Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

A colloquio con l’arbitro internazionale Giuseppe Buonocore

15 min read

(Riccardo M.)
Giuseppe Buonocore, benvenuto in “UnoScacchista” e grazie di aver accettato di scambiare qualche considerazione con noi. In realtà sono più di “qualche” (sono ben 51 punti!), ma comprenderà che non affrontavamo questo argomento da parecchio tempo. Personalmente l’ultima volta che ho avuto il piacere di intervistare un arbitro di successo fu nel 1983 con il grande Gino Piccinin.

(1) Giuseppe, ci può parlare innanzi tutto un po’ di sé? (quanti anni ha, dove vive, cosa fa nella vita e cosa l’ha spinta a diventare arbitro, se è stato anche giocatore ecc…)  

Ho 56 anni, vivo a Napoli e lavoro in uno studio legale. Mi sono avvicinato al mondo degli scacchi all’età di 20 anni come giocatore, successivamente nel 1995 seguì un corso di Arbitro Regionale e da quel momento in poi ebbe inizio la mia carriera arbitrale anche se ho continuato in modo sporadico a giocare. Il motivo che mi spinse a partecipare al corso di arbitro fu essenzialmente di curiosità.

(2) Quanti tornei internazionali ha diretto in qualità di primo arbitro fino ad oggi e quanti tornei complessivamente?

Come Direttore ho arbitrato circa una trentina mentre da collaboratore molti di più. In totale circa una novantina.

(3) Come si diventa arbitro internazionale?

Il settore arbitrale all’interno della FSI è organizzato dalla Commissione Arbitri Federale ( C.A.F. ) Questa è una commissione composta da cinque membri elettivi che durano in carica quattro anni. La Federazione Italiana prevede un iter articolato per diventare Arbitro Internazionale. Esistono tre categorie nazionali: Arbitro Regionale, Arbitro Candidato Nazionale e Arbitro Nazionale, il passaggio da una categoria all’altra avviene attraverso sessioni di esami dopo due anni di attività trascorsa in ognuna delle categorie; una volta ottenuti la categoria di Arbitro Nazionale si può accedere alla sessione d’esame per Arbitro Fide superata la quale e trascorsi due anni si diventa per nomina Arbitro Internazionale. Questo lungo percorso fa si che nella media i nostri gli Arbitri siano più preparati dei colleghi stranieri.

(4) La FSI, oltre al rimborso delle spese, vi assegna anche un gettone di presenza?

In genere è l’organizzatore del torneo che paga le diarie e i rimborsi spese sostenute dagli arbitri. Tuttavia da qualche anno la Federazione sta pagando le diarie degli arbitri solo relativamente alle Finali dei vari Campionati Nazionali mentre i rimborsi spese vengono ancora addebitati all’organizzatore dell’evento.

(5) Ci perdoni la nostra incompetenza: E’ la FSI/FIDE a contattarvi o siete voi a proporre preventivamente un calendario e dare la vostra disponibilità?

Quando un torneo autorizzato dalla Federazione viene pubblicato sul calendario nazionale in automatico dopo qualche giorno appare sulla piattaforma del settore arbitrale chiamata Dadi e sulla quale diamo la disponibilità; successivamente la CAF nei tempi stabiliti designa gli arbitri

(6) Quanti arbitri internazionali ci sono più o meno oggi in Italia?

Siamo 21 Arbitri Internazionali

(7) E quanti tornei lei mediamente arbitra in un anno?

In media dai tre ai quattro tornei

(8) Qual è l’aspetto più delicato nella direzione arbitrale?

Durante una partita di scacchi gli atleti, a differenza di quello che accade in altre discipline sportive, non scaricano la tensione semmai la accumulano lungo tutto lo svolgimento della partita e questo fa sì che ad un nostro intervento la reazione del giocatore spesso è spropositata. Pertanto la fase più delicata è verso la fine della partita in cui la tensione è davvero alta.

(9) Avete sempre collaboratori in numero sufficiente per far fronte ad ogni situazione?

Il Regolamento del nostro settore prevede un arbitro ogni 70 giocatori, a volte il numero degli arbitri non è sufficientemente adeguato a garantire il corretto svolgimento del torneo.

