa serve la tattica?
(Tutte le immagini sono prese da Chess.com)