Uno Scacchista

Annotazioni, Spigolature, Punti di vista e altro da un appassionato di cose scacchistiche

Non c’è limite al servilismo

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(Riccardo M.)
Su un numero del “Popolo di Brescia” della primavera 1940 si leggeva questo curioso annuncio: “Il Popolo di Brescia ha indetto un concorso per un problema simbolico:Benito Mussolini dando scacco matto al comunismo (il re nero) crea il Fascio Littorio”. Si esige un problema che presenti, nella posizione iniziale, la figura di una M o di una B; dopo la soluzione, cioè nella posizione finale di matto, la M o la B dovranno essere trasformate in un Fascio Littorio stilizzato. Il problema dovrà essere ortodosso: non è precisato il numero di mosse. Premio per il miglior lavoro: lire 25; scadenza 31 Agosto 1940-XVIII, giudice da designarsi. Inviare al signor Giuseppe Insenga, via XX Settembre 30, Brescia”.

[lavori in corso a Palazzo Madama, Senato della Repubblica]

Il signor Insenga ci …. insegna che alla disgustosa servile cortigianeria non c’è mai limite, sotto qualunque regime ( e sotto qualcuno forse un poco di più).

Un po’ di anni dopo era girato il vento, e il settimanale “Epoca”, nel numero del 17 febbraio 1951, si occupava di uomini politici che giocavano a scacchi, ben contento di sottolineare che: “nella buvette di Palazzo Madama, di fronte al gruppo capeggiato da Tonello, sotto la finestra, campeggia il tavolo degli scacchi. Vi si alternano impassibili campioni d’antico stampo, evocanti la sfida di Paggio Fernando a Jolanda, e rappresentanti un po’ tumultuosi del settore dell’estrema sinistra. Dopo che nella scorsa estate i giornali riferirono come l’onorevole Palmiro Togliatti trascorresse, in una clinica piemontese, i suoi giorni di convalescenza, impegnato a battere agli scacchi il senatore Moscatelli, le file dei campioni di Palazzo Madama s’andarono arricchendo di numerosi neofiti. Si notarono rapidamente i progressi dei senatori Pastore, Farina e Molinella. Di quest’ultimo, anzi, c’è chi esalta un metodo tutto nuovo, basato su principi rigorosamente matematici”.

Beh, non abbiamo trovato in circolazione partite del senatore Molinella né altra traccia storica del suo interessantissimo metodo matematico, né su “Epoca” né altrove.

palmiro-togliatti
Palmiro Togliatti, 1893/1964

E a qualcuno incuriosito dalla latitanza dei senatori in aula (seduta in corso), evidenziata dalla immagine di copertina (lo scatto è di qualche anno fa ma scene del genere sono purtroppo frequenti), vorremmo poter dire che “i campioni” assenti stavano quasi tutti impegnati nella buvette dello storico Palazzo a giocare a scacchi sotto gli occhi accondiscendenti di Paggio Fernando e Jolanda …. vorremmo.

E invece la verità è purtroppo un’altra, molto vicina a quella che onestamente dipinse un parlamentare, Roberto Calderoli, nel 2007: “Sbaglia l’opposizione quando dice che in Senato si lavora poco. Sbaglia la maggioranza quando dice che in Senato si lavora. La realtà è che il Senato non fa niente”. 

Semplice, no? Tutto chiaro, allora: se il Senato non fa niente, allora non serve a niente. Ma serve a qualcuno. E non cambia mai niente, dal momento che l’esercizio preferito dai vari signor Insenga e da tutti quelli come lui in Italia è quello di salire sul carro del vincitore di turno, di qualunque segno.

Eh, il Senato, il Senato …. l’unico Grande Maestro italiano miracolosamente e furbescamente imbattuto da circa duemila anni!

1 thought on “Non c’è limite al servilismo

  1. Purtroppo è tutto vero! Gli italiani hanno l’abitudine di cambiare facilmente bandiera e saltare al volo sul carro del vincitore. Nel 1945 in un solo mese 40 milioni di fascisti divennero accesi antifascisti!! E il Senato? Tutti si lamentano che i parlamentari sono troppi e che due camere non servono ma quando hanno avuto l’occasione di ridurre i senatori a 100 unità?

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