(10) E’ importante conoscere più lingue o è sufficiente l’inglese per capire e farsi capire da tutti i giocatori?

Certo la conoscenza di più lingue aiuta moltissimo ma per arbitrare un torneo Internazionale è sufficiente conoscere la lingua inglese.

(11) La conoscenza delle regole è sufficientemente diffusa fra i giocatori oppure si dovrebbe fare di più? E a chi spetta il compito di diffonderla maggiormente? Ai circoli o alle istituzioni centrali o a voi arbitri direttamente?

Nei tornei che arbitriamo, capita di constatare che i giocatori indipendentemente dalla categoria che posseggono non conoscono sufficientemente il regolamento. Il che a volte li può danneggiare, mi è capitato di assistere a partite che avrebbero avuto un esito diverso solo se la parte soccombente avesse conosciuto meglio il regolamento. ( ad esempio la regola della corretta richiesta di patta per triplice ripetizione o per le 50 mosse ecc…… ).Speso alcuni Comitati organizzano in collaborazione con ilFiduciario Regionale degli arbitri dei corsi sul regolamento aperto anche ai giocatori.

(12) I regolamenti, a suo parere, sono oggi sufficientemente chiari o esistono zone d’ombra non abbastanza coperte?

I regolamenti in linea generale tendono a coprire tutte le possibile situazioni che si possono verificare durante il gioco lasciando tuttavia una necessaria discrezionalità all’arbitro per meglio modulare la decisione rispetto a casi non espressamente previsti.

(13) Gli arbitri non dovrebbero avere, in alcune casistiche, maggiore discrezionalità, intesa come capacità di saper correttamente/diversamente valutare ogni caso concreto?

Appunto perché i regolamenti non possono prevedere tutti i possibili casi, si lascia all’arbitro una discrezionalità tale da poter risolvere con il buon senso e le necessarie competenze i casi non regolati. Questo principio viene ribadito nella prefazione del Regolamento Internazionale degli Scacchi.

(14) Nel mondo del diritto non si può parlare di dolo se non c’è coscienza e volontà della condotta non regolamentare. Ciò vale sempre anche negli scacchi?

Anche nel regolamento si tiene presente la distinzione tra un’azione commessa con intenzionalità e quella derivante da negligenza tanto è vero che la sanzione da applicare è diversa a seconda delle due ipotesi.

(15) Faccio un esempio: dimentico il cellulare acceso, è giusto che io debba avere partita automaticamente persa o l’arbitro dovrebbe valutare meglio il caso e decidere lui sulla mia buona fede?

Il regolamento fa divieto di introdurre durante una partita dispositivi elettronici pena la perdita della partita o una sanzione diversa meno severa, inoltre aggiunge che il regolamento della manifestazione può prevedere che i giocatori possono tenere tali dispositivi in una propria borsa a condizione che gli stessi siano spenti e autorizzati dall’arbitro. La borsa deve essere posta in un luogo concordato con l’arbitro. Il regolamento prevede però che la sanzione possa essere anche diversa dalla sconfitta, sebbene è consuetudine affermata che nei tornei per norme e titoli Fide ( da 9 turni in su ) la sanzione è la sconfitta della partita.

(16) Ed è giusto attribuire lo 0-1 e quindi avvantaggiare un giocatore che si trova ad incamerare un punto senza averlo meritato? Ma allora teoricamente potrei vincere un torneo vincendo tutte le partire per il trillo del cellulare del mio avversario, no?

La sconfitta è vista come una sanzione disciplinare, può essere paragonata nel calcio al fallo intenzionale commessa in area di rigore. SI per assurdo l’ipotesi prospettata potrebbe verificarsi.

(17) Io proporrei, anziché lo 0-1, un punto di penalizzazione a chi ha infranto il regolamento e l’obbligo, comunque, di giocare regolarmente quella partita. Lei cosa ne pensa di questa mia proposta?

Come precedentemente detto la sanzione ha carattere disciplinare e ‘applicazione della sanzione deve essere relativa alla partita in cui si verifica la violazione.

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(18) Le sono capitati episodi di provato cheating o di infrazione di regole attinenti il cheating? E’ sempre stato semplice prendere una decisione/la migliore decisione?

Fino ad oggi non mi è ancora capitato un episodio del genere. Una decisione comporta sempre l’assunzione di una responsabilità nei confronti dei giocatori e del torneo pertanto bisogna farlo dopo un’adeguata e attenta riflessione.

(19) Per quanto riguarda la lotta al cheating, voi arbitri avete i mezzi più idonei per scongiurarlo o per scoprirlo durante il torneo? Cosa si può fare di più?

Vi è un regolamento dettagliato in cui si prevede quale comportamento si deve assumere in questi casi.

(20) Lei si è mai successivamente pentito di una decisione che, a bocce ferme, ha visto il giorno dopo come sproporzionata (in positivo o negativo) all’evento verificatosi?

Può capitare che una decisione presa in un torneo successivamente sia vista con uno spirito critico diverso da quello che mi aveva portato a prenderla, a quel punto ne faccio esperienza per non ricadere nello stesso errore.

(21) Nei tornei più importanti mi pare che (mi corregga se sbaglio) si attribuisca partita persa dopo appena zero secondi di ritardo dall’avvio. Lei condivide questa regola?

Il regolamento degli scacchi prevede che il bando del torneo deve specificare una tolleranza di tempo da rispettare dopo l’avvio della sessione di gioco, se il bando non prevede ciò il tempo di tolleranza è zero, nel senso che il giocatore perderà la partita se non si trova seduto alla scacchiera quando l’arbitro ha dato inizio alla sessione di gioco.

(22) In altri tornei esiste il divieto di proporre patta prima della mossa 30 o 40. Ci spiega, in tal caso, cosa succede, ad esempio, in caso di ripetizione di mosse intorno al tratto numero 25?

Questa regola detta “ la regola di Sofia “ incide solo sulle patte d’accordo ma non su quelle tecniche come il caso di patta per la triplice ripetizione di posizione o per le 50 mosse. Quindi nel caso in cui si verificasse una patta per la triplice ripetizione di posizione o per le 50 mosse prima della 30 o 40 mosse, la partita va dichiarata patta.

(23) A settembre 2017 il GM canadese Anton Kovalyov ha avuto partita persa a Tblisi nel terzo turno della Coppa del Mondo per aver indossato dei calzoni corti. L’associazione scacchisti professionisti ha poi vivamente protestato, visto anche che nel turno precedente lui, sempre coi calzoni corti, aveva eliminato Anand senza subire squalifica. Lei cosa ne pensa? Il regolamento FIDE, che quello della Coppa del Mondo richiamava, parla soltanto di “aspetto dignitoso”. Cosa è l’aspetto dignitoso e chi lo decide?

La Fide per gli eventi di carattere mondiale, sebbene ancora tutt’oggi non sia vigente un dress code, da tempo invita tutti i partecipanti a questi eventi ad avere un abbigliamento consono alla manifestazione. Non è una bella immagine per gli scacchi vedere i giocatori abbigliati in modo succinto o trasandato. Definire il confine tra dignitoso e non, è arduo ma credo che sia individuabile la differenza tra un vestito inadatto alla situazione e uno non.

(24) E cosa, in particolare, pensa del fatto che in quell’occasione ad intervenire non sia stato l’arbitro bensì l’organizzatore, e cioè Zurab Azmaiparashvili vice-presidente della FIDE?

Negli eventi internazionali l’organizzatore partecipa alle decisioni dell’arbitro, quando queste non sono tecniche.

(25) I giocatori sono per solito sempre corretti/comprensivi/rispettosi nei confronti della direzione arbitrale? Conosce giocatori, italiani e non, particolarmente scorbutici sotto tale aspetto?

In linea generale i giocatori sono sempre corretti, a mia memoria ricordo pochissimi episodi di tensione con giocatori.

(26) Quale atteggiamento prioritario deve tenere un arbitro? Più quello rigido del “polso fermo” o più quello di convincimento e illustrazione del regolamento al giocatore?

Credo che l’arbitro deve mostrarsi autorevole e non autoritario pertanto è preferibile che assumi un atteggiamento di convincimento e disponibilità a spiegare il regolamento, perché è frequente trovarsi di fronte a giocatori che lo ignorano.

(27) Di solito durante un torneo, lei preferisce restare di più nei pressi del tavolo arbitrale oppure muoversi fra i tavoli da gioco anche per evidenziare ai partecipanti la fattiva presenza e controllo dei giudici?

E’ importante dare ai giocatori la percezione che l’arbitro ha il controllo della sala da gioco e pertanto preferisco essere sempre presenti tra i tavoli per prevenire qualsiasi situazione ed intervenire celermente.

(28) Succedono più controversie fra giocatori di categoria magistrale o nelle categorie inferiori?

Se dovessi fare una percentuale sono tendato a dire che il numero maggiore delle controversie sono nei tornei inferiori mentre nelle categorie magistrale sono pochei ma quando capitano sono veramente impegnative.

(29) C’è qualche antipatico trucco che un giocatore smaliziato può adoperare, ai limiti del regolamento od oltre, per distrarre o confondere furbescamente il suo avversario? Magari in zeitnot ?

Un trucco che viene utilizzato frequentemente è quello di muovere i pezzi catturati tra le mani a modo di anti-stress.

(30) Non crede che in questo momento si sia troppo attenti alla eventualità di episodi di cheating e troppo poco attenti a quel mercanteggiamento di punti e partite che invece non fa che propagare la disonestà e la convinzione che “così fan tutti” e quindi “posso farlo anch’io”?

Mentre contro il cheating noi arbitri siamo attrezzati a combatterlo per i casi di “mercanteggiamento” delle partite non abbiamo strumenti efficaci per poter intervenire.

(31) Il tentativo di alterare il regolare risultato di una partita (mercanteggiando) è, se accertato, per lei suscettibile di pena o bisogna provare l’effettiva avvenuta alterazione del risultato?

Nel caso di “mercanteggiamento“ delle partite dobbiamo avere delle prove, anche perché può capitare che un forte giocatore si possa trovare in una fase negativa e perdere o pattare delle partite con giocatori meno forti di lui, questo non è indice necessario di mercanteggiamento.

(32) Nell’uno o nell’altro caso, lei è propenso per una pena molto severa ed esemplare (esempio: squalifica per un anno o più)?

Vede l’attività agonistica negli scacchi è molto più lunga ( si può giocare fino ad età avanzata ) di quella che si verifica negli altri sport, pertanto credo che la sospensione debba essere abbastanza lunga.

(33) Il compito principale di un arbitro è più l’inflessibile applicazione del regolamento o più la valutazione della rispondenza dei regolamenti alle specifiche realtà nuove che di volta in volta si presentano e mutano?

L’arbitro deve avere la capacità di applicare con atteggiamento critico il regolamento e non pedissequamente. Quindi prima di intervenire deve conoscere bene il contesto in cui si verifica il fatto.

(34) In questo secondo caso, le è accaduto di segnalare alla FSI casistiche non coperte al meglio e relativi suggerimenti per modificare o implementare le regole in essere?

I regolamenti sono in continuo aggiornamento appunto perché non prevedono tutti i casi possibili che si verificano. Spesso noi arbitri ci riuniamo per discutere casi non regolamentati per poi presentare una proposta di modifica del regolamento alla FIDE, attraverso il nostro rappresentante ufficiale con la Fide.

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(35) Le è mai capitato di intervenire da capo-arbitro per modificare una decisione presa da un altro arbitro suo collaboratore?

No, perché quando i miei collaboratori debbono prendere una decisione al di fuori dei casi normati dal regolamento si consultano con me.

(36) Lei, dal suo punto di vista di arbitro, preferisce tornei con uno o più doppi turni giornalieri e uno o più giorni di riposo, oppure un turno fisso al giorno per, ad esempio, 8 o 9 giorni? E perché?

Per una gestione migliore del torneo e per una migliore preparazione degli stessi giocatori sarebbe preferibile un turno al giorno, però a fronte delle spese che gli organizzatori e i giocatori possono sostenere, capisco anche la necessità di articolare lo svolgimento di un torneo in più doppi turni.

(37) Lei ritiene che per la diffusione degli scacchi sia meglio intervenire dal basso, portando gli scacchi nelle scuole e nelle piazze, o piuttosto far crescere e aiutare economicamente uno o più GM nella speranza che diventino un giorno un Carlsen o un Caruana? Insomma, è meglio avere in Italia un Caruana in più o 5.000 giovani giocatori in più?

Credo che la politica che la FSI sta attuando e cioè quella di stipulare con il Miur accordi per favorire la diffusione degli scacchi nelle scuole e quella di indire borse di studio per gli atleti di interesse nazionale, stia dando i suoi frutti; già da un decennio il numero dei GM in Italia è aumentato.

(38) Perché quotidiani, siti vari e mass media in genere dedicano tanto poco spazio agli scacchi e tanto di più ad altri sport che pure sono meno conosciuti e praticati? E’ sempre esclusivamente un problema di sponsor e di denaro?

In Italia gli scacchi a differenza di altri paesi europei hanno sempre avuto un ruolo marginale è questo teneva lontano gli sponsor, tuttavia dal 2006 ( anno in cui si svolsero le Olimpiadi di scacchi a Torino ) stanno conquistando sempre maggiore spazio.

(39) Potendo scegliere, e se lei fosse un organizzatore o un presidente di circolo, organizzerebbe più volentieri un torneo nella sua città con 300 partecipanti non classificati o di bassa classifica o piuttosto uno con 6 partecipanti-tutti-grandi-maestri?

Preferire organizzare un Festival con 300 partecipanti anziché un torneo con 6 GM perché potrebbe coinvolgere più persone “ non addette ai lavori “ favorire maggiormente la diffusione degli scacchi.

(40) Lei pensa che l’azione di propaganda del gioco da parte della FSI è al momento sufficientemente valida o si potrebbe fare di più?

Come dicevo precedentemente la politica che la FSI sta attuando oggi è ad ampio raggio.

(41) In particolare, non sarebbe meglio se questa azione fosse affiancata da quante più organizzazioni possibile (tipo CSEN, UISP ecc…)? In questo caso, ci dovrebbero essere aree di competenza ben separate o l’unione delle forze potrebbe dare migliori risultati?

Sono organizzazioni che hanno lo stessa finalità: quello di diffondere gli scacchi.

(42) A proposito di unione o no di forze, io ho l’impressione che i circoli italiani siano a volte in competizione e rivalità fra loro, e questa può manifestarsi perfino nel tentativo di strapparsi reciprocamente i giocatori più bravi. Non sarebbe invece meglio concentrarsi sulla diffusione del gioco, dalla quale alla lunga, opportunamente seminando, tutti avrebbero da raccogliere, soprattutto in termini di iscritti?

Ogni Associazione intende primeggiare e quindi non sorprende che queste si possono assicurare i giocatori agonisticamente più forti in quel momento. L’importante è che questo processo sia regolamentato come lo è oggi.

(43) Nel lontano 1983 l’arbitro internazionale Gino Piccinin, parlando di iscritti alla FSI, mi disse che erano circa 12.000, “un numero misero-misero” aggiunse. Oggi, dopo decenni, mi pare siano circa 15.000. Non è questo, fatte le proporzioni, un numero ancor più misero? E come si spiega ciò, visto l’incremento dell’insegnamento nelle scuole e della diffusione di internet?

Come dicevo prima, non è facile uscire da una nicchia in cui da anni gli scacchi sono stati relegati. Oggi gli scacchi stanno diventando oggetto di discussione anche tra profani, basta vedere che da tempo appaiono anche nelle pubblicità, e frequentemente sono oggetto di studio da parte di discipline scientifiche. In sintesi sembra cha da un po’ di tempo stia aumentando la curiosità intorno a questo sport.

(44) Pare che circa un terzo o un quarto dei tesserati sia diverso da anno in anno. Perché gli scacchi agonistici non sono capaci di trattenere e fidelizzare un partecipante? Cosa manca?

Gli scacchi sono uno sport affascinante ma complesso, bisogna avere molta abnegazione e costanza per ottenere risultati che poi bisogna impegnarsi profondamente per mantenerli. Comunque ho naotato chi si allontana, torna di nuovo a giocare.

(45) Oggi chi vuol partecipare ad un torneo nazionale deve obbligatoriamente fare la tessera FSI. Eppure in certi casi questa non è sufficiente per partecipare a competizioni di campionato italiano, nemmeno giovanili. Mi riferisco al caso di chi, pur essendo nato in Italia, non può avere, con le attuali leggi, la cittadinanza italiana. Io ritengo ciò un grave problema, perché rischia non solo di allontanare un giovane dagli scacchi e dallo sport, ma anche, discriminandolo, di allontanarlo da certi sentimenti di appartenenza, partecipazione e condivisione. Quale è la sua opinione al riguardo e cosa dovrebbero fare le istituzioni, in primis quelle sportive (FSI)?

La partecipazione degli stranieri nei Campionati Italiani trova una deroga in quelli giovanili in cui possono partecipare anche giocatori stranieri residenti in Italia purché siano stati tesserati almeno un anno nel quinquennio precedente a cui si riferisce la finale e siano in possesso di certificato di frequenza presso una scuola pubblica o privata italiana.

(46) Ricordo che un arbitro internazionale un giorno narrò l’episodio di Arturo Pomar, GM spagnolo, il quale, essendosi l’avversario presentato dopo 50 minuti dall’avvio dell’orologio, afferrò l’orologio e corresse il tempo attribuendo 25 minuti di ritardo a testa. Lei ha mai assistito ad episodi di correttezza tanto significativi/eccessivi?

Si, ho assistito ad episodi di sportività. Ricordo una volta che un giocatore volle attendere il suo avversario anche dopo l’inizio della sessione di gioco, oppure faceva rigiocare un pezzo diverso da quello che l’avversario ha toccato.

(47) Ci può raccontare qualche altro episodio curioso, divertente o meno, che ha incontrato finora nel corso della sua attività arbitrale?

Durante un torneo un giocatore perse la partita perché gli squillò il cellulare, accompagnato fuori dalla sala da gioco, questi innervosito gettò a terra il cellullare calpestandolo. Nonostante tutto questo il cellulare continuava a suonare, tutti i presenti scoppiarono in una risata generale.

(48) Fra i giocatori di questo secolo (italiani o stranieri, donne o uomini) quali sono i tre che ammira di più e per quale motivo? E fra quelli dello scorso secolo?

– Aronian Levon che dopo un breve periodo di crisi è ritornato di nuovo prepotentemente tra i primi giocatori al mondo.
– Anand Viswanathan che nonostante la sua età ( 48 anni ) tiene ancora testa ai giovani campioni, rimanendo ancora tra i primi dieci giocatori al mondo.
– Nakamura Hikaru che pur avendo avuto una formazione scacchistica inizialmente da autodidatta si è affermato tra i primi giocatori al mondo.
Relativamente a quelli scorso secolo sono Capablanca e Alekin.

(49) Quali sono (o sono stati) gli arbitri di fama (italiani o stranieri) che lei ammira o ha più ammirato e il cui esempio e metodo ha cercato di seguire?

L’esempio di arbitro che ho avuto sempre presente il cui stile ho cercato di seguire è quella dell’Arbitro Internazionale Giuseppe Scoleri Cardelli.

(50) Quale è stata, in tutti questi anni la più bella sede di gioco nella quale le è capitato di arbitrare?

Sono state parecchie le sedi belle in cui mi sono trovato ad arbitrare. Mi ricordo quella di Arco di Trento, Positano, Montesilvano ecc..

(51) Quale grande torneo, e in quale città, le piacerebbe ancora arbitrare? Forse la finale di un Campionato del Mondo? Oppure, potendo, sceglierebbe le Olimpiadi?

Arbitrare il Campionato Mondiale è il sogno di tutti noi arbitri, però rimanendo con i piedi sulla terra posso dirle che ho piacere di arbitrare qualsiasi torneo a cui sono designato, poi come dice il detto: “ chi vivrà, vedrà “

GRAZIE

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